Segretariato della comunità del Pacifico
La Commissione del Pacifico meridionale fu istituita nel 1947 con l’Accordo di Canberra da sei stati che detenevano il controllo su territori nell’area: Australia, Nuova Zelanda, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti. Questi ultimi miravano a ripristinare la stabilità nella regione in seguito agli scontri della Seconda guerra mondiale e nel contempo a salvaguardare la propria influenza politica e strategica nell’area del Pacifico meridionale. Il primo territorio ad acquisire l’indipendenza fu Samoa nel 1962 e di conseguenza tre anni più tardi ottenne lo status di membro all’interno della Commissione. Entro circa un ventennio la gran parte delle isole dell’area raggiunse l’indipendenza e si giunse così al riconoscimento della piena partecipazione in termini di voto e contribuzione finanziaria in seno alla Commissione nell’ambito della 23° Conferenza del Pacifico meridionale, tenutasi a Saipan. In occasione del cinquantesimo anniversario della Commissione venne poi modificato il nome dell’organizzazione in Segretariato della comunità del Pacifico (Spc), al fine di meglio rappresentare l’effettiva composizione geografica degli stati e dei territori membri.
Attualmente i membri della Spc sono 26 e includono sia stati sovrani che territori tuttora amministrati da una delle sei potenze fondatrici. Ciononostante, a livello territoriale l’area si è ridotta, a causa del ritiro dei Paesi Bassi nel 1962 (con la contestuale cessione della Nuova Guinea Olandese all’Indonesia, formalmente annessa nel 1969) e del Regno Unito nel 2004, per il ridimensionamento delle ambizioni britanniche sull’area. Oggi la Spc, all’interno del Consiglio delle organizzazioni regionali nel Pacifico, rappresenta l’organizzazione più longeva e di maggior estensione. I principali obiettivi e settori di competenza della Spc consistono nel fornire assistenza ai membri in ambito economico e in materia di sviluppo sociale. L’organizzazione ha dunque il potere di raccomandare ai membri l’adozione di determinate misure o, in alternativa, di svolgere una funzione di coordinamento delle politiche nazionali nei campi dell’agricoltura, delle comunicazioni, dei trasporti e della pesca. La Spc fornisce ai membri assistenza tecnica, dati statistici e informazioni al fine di facilitare il lavoro dei governi e delle amministrazioni nazionali, che, soprattutto per quanto riguarda le isole di piccole dimensioni e geograficamente isolate, sono privi delle competenze e delle risorse necessarie.
Struttura istituzionale
La Conferenza della comunità del Pacifico è l’organo di indirizzo politico dell’organizzazione. Si riunisce una volta ogni due anni ed è composta da un delegato per ciascun membro, ognuno dei quali dotato di un voto. Per quanto riguarda il processo decisionale, il sistema prevalente consiste nella pratica del consensus. Il Comitato dei rappresentanti dei governi e delle amministrazioni si riunisce, invece, annualmente e nell’anno in cui non si tiene la Conferenza prende in sua vece le decisioni necessarie a governare l’organizzazione. La Spc si suddivide in sei Divisioni tecniche, un Programma statistico, un Ufficio di pianificazione strategica e una Direzione per l’amministrazione e le operazioni. La Direzione a sua volta è ripartita in una Divisione di corporate services, che amministra le risorse finanziarie e umane e coordina i servizi amministrativi, e un Programma di supporto, che svolge attività di assistenza tecnica e servizi specifici, come redazione delle pubblicazioni, interpretariato e biblioteca.
Australia, Isole Cook, Figi, Francia, Guam, Kiribati, Isole Marianne Settentrionali, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Palau, Papua Nuova Guinea, Isole Pitcairn, Polinesia Francese, Isole Salomone, Samoa, Samoa Americane, Stati Uniti, Tokelau, Tonga, Tuvalu, Vanuatu, Wallis e Futuna.