PURGOTTI, Sebastiano
PURGOTTI, Sebastiano. – Nacque a Cagli, in provincia di Pesaro, il 21 luglio 1799 da Nicola e Rosa Morbidi.
La famiglia Purgotti, originaria di Venezia, giunse nelle Marche nei primi decenni del Settecento. La maggior parte dei membri della famiglia esercitò la professione di farmacista. L’attività di Nicola Purgotti si trovava nella piazza maggiore di Cagli (l’attuale piazza Matteotti).
Nel 1817 Sebastiano si iscrisse all’Università di Roma come studente di legge, ma frequentò anche i corsi di matematica, scienze e medicina. Per quanto riguarda la chimica, occorre ricordare fra i suoi docenti il nome di Domenico Morichini. Nel 1819 conseguì il diploma di magistero in diritto pubblico e criminale. Si distinse anche nei corsi delle discipline scientifiche: nel 1820 tenne due prolusioni dal titolo Proprietà generale dei corpi e Teoria delle forze centrali.
Dal 1820 al 1827 Purgotti lavorò presso la farmacia del padre. In questo periodo raggiunse una certa notorietà grazie alla realizzazione di alcuni preparati a base di solfato di chinino, ottenuti con un nuovo procedimento.
Nel 1826 si sposò con Berenice Rosini d’Arezzo. Dalla loro unione nacquero tre figli, due maschi e una femmina. Di questi, solo Enrico, classe 1835, seguì la carriera del padre, di cui divenne assistente, ottenendo successivamente la cattedra di chimica analitica presso l’Università di Perugia. Anche i figli di Enrico avrebbero esercitato la professione di chimico.
Nel 1827, pur privo della laurea, Sebastiano concorse per la cattedra di chimica, botanica e farmacia dell’Università di Urbino, dichiarando nella domanda di essere disponibile a sostenere il doppio delle prove in relazione alla parte sperimentale. Pur avendo superato l’esame, Purgotti decise tuttavia di accettare la chiamata del rettore dell’Università di Perugia, Luigi Canali, sulla cattedra di chimica e farmacia presso la facoltà di medicina, «venendo dispensato dalla legge del concorso per la fama che già ovunque si spandeva chiarissima del suo ingegno e per le buonissime relazioni sulla sua probità» (Marino, 1992, p. 217).
Strenuo conservatore dal punto di vista politico, ebbe sempre un atteggiamento ostile nei confronti dei moti rivoluzionari, a partire da quelli del 1831, che misero a dura prova lo Stato della Chiesa. In conseguenza della sua posizione, Purgotti ebbe sempre promozioni e riconoscimenti, che lo portarono a ricoprire incarichi di prestigio e rilievo, da direttore di collegio a preside di facoltà, fino alla carica di rettore nel 1861. Per quanto riguarda l’insegnamento, data la sua poliedricità, nel 1834 venne nominato anche professore di matematica elementare presso la facoltà di scienze e arti.
Dal punto di vista scientifico, Purgotti non fornì contributi originali, ma intensa fu la sua attività manualistica e di divulgazione, soprattutto a favore della nascente teoria atomica moderna. Questo fu l’unico settore di ricerca in cui fu dalla parte della novità, probabilmente ritenendolo facilmente integrabile con il suo approccio conservatore, nonostante l’atomismo riservasse non pochi problemi.
Nel 1838 dette alle stampe un notevole saggio, Teoria atomica, nel quale riepilogava e discuteva tutte le proposte formulate dai chimici nei primi decenni dell’Ottocento allo scopo di determinare le proporzioni in cui le diverse sostanze si combinavano fra loro. Il volume conteneva anche uno specifico capitolo intitolato Storia ed utilità della teoria atomica, in cui Purgotti narrava la storia della chimica (tema per il quale manifesterà sempre una certa sensibilità) a partire dal Settecento, passando per la rivoluzione di Antoine-Laurent de Lavoisier, le ricerche di Claude Berthollet e Joseph Proust e la determinazione della dottrina atomistica grazie a John Dalton e Joseph Louis Gay-Lussac, senza tralasciare gli equivalenti di Wollaston e l’ipotesi di Prout: «Frattanto i dotti lavori di Thomson, di Davy, di Brandt, e le teoretiche vedute del francese Ampère e dell’italiano Avogadro contribuirono di molto ai progressi della Dottrina degli atomi. Chi però vi produsse i più luminosi avanzamenti fu il famoso Berzelius» (Teoria atomica, 1838, p. 226). Dalla lettura del testo si evincono tre cose importanti: Purgotti aderiva alla teorica atomica; conosceva l’ipotesi di Avogadro, al quale attribuiva la priorità nella formulazione della stessa; la applicava secondo l’interpretazione offerta da Jöns Jacob Berzelius, ovvero: volumi uguali di gas alle stesse condizioni di temperatura e pressione contengono lo stesso numero di atomi (non di molecole): «Dall’esposto apparisce che l’andamento da noi tenuto per adottare la legge “che sotto qualunque temperatura e pressione i gas elementari contengono un numero eguale di atomi” è ben diverso da quello che hanno praticato Ampère e Avogadro, che furono i primi a proclamarla quasi contemporaneamente son già 24 anni, indi Dumas e il suo allievo Gaudin e per il ultimo il Dr. Prout» (ibid., p. 126). Una delle motivazioni che spingevano Purgotti ad aderire all’interpretazione di Berzelius dell’ipotesi di Avogadro era da individuare nel rifiuto di una possibile divisione degli atomi in molteplici frazioni, che il fisico torinese aveva invece teorizzato in più di un’occasione.
Alla Prima riunione degli scienziati italiani, che ebbe luogo a Pisa nel settembre del 1839, Purgotti fu uno dei protagonisti della discussione che si tenne intorno ai metodi di determinare i pesi relativi degli elementi e delle sostanze. Sempre nel 1839 dette alle stampe il primo volume del Trattato elementare di chimica applicata specialmente alla medicina e alla agricoltura, un manuale che ebbe notevole fortuna, fu adottato in numerose università e conobbe molte edizioni.
Purgotti fu molto attivo anche nel settore dell’idrologia chimica, analizzando per primo molte acque minerali italiane, grazie agli strumenti dell’analisi ponderale e della stechiometria, e pubblicando moltissimi contributi sulla materia. Notevole la sua presenza anche nel dibattito culturale e politico dell’Università e della città di Perugia. Fra le numerose polemiche sostenute, di particolare interesse è quella relativa alla pubblicazione di The descent of man di Charles Darwin nel 1871. Purgotti si oppose senza esitazione all’ipotesi, che riteneva totalmente assurda, di una derivazione dell’essere umano dagli animali. I tre regni della natura erano totalmente distinti e indipendenti fra loro, e l’uomo si distingueva da tutte le altre creature, perché la sua intelligenza non era di origine naturale, ma divina.
Fu membro di numerose istituzioni, fra cui l’Accademia dei Georgofili e, soprattutto, l’Accademia nazionale dei Lincei. Sarebbe stato Quintino Sella a commemorare in Accademia il socio scomparso. Pio IX gli conferì, nel 1851, una medaglia d’oro quale attestato di stima e lo insignì, nel 1855, della croce dell’Ordine di S. Stefano. Nel 1871 Vittorio Emanuele II lo nominò cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Morì a Perugia il 31 marzo 1879.
Opere. Riflessioni sulla teoria degli atomi, Perugia 1835; Teoria atomica, Perugia 1838; Lettere ad un amico intorno a vari argomenti filosofici, Perugia 1852; Trattato elementare di chimica applicata specialmente alla medicina e alla agricoltura, 3 voll., Perugia 1853-1863, 3 ed.; Del regno animale, Perugia 1859; Cenni storici ragionati delle teorie che l’una all’altra si sono succedute intorno alla combustione da Stahl ai moderni fondatori della dinamica molecolare, Milano 1875.
Fonti e Bibl.: Q. Sella, S. P., in Atti della R. Accademia dei Lincei. Transunti, s. 3, CCLXXVI (1878-1879), 3, pp. 128 s.; G. Provenzal, Profili bio-bibliografici di chimici italiani. Sec. XV-XIX, Roma 1938, pp. 147-150; F. Magni - S. da Campagnola - L. Severi, S. P. e i suoi tempi (1799-1879), Cagli 1980; G. Marino, Una dinastia di chimici perugini: i P., in Atti del IV Convegno nazionale di fondamenti e storia della chimica, Venezia... 1991, a cura di G. Michelon, Roma 1992, pp. 215-221; Id., La chimica a Perugia: il magistero di S. P., in Scienze in Italia, 1840-1880. Una storia da fare. Atti del Convegno, Napoli... 1992, in Quaderni P.RI.ST.EM./Documenti, I, Milano 1993, pp. 79-89; M. Ciardi, Riforme scientifiche e Risorgimento. Chimici e nomenclatura nell’Italia preunitaria, in Atti del VII Convegno nazionale di storia e fondamenti della chimica, L’Aquila... 1997, a cura di G. Corradini, Roma 1997, pp. 197-207; Id., Reazioni Tricolori. Aspetti della chimica italiana nell’età del Risorgimento, Milano 2010, pp. 126-127.