SEGA
. Con il nome di seghe (fr. scies; sp. sierras: ted. Sagen; ingl. saws) si indicano sia gli attrezzi manuali sia le macchine per eseguire l'operazione tecnologica del segare: questa consiste nel suddividere un oggetto in parti, direttamente utilizzabili, con produzione moderata di segatura; fino a oggi ha conservato tutta la sua importanza nel campo dei legnami, mentre in qualche caso è stata sostituita, per i metalli, dalla recisione (v. cesoie) e dal taglio con la fiamma o con l'arco (v. saldatura), e, per le pietre, dal taglio con il filo elicoidale o con i dischi abrasivi (v. marmo).
1. Seghe per legnami (v. legno; mobile). - Gli attrezzi manuali portano come utensile una lama dentata su un lembo e si distinguono in: seghe a lama libera (fig.1, a, b, c) e seghe a lama tesa o intelaiate (fig. 1 d).
Le macchine si distinguono in:
A) Seghe a moto di lavoro alternativo, impresso all'utensile (lama dentata); il moto di avanzamento (alimentazione), impresso al legname, può essere continuo o intermittente (durante la corsa utile del moto di lavoro o durante quella di ritorno). Sono le più antiche, hanno un basso rendimento meccanico e dànno una produzione poco elevata. Possono essere:
a) A lama libera, destinate solo all'abbattimento e al taglio trasversale dei tronchi.
b) A lama tesa o a telaio: questo può portare una o più lame (fino a 10 ÷ 20), per suddividere un tronco contemporaneamente in più tavole con una energia unitaria minore (fig. 2).
B) Seghe a moto di lavoro continuo: tendono a sostituire gradualmente quelle alternative per semplicità costruttiva, rendimento e produzione. Possono essere:
a) A utensile libero o circolari: l'utensile è un disco dentato che ruota intorno al proprio asse con moto uniforme; il legno avanza con moto uniforme continuo, spinto a mano nelle piccole macchine o per mezzo di rulli in quelle a comando automatico; le seghe dette a pendolo (fig. 3) servono per tagli trasversali. Le seghe circolari, sebbene semplici e rapide, utilizzano il raggio del disco solo in parte (limitazione dell'altezza di taglio) e richiedono un certo spessore nel disco con una forte produzione di segatura e maggiore consumo di energia.
b) A utensile teso o a nastro: questo è dentato su un lembo, chiuso ad anello (con saldo-brasatura) e accavallato come un normale cingolo su due volani ad assi paralleli, dei quali uno (motore) ha i supporti dell'albero fissati all'incastellatura mentre l'altro (mosso) può essere registrato in distanza per dare la necessaria tensione al nastro; l'avanzamento viene impresso al legname come nelle seghe a disco. Con queste macchine l'altezza di taglio è limitata solo dalla resistenza del nastro e si possono eseguire una grande varietà di lavori (anche tagli in curva con nastri assai sottili) senza notevole consumo di legno e di energia.
Nelle macchine per segare i legnami la velocità di lavoro v dipende: dal tipo della macchina, dalla qualità e dalla disposizione delle fibre del legno nel taglio; la velocità di avanzamento a (in mm. per corsa completa nelle macchine alternative e in mm/sec. in quelle a moto continuo) è una piccola frazione di v che dipende anche dal grado di finitura da conseguire:
La potenza assorbita è N = Nu + Nm + Na, indicando con: Nu la parte richiesta dall'utensile, Nm quella assorbita dalla macchina per trasmettere Nu all'utensile (è maggiore della potenza assorbita a vuoto), Na quella assorbita dal meccanismo di avanzamento; la valutazione di queste porzioni della potenza può farsi con formule empiriche o semiempiriche riportate nelle pubblicazioni speciali.
2. Seghe per metalli. - Gli attrezzi manuali usati nelle officine sono i seghetti a lama tesa entro archetto metallico (fig. 4). Le macchine si classificano come quelle per i legnami:
A) Seghe alternative, impiegate nei magazzini di officina per tagliare acciai da utensili: hanno la lama tesa in archetto animato dal moto di lavoro; la fig. 5 rappresenta un tipo provvisto di comando idraulico (con olio sotto pressione) per sollevare l'archetto durante la corsa di ritorno, per dare l'avanzamento alla lama alla fine della corsa stessa, per disimpegnare l'archetto a taglio ultimato; con queste macchine si può giungere a segare una barra di acciaio del diametro di mm. 400 in 60 minuti.
B) Seghe a moto continuo:
a) Circolari a disco dentato: questo, girando a forte velocità, avanza contro il pezzo con una legge continua di moto tale che risulti costante lo sforzo, sulla dentatura, col variare della sezione segata; queste macchine possono tagliare barre tonde da 650 mm. e ferri a I da 700 mm. con una potenza di 16 ÷ 18 cav.; i tipi più grandi portano due dischi, del diametro di oltre 2000 mm. e assorbono 30 ÷ 40 cav. Seghe circolari di notevoli dimensioni sono anche impiegate nelle acciaierie e nei laminatoi per spuntare e sezionare lingotti e grossi profilati a caldo (ad una temperatura di 600° ÷ 800°, alla quale la resistenza del metallo è relativamente bassa): il disco, di acciaio dolce esente da Mn, viene raffreddato con acqua o con aria nella zona libera; queste macchine possono assorbire, con dischi di 1500 mm., anche 70 cav. di potenza.
b) Circolari a disco fondente, impiegate specialmente nel taglio, a freddo o a caldo, di acciai duri e rapidi: il disco, di acciaio dolcissimo e avente il bordo privo di denti ma zigrinato, viene spinto a secco contro il pezzo, che risulta tagliato per fusione del metallo prodotta dal forte attrito sviluppato; queste macchine dànno, senza usura apprezzabile dell'utensile, un taglio più netto delle seghe a disco dentato, ma richiedono una maggiore potenza.
c) A nastro (fig. 6), nelle quali il moto di avanzamento viene impresso al pezzo, e che possono eseguire tagli normali, inclinati e in curva.
Nelle seghe per metalli i valori della velocità di lavoro v vengono stabiliti in base ai criterî generali relativi al taglio dei metalli:
3. Utensili per segare. - Sono costruiti generalmente in acciaio duro o semi-duro tenace (al Ni o al Cr-Tu) e muniti di denti il cui profilo si accosta a quello triangolare caratteristico degli utensili taglienti e dipende: dal materiale da segare, dall'acciaio dell'utensile, dall'attrezzo o dalla macchina impiegati. La figura 7 dà alcuni esempî di profili di dentature rispettivamente per seghe da legno e da metalli, con l'indicazione degli angoli principali.
Per limitare l'attrito laterale della dentatura nel solco scavato i denti sono di regola allicciati o stradati (piegati alternativamente da una parte e dall'altra del piano della dentatura); in particolare nel caso dei metalli si stradano solo alcuni denti intercalati da altri diritti; negli utensili a disco si preferisce aumentare lo spessore di questo in corrispondenza del lembo dentato e, in quelli per seghe di grande potenzialità, usare denti riportati (fig. 8).
L'affilatura dei denti si esegue a mano (per le piccole seghe) con lime a sezione triangolare (v. lima) ovvero con macchine munite di mola abrasiva (v. rettificatrice) nelle quali il supporto di questa ha il moto di va e vieni per affilare un dente alla volta, mentre un meccanismo provvede a presentare i successivi denti all'affilatura; in particolare la mola può affilare il vano del dente (petto) ovvero la faccetta superiore (dorso), secondo gli schemi della fig. 9.
Bibl.: E. Ascione, Macchine per la lavorazione dei metalli, Milano [1911]; C. Codron, Sciage des métaux, Parigi 1922; P. Denis, Cours de constructions mécaniques, II, ivi 1925; A. Galassini, Elementi di tecnologia meccanica, parti 4ª e 5ª, Torino 1929; G. Guidi, Tecnologia del legno, Firenze 1931; Hütte, Manuale enciclopedico dell'ingegneria, II, ii, Milano 1928, Pareto e Sacheri, Enciclopedia delle arti e industrie, V, Torino 1891; J. Petitpas, Usinage du bois, Parigi 1923; A. Salvi, Lavorazione del legno e dei metalli, Milano 1924-25.