SEBASTIANO re di Portogallo
Nato a Lisbona il 20 gennaio 1554, morto ad Alcazarquebir (Marocco) nel 1578. Era nipote del re Giovanni III al quale successe, e figlio del principe Giovanni, essere debole ed infermiccio morto di consunzione a diciassette anni. Sua madre fu la principessa Giovanna figlia di Carlo V e nipote di Giovanna la Pazza. S. era affetto dai vizî costituzionali ereditati da tali ascendenti: mistico, impulsivo, misogino e megalomane. Divenne erede della corona all'età di tre anni, essendo stato proclamato il 15 giugno 1557; fu educato dal gesuita Luis Gonçalves da Camara. La reggenza fu tenuta sino al dicembre 1562 dalla regina Caterina, ava del re, e quindi, sino al 20 gennaio 1568, dal cardinale Enrico, fratello di Giovanni III. Ben presto il re mostrò inclinazioni guerresche: il suo gran sogno era di ampliare i possessi dell'Africa settentrionale creandovi un vasto impero, idea che Giovanni III aveva deposta, abbandonando anzi alcune piazzeforti portoghesi. Quest'idea fissa assorbì tutte le attività di S. durante i dieci anni del suo governo personale. Condusse una prima spedizione nel Marocco l'anno 1574, partendo di sorpresa e nascondendo il suo vero scopo; visitò Ceuta e Tangeri allora appartenenti al Portogallo, e finì con l'azzuffarsi con le truppe dello sceriffo. Ma non essendogli stati inviati dal Portogallo i rinforzi che aveva chiesti, ritornò nel regno e si dedicò interamente alla preparazione della grande impresa. L'insensatezza del piano era evidente: si stava per impiegare inutilmente gran quantità di uomini e di danaro che mancavano in altri settori più produttivi dell'impero, l'America e l'India. Filippo II evitò di aiutare S. e invano lo consigliò a non tentare l'impresa. Ma attorno al monarca si era formata una camarilla di adulatori che lo incoraggiavano. S. lasciò Lisbona il 24 giugno 1578 con una flotta di 800 navi a vela con 18.000 combattenti, dei quali 9000 erano Portoghesi, 4000 Tedeschi, 3000 Castigliani, 600 Italiani, e sbarcò a Tangeri il 7 luglio seguente, dirigendosi verso Arzila. Lo sceriffo che aveva proclamato la guerra santa lo aspettava con forze molto numerose. Il 4 agosto nei campi di Alcazarquebir S., che combatté furiosamente, fu totalmente sconfitto e scomparve nella confusione; quelli dei suoi che scamparono non lo videro più, e siccome nessuno l'aveva veduto morire, si formò la leggenda che il Re desiderato, come lo chiamava il popolo, sarebbe ritornato nel regno come un messia in un mattino nebbioso. E sorsero varî impostori che pretesero farsi passare per il re. Poiché S. era morto senza assicurare la successione, la corona fu cinta dal cardinale Enrico suo zio, decrepito e infermiccio. Il disastro di Alcazarquebir fu il preludio della crisi nazionale portoghese: due anni appresso (1580) Filippo II s'impadroniva del Portogallo.
Bibl.: J. M. Queiros Veloso, Don Sebastião, Lisbona 1935.