secondare
Ricorre solo nella Commedia, con il valore fondamentale di " seguire ", " tener dietro ", " venir dopo ", nello spazio o nel tempo.
Compare in Pg XXIX 91 come luce luce in ciel seconda, con riferimento al fatto che, per effetto del moto apparente delle stelle, una costellazione " segue " a un'altra e ne occupa il posto in cielo.
Poca favilla gran fiamma seconda (Pd I 34), cioè talora un grande incendio " tien dietro " a una piccola favilla, è energica ripresa di una sentenza proverbiale, altre volte rielaborata da D. (cfr. Cv III I 1, Pd XXIV 145-146); ma la vigoria dell'espressione sottintende la consapevolezza che nella terza cantica, gloriosamente avviata, già splende la grande fiamma.
La dichiarazione di Adamo di esser rimasto nel Paradiso terrestre da la prim' ora a quella che seconda / ... l'ora sesta (Pd XXVI 141) ha dato luogo a qualche incertezza esegetica (per cui v. ORA), perché non risulta chiaro quale sia la durata del tempo che D. ha voluto indicare; in ogni caso, anche qui seconda varrà " segue ", " tien dietro ".
Altre volte il significato di " seguire " si precisa in quello di " accompagnarsi " a qualcuno, esprimendo però contemporaneamente l'idea di un'adesione della volontà o per lo meno dell'attenzione di chi segue all'insegnamento, o alle parole, di chi viene seguito. In questo senso D. seconda Virgilio (Pg XXIII 123) e promette a Marco Lombardo: maraviglia udirai, se mi secondi (XVI 33), " se mi accompagni ", " se mi seguiti " (Buti).
L'idea dell'adeguamento a stimoli provenienti dall'esterno o del consenso diventa anzi prevalente quando il verbo è usato come intransitivo. Al di fuori del giunco, simbolo dell'umiltà, null'altra pianta... / puote aver vita sulla spiaggia del Purgatorio, però ch'a le percosse non seconda (Pg I 105), " non cede ", flettendosi, alle percosse delle onde; Capocchio seconda a D. contra i Sanesi (If XXIX 133), gli " tiene bordone ", lo " asseconda " nel deridere la fatuità dei Senesi; un discente... a dottor seconda / pronto e libente in quel ch'elli è esperto (Pd XXV 64), " risponde " cioè prontamente al maestro (" secondare è rispondere ", chiosa il Buti), soddisfacendo così alle domande di lui.
Ha valore estensivo anche in If XVI 117, dove però è usato transitivamente con il significato di " tener dietro " con lo sguardo. Virgilio ha gettato nel burrato la corda e la " segue " con l'occhio, suscitando così l'attenzione di D.: E' pur convien che novità risponda / ... al novo cenno / che 'l maestro con l'occhio sì seconda.
In due esempi è usato assolutamente. Come Stazio spiega a Virgilio e a D., nel Purgatorio si verifica il terremoto quando alcuna anima monda / sentesi... / e tal grido seconda (Pg XXI 60); alcuni commentatori spiegano dicendo che il canto del Gloria udito dai due pellegrini (cfr. XX 133-138) " Si accompagna " (Scartazzini-Vandelli) al terremoto; più esattamente il Mattalia e il Chimenz spiegano invece " vien dietro ", e questo perché, come risulta dal passo del canto XX ora citato, il canto del Gloria è successivo e non contemporaneo al terremoto. Un problema dottrinario è invece posto da Pd XXVIII 111 Quinci si può veder come si fonda / l'esser beato ne l'atto che vede, / non in quel ch'ama, che poscia seconda. Contro la concezione volontaristica che era propria di alcune correnti della scolastica, è qui accolta la tesi di s. Tommaso, secondo il quale la beatitudine consiste in primo luogo nell'atto della visione (vale a dire, dell'intelletto) e non nell'atto di amore: questo poscia seconda, " tien dietro ", " è l'effetto " della visione di Dio (cfr. Sum. theol. I II 3 1-8; III Suppl. 92 1-3).