LANCELLOTTO, Secondo
Predicatore e scrittore perugino, nato nel 1583, morto nel 1643. D'ingegno vivacissimo, infaticabile, di temperamento irrequieto, battagliero, ebbe vita avventurosa e travagliata. Entrato a 22 anni nell'ordine olivetano, mutando in Secondo il nome originario di Vincenzo, si acquistò ben presto fama di bell'umore e di valente predicatore; indi fu elevato alle più alte cariche, ma ne fu presto privato, andando incontro a persecuzioni e a sventure, secondo lui, immeritate. Percorse da un capo all'altro l'Italia, si recò anche a Lione e Parigi, facendosi applaudire nelle diverse accademie, a cui fu ascritto, con la lettura delle sue opere, riboccanti d'erudizione ma ravvivate dall'arguzia, da spunti polemici e satirici e da continui aneddoti.
Sostenere contro la comune opinione la superiorità dei moderni sugli antichi, e che l'età alla quale egli stesso apparteneva non era per nulla inferiore, né più disgraziata delle passate, tale è la tesi a cui s'informa la maggior parte delle sue opere: L'hoggidì overo Il mondo non peggiore, né più calamitoso del passato (Venezia 1627-1636); Farfalloni degli antichi storici (Venezia 1636); Chi l'indovina è savio (Venezia 1640). Pubblicò in latino una Historia Congregationis S. Mariae Montis Oliveti (Venezia 1623) e alcuni opuscoli ormai dimenticati; mentre giacciono tuttora inedite l'Acus nautica e la Vita di lui medesimo, stesa anche in ottave.
Bibl.: G. B. Vermiglioli, Biogr. degli scrittori perugini, Perugi 1829, p. 51 segg.; A. Belloni, Il Seicento, 2ª ed., Milano [1929], pp. 567-69.