Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Residenza della signoria feudale, ma anche e soprattutto centro politico ed economico, il castello è progettato dal punto di vista architettonico a scopo difensivo. Nel Nord Europa persiste la tipologia del castello sia come nucleo abitativo, sia come luogo di rappresentanza, mentre in Italia, con la nascita dei Comuni, il castello viene sostituito dal palazzo comunale, sede del potere civile e simbolo della città.
In epoca romana il palatium indica la residenza dei principi, ma a partire dal IX secolo i palazzi nobiliari vengono fortificati e progettati come spazi essenzialmente difensivi: da qui nasce la distinzione tra il termine palatium, volto a designare l’architettura che rappresenta il potere, e castello (diminutivo di castrum), sinonimo di luogo fortificato.
Nonostante l’aspetto romantico e fiabesco che hanno sempre avuto nell’immaginario collettivo, i castelli hanno subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli ed è quindi raro trovare edifici che conservino il medesimo aspetto che possedevano in epoca medievale. Oggi sono spesso sedi di musei o istituzioni pubbliche, ma richiamano ancora alla memoria le vicende di coloro che li hanno abitati.
Il castello, oltre a essere la residenza del signore locale, rappresenta un centro militare, politico ed economico. Lo stesso diritto a fortificare è una prerogativa regia, benché nel tempo questo privilegio venga poi assunto anche da signorie territoriali.
Nell’alto Medioevo i castelli, che spesso sorgono su alture o promontori naturali, mantengono ancora distinta la funzione residenziale da quella difensiva, ma in epoche successive gli agglomerati urbani assumono l’aspetto di villaggi fortificati. Insediamenti contadini possono formarsi anche in assenza di castelli, ma non in assenza di signorie locali: di conseguenza il sorgere di villaggi testimonia il bisogno di ordine e pace sociale che sfocia nel fenomeno del cosiddetto “incastellamento”. Dopo l’anno Mille si assiste infatti alla scomparsa di case isolate in favore della concentrazione abitativa attorno a sedi difensive e il castello assume così la doppia funzione di villaggio fortificato e residenza feudale.
I castelli sono un esempio eloquente di architettura medievale polivalente: la difesa rimane alla base della progettazione, ma all’interno devono trovare posto l’ala residenziale e spesso anche le abitazioni della cittadella. Il complesso comprende numerosi spazi: un nucleo abitativo che include la residenza signorile (concepita in maniera gerarchica, se destinata alla corte, e tesa a esaltare l’autorità di chi vi risiede), alloggi per la servitù e le milizie, locali per le riserve di alimenti e una cappella; una cinta muraria destinata alla difesa dagli attacchi esterni, provvista di torrette di vedetta e passaggi per le sentinelle incaricate della ronda; infine, ma tutt’altro che secondario, il mastio (o maschio), una torre che, in virtù della sua posizione elevata, costituisce sia il luogo privilegiato di avvistamento, sia l’ultimo baluardo difensivo in caso di assedio.
L’intero complesso può sorgere su un’altura (spesso identificata come “motta”) o essere circondato da un largo fossato che sostituisce gradualmente le vecchie palizzate in legno ed è collegato alla terraferma da un ponte levatoio. In Germania la fortezza di Wartburg sorge appunto su uno sperone roccioso, così come Castelgrande (parte del complesso monumentale di Bellinzona in Svizzera), che dall’alto domina la valle sottostante.
L’evoluzione del castello è strettamente legata allo sviluppo del feudalesimo e le nuove signorie accolgono favorevolmente le novità che consentono uno stile di vita più confortevole: si progettano canali di scolo verso i fossati e le sale vengono dotate di rudimentali stufe e camini a muro, mentre le tappezzerie affiancano la funzione decorativa a quella pratica, poiché trattengono il calore nei mesi invernali.
La signoria locale esercita il potere giuridico sui territori da essa amministrati e in cambio offre protezione alla popolazione assoggettata. Le attività lavorative di coloro che abitano entro le mura del castello si svolgono soprattutto nelle campagne circostanti, mentre all’interno del castello si concentrano attività artistiche e artigianali che consentono una specializzazione delle mansioni: la richiesta di vasellame e arredi affianca la produzione di tessuti e apparati cerimoniali destinati alle feste e ai tornei.
Carcassonne è una delle più imponenti città fortificate d’Europa: il castello vero e proprio è protetto da una doppia cinta muraria che gli vale la fama di fortezza inespugnabile. Merita di essere ricordato anche il complesso inglese costituito dai castelli di Beaumaris e Harlech che rappresenta uno dei più alti esempi di architettura militare del XIII secolo.
Quando il villaggio che circonda il castello assume le dimensioni di una città fortificata, l’intero complesso prende il nome di roccaforte. Montagnana, contesa tra Padova e Venezia, vanta una cinta muraria difensiva che tuttora rappresenta uno degli esempi meglio conservati in Europa: costruita attorno alla metà del XIV secolo con merlature di tipo guelfo, è stata ideata militarmente come una fortezza estremamente sicura. I cittadini di Montagnana trovano rifugio all’interno delle mura del castello e, in cambio, sono tenuti a contribuire alla sua manutenzione e a prestare servizio militare. La roccaforte di Gradara, situata su un colle al confine tra Romagna e Marche, possiede addirittura una doppia cinta muraria e tre ponti levatoi che la rendono pressoché inviolabile agli attacchi nemici.
Progettato come residenza di caccia, il celebre Castel del Monte ad Andria (costruito intorno al 1240 ca.) fa parte di una lunga serie di castelli edificati per volere di Federico II nell’Italia meridionale; anche il castello francese di Vincennes, particolarmente amato da Carlo V, iniziato nella seconda metà del XII secolo e più volte rimaneggiato, era in origine un padiglione di caccia ed è tuttora circondato da un vasto parco (il Bois de Vincennes).
Con la nascita dei Comuni si assiste in Italia al graduale abbandono dei castelli, ma la loro fortuna continua nel Nord Europa, assumendo caratteri diversi: con l’arrivo della polvere da sparo, infatti, cessa la funzione difensiva del castello e l’edificio diventa residenza nobiliare, come dimostrano, in Francia, i castelli della Loira privi di mura esterne e caratterizzati, dal punto di vista architettonico, da un alleggerimento delle forme.
I primi Comuni nascono nell’Italia centro-settentrionale attorno all’XI secolo, quando l’aristocrazia locale decide di arrogarsi il diritto di amministrare l’intera politica cittadina strappando numerosi privilegi riservati all’autorità imperiale.
La tipologia del castello è rievocata negli edifici pubblici, in particolare nel palazzo comunale, sede dell’amministrazione e del governo cittadino: qui risiedono gli organi dirigenti della città come il podestà, una sorta di mediatore istituito per mettere fine alle divisioni tra gruppi aristocratici che si contendono il potere, in alcuni casi designato dall’imperatore stesso.
Nel Duecento i grandi Comuni dell’Italia settentrionale avviano la costruzione di municipi che presentano caratteri gotici, ad esempio l’alleggerimento della struttura, come il Palazzo Pubblico di Piacenza, costruito a partire dal 1281.
Nel contesto cittadino, l’importanza di questi edifici è paragonabile a quella della cattedrale. Praticità, decoro e razionalità costituiscono le linee guida dell’architettura civile medievale e sono i canoni rispettati nell’edificare i palazzi pubblici, simboli celebrativi della città. L’ampio loggiato al piano terra, impiegato soprattutto nelle città settentrionali, non caratterizza l’architettura civica dell’Italia meridionale, dove le forme gotiche godono di minore fortuna e le istituzioni comunali sono meno sviluppate. Ciò che tutti i palazzi comunali condividono sono invece gli ambienti interni adibiti allo svolgimento degli affari pubblici: tendenzialmente comprendono una vasta sala per le riunioni decorata con cicli storici o allegorici, che evocano alcuni eventi significativi della storia della città. In questo senso si ricorda la Sala dei Notari nel Palazzo dei Priori di Perugia, dove gli affreschi della scuola di Pietro Cavallini affiancano gli stemmi dei podestà.
Tra XIII e XIV secolo le autorità comunali decretano che parte del bilancio venga assegnato alla decorazione dei palazzi pubblici: le facciate, ornate con gli stemmi dei propri alleati, sono destinate all’esibizione di insegne ed emblemi e diventano lo specchio della prosperità cittadina.
Un chiaro esempio dell’importanza attribuita alle arti figurative in età comunale è dato dal Palazzo Pubblico di Siena (1288 - 1342 ca.), modello di architettura gotica civile: gli affreschi profani sono spesso affiancati da raffigurazioni di santi locali eletti a patroni della città e costituiscono uno strumento di propaganda politica per chi detiene il potere. Le sale interne presentano le Allegorie del buono e del cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti e il Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini (1284 ca. - 1344), che mostra il comandante delle truppe senesi durante l’assalto alla rocca di Montemassi del 1328.
I palazzi comunali sono spesso affiancati da una torre che diventa simbolo del Comune stesso, come la Torre del Mangia (1338-1348) che domina Piazza del Campo a Siena, o la torre civica che svetta sul Palazzo della Signoria di Firenze; mentre i campanili religiosi scandiscono il tempo tradizionale, quelli secolari determinano il tempo civile annunciando eventi straordinari, oppure pericoli che necessitano dell’intervento dell’intera comunità. Con la nascita dei Comuni l’architettura urbana subisce un’evoluzione assumendo caratteri fortemente simbolici, e la piazza acquista particolare rilievo. Solitamente situata in loco dell’antico foro romano, essa diviene il centro della vita cittadina in quanto luogo di scambi e di incontri. Il suo perimetro è delimitato dalla chiesa, dal palazzo comunale e dalla torre civica, quasi a testimoniare l’unione tra autorità civile e religiosa.