segnare
Ricorre soprattutto nella Commedia; compare una sola volta nelle Rime, e una nel Convivio. Piuttosto frequente l'uso del participio, con valore attributivo o, più spesso, predicativo.
Il significato fondamentale di " indicare con un segno " è documentato in Cv III V 13 Segnati questi tre luoghi sopra questa palla [che rappresenta la terra], leggiermente si può vedere come lo sole la gira. Più specifico il significato del verbo in If XXVI 108 venimmo a quella foce stretta / dov'Ercule segnò li suoi riguardi, cioè " fissò " i limiti (riguardi) posti da lui al mondo umano, e in If XIII 3 ci mettemmo per un bosco / che da neun sentiero era segnato, nel senso di " delineare un tracciato ".
Frequente anche il valore semantico di " significare ", " esprimere con un segno sensibile ": Pd XVIII 54 Io mi rivolsi dal mio destro lato / per vedere in Beatrice il mio dovere, / o per parlare o per atto, segnato; soprattutto nell'accezione specifica di " scrivere ": Pg XXXIII 53 queste parole segna a' vivi, " scrivi, riporta " (Mattalia); Pd XVIII 72 Io vidi ... / segnare a li occhi miei nostra favella (l'infinito ha valore passivo); XIX 128 e 129 [nel libro della giustizia divina] Vedrassi al Ciotto di Ierusalemme [Carlo II d'Angiò, detto il Ciotto o lo Zoppo, re di Puglia e di Gerusalemme] / segnata con un i la sua bontate, / quando 'l contrario segnerà un emme, cioè la bontà sarà indicata con una I, che vale 1, mentre una M, segno grafico di 1000, indicherà la pravità, le cattive azioni di Carlo.
In Pd XVI 24 quai fuor li anni / che si segnaro in vostra püerizia, il verbo, ancora nell'accezione di " scrivere ", allude all'uso d'indicare gli anni correnti nelle scritture pubbliche, nei documenti ufficiali, nelle cronache: vale quindi, più specificamente, " registrare ". Analogo il senso figurato di " annoverare ", in Rime CVI 30 Amore / la [Virtù] segna d'eccellente sua famiglia, " l'annovera tra i suoi più eccellenti famigliari " (Santi), o di " assegnare ", nella variante forse in Parnaso esto loco segnaro, di Pg XXVIII 141 (cfr. Petrocchi, ad. l.).
In alcuni luoghi della Commedia s. vale " imprimere ", o in senso materiale e fisico (Pg XII 18 perché di lor memoria sia, / sovra i sepolti le tombe terragne / portan segnato quel ch'elli eran pria, cioè portano " incisa " la loro figura, e 38), ovvero a indicare l'‛ impressione ' lasciata da un avvenimento nella mente o memoria: Pd I 24 l'ombra del beato regno / segnata nel mio capo. Nell'ambito del primo di questi due luoghi si può ricordare la variante (caratteristica della sezione a) tutta è segnata [invece di dipinta] nel cospetto etterno, di Pd XVII 39; cfr. Petrocchi, ad locum.
Analogamente, da ‛ segno ', nel senso di " sigillo ", in espressioni figurate indicanti il manifestarsi di sentimenti che come ‛ sigilli ' improntano di sé l'atteggiarsi del volto o la parola: Pg VIII 82 Così dicea, segnato de la stampa, / nel suo aspetto, di quel dritto zelo / che...; Pd XVII 9 " Manda fuor la vampa / del tuo disio ", mi disse, " sì ch'ella esca / segnata bene de la interna stampa... "; XIII 80 Però se 'l caldo amor la chiara vista / de la prima virtù dispone e segna, / tutta la perfezion quivi s'acquista, detto dell'opera creatrice di Dio o, più specificamente, secondo il Daniello, dello Spirito Santo ('l caldo amor), che " segna, suggella, l'impronta del Verbo nella creatura "; Pg XXXIII 81.
Infine, da ‛ segno ', nel senso di " insegna ": Reginaldo degli Scrovegni d'una scrofa azzurra e grossa / segnato avea lo suo sacchetto bianco (If XVII 65; la scrofa azzurra in campo bianco era lo stemma della sua famiglia).
In If XX 69 Loco è nel mezzo là dove 'l trentino / pastore e quel di Brescia e 'l veronese / segnar poria, il verbo vale " fare il segno della croce " (" dare la benedizione ", Landino), che, in quanto atto rituale per eccellenza, indica l'esercizio del magistero vescovile.