PAOLI, Sebastiano
PAOLI (Pauli), Sebastiano. – Nacque a Villa Basilica, in territorio lucchese, il 4 novembre 1684. Il padre, che aveva la carica di maggiore nelle milizie della Repubblica di Lucca, lo avviò agli studi sotto la guida del sacerdote Sebastiano Orsini; non si hanno notizie riguardo al nome della madre. A Lucca imparò la retorica dal p. Giacomo Micheli; proseguì gli studi di filosofia nell’Università di Pisa e quelli di diritto civile e canonico di nuovo a Lucca presso l’avvocato Girolamo Palma.
Nel 1705 si indirizzò alla vita religiosa facendo il noviziato a Napoli in seno alla Congregazione dei Chierici regolari della Madre di Dio sotto la guida del p. Claudio Demiville e perfezionando poi, ancora a Lucca, lo studio della teologia col p. Francesco Franchi. A Lucca ebbe inizio l’impegno letterario di Paoli, che esordì con una commedia, La costanza combattuta negli accidenti di S. Eustachio martire, pubblicata nel 1710 sotto lo pseudonimo di Atanasio Pauteli.
Chiamato a insegnare retorica nelle scuole della sua Congregazione in S. Maria Corte Orlandini, vi accolse i numerosi soci dell’Accademia dell’Anca, fondata nel 1709, e alla quale fu ascritto insieme al confratello Alessandro Pompeo Berti. In seguito, affetto da problemi di salute, su consiglio dei suoi superiori Paoli fu inviato a Napoli nel collegio di S. Maria in Portico, dove svolse l’incarico di maestro di retorica per i novizi.
Fin dal 1713 il Giornale de’ letterati d’Italia cominciò a segnalare la sua ricca produzione erudita, che annoverava argomenti di carattere storico quali la Disquisizione istorica della patria, e compendio della vita di Giacomo Ammannati Piccolomini, cardinale di S. Chiesa, detto il papiense, vescovo di Lucca e di Pavia (Lucca 1712), oppure di carattere filologico-antiquario, come la dissertazione stampata nel 1714 a Napoli per i torchi di Raillard, Della poesia de’ SS. Padri Greci e Latini ne’ primi secoli della Chiesa. Il periodico veneziano non mancò di dare in varie occasioni ampi estratti di altre sue opere tra cui il Frammento di Lettera… al Sig. Marchese Scipione Maffei sopra tre manoscritti greci antichi (Venezia 1719); il primo di questi tre codici, poi trasferiti da Napoli alla Biblioteca Cesarea di Vienna, era in possesso dello stesso Paoli e riguardava il rito greco del battesimo. Il rapporto di collaborazione instaurato con Maffei, che insieme ad Apostolo Zeno e Antonio Vallisnieri aveva progettato il Giornale de’ letterati, è testimoniato dal Ragionamento e dalle note di cui Paoli corredò la tragedia La Merope nella nuova edizione da lui promossa e pubblicata a Napoli nel 1719. Nel Ragionamento, dedicato a donna Clelia Cavalcanti Sambiasi principessa di Campana, Paoli sottolinea positivamente lo sforzo compiuto dall’autore per sfatare il pregiudizio «che non si potessero comporre tragedie senza che in esse si trattasse il grand’affare d’amore», pregiudizio nato, a suo avviso, «dall’esempio de’ Romanzatori Spagnuoli che fanno amorosi tutti quei loro cavalieri…» (S. Maffei, La Merope, cit., p. 52). Nel 1721 compose la prefazione per l’edizione napoletana di un’altra celebre opera di Maffei, Della scienza chiamata cavalleresca, già edita una prima volta nel 1710.
Dal 1713 fino al 1731 corrispose con Ludovico Antonio Muratori, al quale scrisse 71 lettere in gran parte ancora inedite. Fra i temi ricorrenti quello delle inadempienze dello stampatore napoletano Raillard presso il quale Paoli si adoprava per fare stampare la seconda parte dell’opera di Muratori Le Riflessioni sopra il buon gusto nelle scienze e nelle arti, di cui la prima parte era apparsa a Venezia nel 1708. Sulla scorta di questa opera anche Paoli aveva composto un copioso testo rimasto manoscritto, diffuso in più copie, e indirizzato ai novizi del collegio napoletano: Considerazioni sopra il Buon gusto circa le materie oratorie tratte dall’Osservazioni de’ migliori autori… per comodo della gioventù. Dopo il rinnovamento delle lettere nei secoli XV e XVI, Paoli auspicava che nel suo secolo gli oratori si scuotessero dall’«indegno giogo» che li costringeva a insegnare la «sognata amenità di qualche detto sofistico», intendendo per buon gusto «la cognizione del bene e del vero» sotto la guida di memoria, intelletto e volontà (Lucca, Biblioteca statale, ms. 211, cc. 3r-5r).
In altre lettere scritte fra il giugno e il settembre del 1714 Paoli si lamenta con il proposto modenese che Niccolò Amenta, letterato napoletano socio dell’Accademia degli Investiganti, avverso al marinismo e al secentismo, gli avesse sottratto argomenti che lui stesso avrebbe voluto utilizzare a difesa di quanto sostenuto da Muratori ne La perfetta poesia italiana spiegata e dimostrata con varie osservazioni e con vari giudizi sopra alcuni componimenti altrui (1706). L'occasione di questo dibattito linguistico e letterario fu offerta dalla pubblicazione di un opuscolo, L'Eufrasio, dialogo in cui si discorre di alcuni difetti scoperti nelle opere di due poeti vicentini (Mantova 1708), nel quale i poeti Andrea Marano e Antonio Bergamini respingevano le censure mosse ai loro versi da Muratori. Mentre Amenta replicò con una Lettera, dirizzata al P. Sebastiano Paoli, in difesa del Sig. L. A. Muratori (Napoli 1715), Paoli a sua volta dette alle stampe una Difesa di Lodovico Antonio Muratori contra l’Eufragio, dialogo di due poeti vicentini (Napoli 1715). Oltre alle numerose notizie fornite al proposto modenese circa antichi documenti e depositi archivistici particolarmente preziosi, le missive di Paoli contengono non di rado critiche risentite contro gli inquisitori locali che censuravano, come nel caso di Giuseppe Valletta, opere di filosofia moderna, cartesiana e gassendista, tacciandole di eresia (Modena, Biblioteca Estense e universitaria, Archivio Muratori, 74.27: lettera del 18 settembre 1714, c. 6); nella lettera del 14 maggio 1719 Paoli biasimò di nuovo i censori che erano intervenuti su alcuni passi della sua opera latina De ritu Ecclesiae Neritinae esorcizandi aquam in Epiphania (Neapoli 1719) imponendogli di far precedere il testo dalla dichiarazione di non voler arrecare pregiudizio alla consustanzialità del Figlio con il Padre (c. 25)
Durante il suo soggiorno nella città partenopea Paoli si era fatto conoscere con la pubblicazione di alcuni panegirici e vite di uomini e donne esemplari, laici e religiosi, tra cui quella della terziaria francescana Elisabetta Albano (Vita e virtù di Elisabetta Albano…, Napoli 1715) dedicata a Dantonia Pignatelli dei duchi di Montecalvo, religiosa benedettina nel monastero napoletano di San Gregorio Armeno.
In questa Vita l’autore, ritenendo utile rivolgersi a donne del secolo oltre che alle claustrali, fin da subito sminuisce il valore delle estasi e delle rivelazioni profetiche per far risaltare i comportamenti virtuosi e l’obbedienza alla legge divina. Fu soprattutto con l’orazione funebre in lode dell’imperatrice Eleonora Maddalena del Palatinato-Neuburg, recitata nel 1717 nella cappella reale davanti al viceré, che si accrebbe la sua fama di facondo oratore. Grazie a quell'orazione Paoli fu chiamato a Vienna come predicatore nell’Avvento del 1721 e nella Quaresima del 1722; da qui nacquero le sue Prediche sacro-politiche composte appositamente per la corte e che saranno stampate postume a Venezia nel 1754 con l’aggiunta della sua vita scritta da Clemente Nencetti oltre che di alcune orazioni inedite. L’imperatore Carlo VI lo nominò teologo e storico cesareo garantendogli, con licenza del papa Benedetto XIII, un’annua pensione di circa 400 ducati napoletani; nel 1725 in qualità di teologo fu inviato da Vienna a Roma per assistere al Concilio Lateranense. La circostanza ispirò a Paoli un’erudita scrittura stampata in quell’anno e che indusse il pontefice a elevare ad arcidiocesi la chiesa di Lucca (De S. Ecclesia Lucensi, an provinciae romani pontificis accessenda, ad pp. Conicilii lateranensis, Romae 1725).
Dall’imperatore Paoli ebbe altri incarichi, tra cui quello di consegnare a Muratori una collana d’oro e di trattare alcuni affari di Stato con il cardinal Juan Àlvaro Cienfuegos, ministro plenipotenziario presso la Santa Sede. I buoni rapporti stabilitisi con Carlo VI si incrinarono a causa di alcuni sospetti e malignità in cui incorse Paoli, incaricato insieme al cavaliere Daniele Bertoli di acquistare a Roma le antichità del Museo Certosino e di inviarle a Vienna; a detta del biografo Nencetti solo poche delle medaglie acquistate si rivelarono false. Pare, tuttavia, che questo incidente facesse cambiare idea all’imperatore, prima di allora bene intenzionato a far promuovere il suo teologo al cardinalato. Nonostante ciò, il periodo viennese consentì a Paoli di stringere amicizia con Apostolo Zeno, poeta cesareo, col quale visitò varie biblioteche a caccia di codici e di libri rari che generosamente gli furono donati anche dall’imperatore e da sua moglie.
Durante il soggiorno romano Paoli rafforzò i suoi legami con l’accademia dell'Arcadia, alla quale era aggregato dal 1716 col nome di Tedalgo Penejo; socio di numerose accademie italiane intrattenne rapporti con i fratelli Apostolo e Pier Caterino Zeno, con Giovan Gioseffo Orsi, Anton Maria Salvini, Antonio Vallisnieri, Giusto Fontanini, Paolo Mattia Doria. Nel 1729 fu eletto procuratore generale della sua Congregazione, carica nella quale rimase solo un anno finché non si recò a Malta per la Quaresima, dove predicò con tanto successo che il gran maestro dell’Ordine, Antonio de Vilhena, lo onorò con la croce detta di Grazia e con un diploma in cui lo si dichiarava storico e teologo della religione di Malta. A questo onore corrispose col comporre e pubblicare in due volumi corredati di belle tavole e carte geografiche il Codice diplomatico del sacro militare Ordine gerosolimitano oggi di Malta… (Lucca, 1733-1737), opera che in seguito fu integrata dagli scritti del nipote Paolo Antonio Paoli. Nella Prefazione al Lettore contenuta nel secondo volume l’autore dichiara la difficoltà incontrata nel reperire i documenti originali per cui, in nome della verità storica, si sarebbe astenuto, a differenza di altri storici dell’Ordine gerosolimitano, da allegare lettere, bolle o diplomi che non fossero autentici.
I suoi interessi non si limitavano all’erudizione antiquaria ed ecclesiastica, ma si aprivano anche ai dibattiti scientifici dell'epoca, come è testimoniato dalla sua Lettera al Vallisnieri intorno ad una fontana osservata in Puglia, (A. Vallisnieri, Lezione accademica intorno l’origine delle fontane…, Venezia 1726, p. 406) e dalla Lezione sopra un sonetto del sig. Giambattista Riccheri intorno al sistema newtoniano dei pianeti (Venezia-Lucca 1740). Frutto delle sue competenze nelle questioni letterarie e linguistiche è invece la composizione degli Argomenti all’interno dell’opera di Giulio Cesare Croce, Bertoldo con Bertoldino e Cacasenno in ottava rima… (Bologna 1736); ancor più apprezzata fu la sua raccolta commentata De’ modi di dire toscani (Venezia 1740, 1761).
Nel frattempo si era innescata un’accesa polemica attorno all’Istoria civile del Regno di Napoli di Pietro Giannone, di cui anche Paoli fu protagonista come autore di alcune Annotazioni critiche sopra il IX libro del tomo II dell’Istoria pubblicate anonime, senza data ma dopo il 1723, e nelle quali confutava soprattutto alcuni passi di storia relativi al periodo normanno. Pur dubbioso circa la paternità delle Annotazioni, attribuite anche all’erudito napoletano Matteo Egizio, nel 1732 Giannone rispose duramente a Paoli (che, come ricorda nella sua autobiografia, aveva conosciuto a Vienna quando vi predicava e mostrava di avere «stima ed affezione» verso Giannone stesso); con le sue critiche, invece, si rivelava incompetente e piuttosto «propenso al trasonico e millantatore» (Giannone, 1977, pp. 200-202).
Oltre che a Vienna e a Malta, Paoli predicò con grande successo in varie città italiane: a Torino, Faenza, Siena, Bologna, Orvieto, Cosenza, Palermo, Venezia e Genova, dove rimase dal 1737 al 1740; a Roma predicò soltanto due volte, rispettivamente a S. Pietro e l’altra in S. Lorenzo in Damaso. La produzione delle sue numerose orazioni e prediche quaresimali conobbe molte edizioni, anche postume, sempre arricchite di inediti e di indici dettagliati. La più completa vide la luce nel 1785-1786 in due volumi stampati a Napoli da Giuseppe Maria Porcelli negoziante di libri e stampatore della Reale Accademia militare col titolo Opere oratorie del p. Sebastiano Paoli della congregazione della madre di Dio teologo e predicatore cesareo e storico del militare Ordine gerosolimitano accresciute e corrette sui manoscritti dell’autore.
Nel 1740, tornato a Napoli nel convento di S. Brigida vi esercitò la carica di rettore; qui ebbe modo di manifestare con la sua predicazione la profonda devozione alla Vergine Addolorata cui dedicò vari panegirici (Ragionamenti famigliari a guisa di meditazioni sopra la SS. Vergine Addolorata, Venezia 1748).
A un miracolo della Vergine Maria Paoli attribuì il suo scampato pericolo da un fulmine che aveva incendiato la camera dove si trovava mentre era ospite a Saponara, in Basilicata, nel palazzo del principe di Bisignano Gianfrancesco Sanseverino. In ricordo di questo miracolo fece appendere una tavoletta votiva con l’immagine della Madonna Addolorata nella chiesa parrocchiale di Villa Basilica.
Dopo aver recitato il suo ultimo quaresimale a Torino, tornato a Napoli e ridotto in stato di indigenza, fu colto da un’idropisia che si aggravò nel corso del 1749. Morì a Napoli il 20 giugno del 1751 e fu sepolto nella chiesa di S. Brigida.
I confratelli collocarono il suo ritratto nella libreria del convento che nel tempo Paoli aveva arricchito di libri, medaglie e vasi etruschi.
Opere. L’elenco più completo delle opere di Paoli, in versi e in prosa, a stampa e manoscritte, si trova alla fine del profilo biografico steso da Giambattista Baseggio (in Biografia degli italiani illustri, 1841). Non sempre, tuttavia, i titoli e i riferimenti tipografici e cronologici delle numerose opere di Paoli presenti nelle biografie a lui dedicate corrispondono alle moderne catalogazioni. Alcune opere manoscritte sono conservate alla Biblioteca statale di Lucca, Mss., 211, 2290, 2301, 3426: Considerazioni sopra il buon gusto nelle materie oratorie…; 390, 858, 877, 986, 1043, 1328, 2013, 2127, 2176, 2190, 2231, 2356, 2567 (dissertazioni, prediche, discorsi e rime varie sono contenute). Alla Biblioteca nazionale di Napoli nel manoscritto Branc. V.D.4, che fa parte di dodici manoscritti del secolo XVIII (V.D.1-12) contenenti le opere autografe di Paolo Mattia Doria, sono conservate due lettere dirette Al molto Reverendo P. S. P. (cc. 1r-8v). Si tratta della stessa lettera in doppia copia con la quale Doria invia a Paoli il suo scritto intitolato Risposta ad alcuni motivi li quali da un Anonimo sono stati fatti contro il mio libro del Petit Maitre alla moda (cc. 9v-37r). Nel manoscritto Branc. V.D.5 (cc. 241r-333v) compaiono le Considerazioni e annotazioni intorno alla filosofia di Paolo Mattia Doria in forma di lettera Al celebre e sapientissimo molto reverendo padre d. Sebastiano Pauli. Vi sono inoltre alcune opere ritenute autografe e rimaste inedite conservate nel fondo Brancacci, VI.E.32: Collectio antiquorum sacrorumque rituum; VI.E.33-35: Lexici sacrorum rituum ecclesiae grecae ac latinae libri duo… studio ac labore Sebastiani Pauli congregationis matris dei anno rep. sal. MDCCXLV, con disegni a inchiostro; VI.E.36: In Sedulium et in S. Eucherium notae; VI.E.37: Acta ecclesiastica seu Prospectus Disciplinae ecclesiasticae totius regni neapolitani; XIII.G.5: Considerazioni sopra il buon gusto moderno intorno alle materie retoriche tratte dalle osservazioni de’ migliori autori da Sebastiano Pauli della Congregazione della Madre di Dio; XIII.G.7: Considerazioni sopra il buon gusto tratte dalle osservazioni de’ migliori autori dal molto reverendo padre Sebastiano Paoli per comodo della gioventù. La Biblioteca nazionale di Napoli conserva moltissime opere a stampa di Paoli, comprese quelle ristampate o riedite postume, pubblicate tra il 1712 e il 1785, per un totale di 51 titoli. Alcune opere a stampa sono conservate alla Österreichische Nationalbibliotek di Vienna. Per errore Gian Franco Torcellan ha ritenuto Sebastiano Paoli destinatario di una lettera di Gian Maria Ortes indirizzata al medico lucchese Sebastiano Paoli contemporaneo dell'Ortes: cfr. Illuministi italiani, VII, Riformatori delle antiche Repubbliche, dei ducati, dello Stato pontificio e delle isole, a cura di G.F. Torcellan - G. Giarrizzo - F. Venturi, Milano-Napoli 1965, p. 77 e nota.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Lucca, S. Maria Corte Orlandini, Miscellanea, 148, t. 4, c. 201r: necrologio;
Modena, Biblioteca Estense e universitaria, Archivio Muratori, 74.27 (71 lettere di Paoli a Muratori); 83.49.1 (lettera del card. Giuseppe Accoramboni a Paoli); N. Amenta, Lettera… dirizzata al p. S. P. de’ cherici regolari della Madre di Dio in difesa del sig. Lodovicantonio Muratori, Napoli 1715; P.M. Paciaudi, De rebus Sebastiani Pavlli Congregationis Matris Dei commentarius epistolaris ad Scipionem Maffeivm, Napoli 1751.
F.A. Zaccaria, Storia letteraria d’Italia, III, Venezia 1752, pp. 735-740; F. Sarteschi, De scriptoribus Congregationis clericorum regularium Matris Dei, Romæ 1753; C. Erra, Memorie dei religiosi per pietà e dottrina insigni della Congregazione della Madre di Dio, II, Roma 1759, pp. 171-176; Lettere del canonico Paolo Gagliardi accademico della Crusca…, Brescia 1763, pp. 311 s.; P. Giannone, Opere postume… in difesa della sua Storia civile del regno di Napoli con la sua professione di fede. Si aggiungono in questa edizione le Annotazioni critiche del padre P. sopra il 9 libro del tomo secondo della storia civile e la risposta di Pietro Giannone alle suddette Annotazioni, Venezia 1768; F.P. De Stimmer, Catalogo della Biblioteca del Sagro Militar Ordine di S. Giovanni oggi detto di Malta…, Vienna 1781, pp. 67, 100, 188, 193, 199; G. Galeani Napione, Dell’origine di san Giovanni di Gerusalemme, in Mémoires de l’Académie impériale des sciences, littérature e beaux arts de Turin, Turin 1809, pp. 57, 84 s., 107, 115, 121, 177, 185, 210, 212, 214, 216; C.A. Vecchi, Delle lodi del padre Sebastiano Pauli orazione… dedicata al nobil signore Giambattista Sardini nelle sue nozze con la nobil donzella la signora Maria Beatrice Adelaide Orsucci patrizj lucchesi, Lucca 1824; C. Lucchesini, Della storia letteraria del ducato lucchese: libri sette, in Memorie e Documenti per servire all’Istoria del Ducato di Lucca, IX, Lucca 1825, p. 57, X, Lucca 1831, pp. 192-194; G. Baseggio, P. S., in Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo VIII, e de' contemporanei compilata da letterati italiani di ogni provincia e pubblicata per cura del professore Emilio De Tipaldo, VIII, Venezia 1841, pp. 295-301; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico ecclesiastica, XLVII, Venezia 1847, p. 223; G. Melzi, Dizionario di opere anonime o pseudonime di scrittori italiani, I, Milano 1848, pp. 60, 99, 235, 384; L.A. Muratori, Lettere inedite… scritte a toscani dal 1695 al 1749, a cura di F. Bonaini et al., Firenze 1854, ad nomen; G. Racioppi, Iscrizioni grumentine inedite (dalle schede del P. S. P.), in Archivio storico per le province napoletane, IX (1884), pp. 660-669; C. Trabalza, Storia della grammatica italiana, Milano 1908, p. 348; T. Sorbelli, L.A. Muratori e la Puglia, in Archivio storico pugliese, V (1952), p. 323; G. Ricuperati, L’esperienza civile e religiosa di Pietro Giannone, Milano-Napoli 1970, pp. 229, 318 s., 351, 517; R. De Maio, Muratori e il Regno di Napoli, in Atti del Convegno internazionale di studi muratoriani, Modena... 1972, III, La fortuna di L. A. Muratori, Firenze 1975, pp. 93 s.; P. Giannone, La vita di Pietro Giannone, a cura di S. Bertelli, II, Torino 1977, pp. 200-202; S. Ussia, L'epistolario di Matteo Egizio e la cultura napoletana del primo Settecento, Napoli 1977, ad ind.; R. Ajello, Cartesianesimo e cultura oltramontana al tempo dell’ “Istoria civile” di Pietro Giannone, in Giannone e il suo tempo, a cura di R. Ajello, I, Napoli 1980, pp. 4, 144 s., 152 s.; Manoscritti napoletani di P.M. Doria, IV, a cura di P. De Fabrizio, Galatina 1981, pp. 207-209; P. Pieroni, P. Sébastien, in Dictionnaire de spiritualité…, XII.1, Paris 1984, pp. 164 s.; D. Generali, Pier Caterino Zeno e le vicende culturali del 'Giornale de’ Letterati d’Italia' attraverso il regesto della sua corrispondenza, in Scienza, filosofia e religione tra ‘600 e ‘700 in Italia. Ricerche sui rapporti tra cultura italiana ed europea, a cura di M.V. Predaval Magini, Milano 1990, pp. 148 s., 174, 182, 186; Lettere di Niccolò Amenta a Muratori, in Edizione nazionale del carteggio muratoriano, II, Carteggi con Amenta… Azzi, a cura di M.G. Di Campli - C. Forlani, Firenze 1995, pp. 20-23, 29, 35, 309, 314; Lettere di Tommaso Alfani OP a Muratori, ibid., I, Carteggio con AA… Amadio Maria Di Venezia, a cura di G. Fabbri - D. Gianaroli, Firenze 1997, pp. 338, 347 s., 397; M. Paoli, L’appannato specchio. L’autore e l’editoria italiana nel Settecento, Lucca 2004, pp. 114, 260 n.; C. Viola, Epistolari italiani del Settecento. Repertorio bibliografico, Verona 2004, pp. 451, 625; A. Alimento, Le accademie ecclesiastiche. Roma, Napoli e Firenze, in J. Boutier - B. Marin - A. Romano, Naples, Rome, Florence. Une histoire comparée des milieux intellectuels italiens (XVIIe-XVIIIe siècles), Rome 2005, p. 616; C. Viola, Epistolari italiani del Settecento. Repertorio bibliografico, Primo supplemento, Verona 2008, p. 323; Carteggio Muratoriano: corrispondenti e bibliografia, a cura di F. Missere Fontana - R. Turricchia, Bologna 2008, p. 139; F. Marri - M. Lieber, La corrispondenza di Lodovico Antonio Muratori col mondo germanico. Carteggi inediti, Frankfurt a.M. 2010, pp. 196, 202-205, 292, 294, 299, 304, 309, 321.