Aventino, secessione dell'
Con allusione alla storia romana, la forma di protesta delle opposizioni parlamentari al governo fascista che il 27 giugno 1924, dopo la scomparsa di G. Matteotti, proclamarono l’impossibilità di riprendere i lavori della Camera finché un nuovo governo non avesse ristabilito le libertà democratiche. Solo i deputati comunisti decisero di ritornare nell’aula in nov., dopo che gli altri partiti avevano respinto il loro programma di dare vita a un antiparlamento. La secessione s’inserì inizialmente in una situazione di crisi del fascismo; ma l’indignazione che l’aveva determinata non ebbe sbocco politico a causa dell’incertezza dei capi, che non vollero riportare la lotta in Parlamento, come aveva chiesto implicitamente il re, il quale, nel corso della crisi, rifiutò di prendere in considerazione qualsiasi iniziativa extraparlamentare. Per Mussolini fu quindi possibile passare alla controffensiva: il suo discorso del 3 genn. 1925 segnò l’inizio della vera e propria dittatura fascista. Nel nov. 1926 i deputati dell’A. furono dichiarati decaduti dal mandato parlamentare.