SEGNA di Buonaventura (o di Tura)
Pittore senese. È ricordato in documenti fra il 1298 e il 1326. I suoi rapporti con la bottega di Duccio si veggono nel polittico (n. 28) della pinacoteca di Siena; tutto di mano di S. fuorché il pannello centrale, la Madonna, ch'è di Duccio. Fra molte opere di S. ne restano quattro firmate, fra cui: Madonna con Angeli, Santi e Donatori, nella collegiata di Castiglione Fiorentino; Quattro Santi, da un polittico, alla pinacoteca senese. Croci dipinte da S. sono alla Badia d'Arezzo e nel duomo di Massa Marittima; insieme con varie Madonne (Servi e Seminario di Siena; raccolta Lehman, New York, ecc.), di derivazione duccesca; con la Crocifissione nella raccolta Crawford, Londra, già attribuita a Duccio; con una copia libera, rovinatissima, di Storie della Passione dalla Maestà di Duccio, nel duomo di Massa Marittima, ci documentano un coscienzioso artista di transizione, fra Duccio e Simone Martini. La deformazione delle figure, nel senso dell'allungamento, mostra che S. non fu indifferente allo stile d'Ugolino di Neri; benché non abbia nulla della fosca e angolosa vivacità di questo: metodico, monotono, improntato a una prosaica correttezza.
S., come i figli Niccolò e Francesco, e altri seguaci, riprende continuamente formule duccesche; finché si incontrano le prime contaminazioni di queste maniere residue con le maniere inventate da Simone; le quali, in una accezione volgare, potevano essere più prontamente ricevute e applicate appunto da amanuensi come questi, senza esigenze d'originalità.
Bibl.: Per il catalogo dell'opera: B. Berenson, Ital. Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 523 segg. Vedi inoltre: R. van Marle, The Devel. of the Italian Schools of Paint., II, L'Aia 1924, p. 125 segg.; F. M. Perkins, Pitture senesi poco conosciute, in Diana, VI (1931), passim (su alcune opere minori di S. ed affini); C. Brandi, La R. Pinacoteca di Siena, Roma 1933; C. H. Weigelt, La pittura senese del Trecento, Bologna 1930.