DIACRITICI, SEGNI
Nella lingua scritta, i segni diacritici sono lettere che non corrispondono a un suono, ma servono soltanto a determinare (dal greco diakritikòs ‘che distingue’) la giusta pronuncia di un’altra lettera o gruppo di lettere.
In italiano i segni diacritici sono due: la h e la i.
• L’h compare nei gruppi che, chi e ghe, ghi per distinguerne la pronuncia da quella dei gruppi ce, ci e ge, gi
cheto / ceto, chicca / cicca
ghetto / getto, ghiro / giro
e in alcune voci dell’indicativo presente del verbo avere, per distinguerle da una serie di ➔omofoni
io ho / o (congiunzione)
tu hai / ai (preposizione articolata)
lui, lei ha / a (preposizione semplice)
loro hanno / anno (sostantivo)
• La i compare nei gruppi cia, cio, ciu; gia, gio, giù; scia, scio, sciu; glia, glie, glio, gliu per distinguerne la pronuncia da quella dei gruppi ca, co, cu; ga, go, gu; sca, sco, scu; gla, gle, glo, glu
ancia / anca, ciocco / cocco, ciucco / cucco
giara / gara, mangio / mango, giusto / gusto
sciala / scala, sciocca / scocca, prosciutto / discusso
soglia / sigla, biglietto / inglese, luglio / inglobare, pagliuzza / glutine.
Ci sono casi in cui nella grafia si usa una i superflua, che non si pronuncia e non ha neanche una funzione diacritica:
– in alcune parole in cui la i è il residuo di un’antica pronuncia
cieco (➔accecare o acciecare?)
cielo (anche per distinguerla dall’omofona celo ‘nascondo’)
– in alcuni plurali di parole in ➔-cia, -gia, per influenza della grafia del singolare
camicie, valigie
– in alcune parole in cui la i si mantiene per influenza della grafia latina
specie, fattispecie, effigie, superficie
Non esiste, in casi come questi, una regola sicura: il modo migliore per non sbagliare è controllare la grafia nel dizionario;
– nella 1a persona plurale dell’indicativo e del congiuntivo e nella 2a persona plurale del congiuntivo dei verbi con radice in nasale palatale gn (bagniamo, sogniate) in cui la i è superflua dal punto di vista fonetico e serve solo a ribadire graficamente la riconoscibilità delle desinenze -iamo, -iate dei verbi in ➔-gnare.
Per l’h del verbo avere si parla di h etimologica, perché ha un modello nelle forme del verbo latino habere.
Le forme ò (al posto di ho), ài (al posto di hai), à (al posto di ha), ànno (al posto di hanno), ancora in uso tra fine Ottocento e primi del Novecento, oggi sono grafie errate a tutti gli effetti.
VEDI ANCHE -gna o -gnia, -gne o -gnie, -gno o -gnio?