segreteria di Stato pontificia
Organo della Santa Sede che presiede agli affari politico-religiosi della Chiesa cattolica. Le sue origini vanno ricercate nella Camera secreta istituita da Martino V (1417-31) per i rapporti diplomatici, e nella Secreteria apostolica per la corrispondenza ufficiale in lingua latina disciplinata (1487) da Innocenzo VIII; questa secreteria era costituita da 24 segretari apostolici tra cui, in posizione preminente, il secretarius domesticus; Leone X creò il secretarius intimus alle dipendenze del cardinale che assumeva la direzione degli affari di Stato (era Giulio de’ Medici): così prese fisionomia la segreteria di Stato, retta dal cardinal nipote come ministro del papa. Abolito l’ufficio del cardinal nipote (1692), che era intanto diventato il sovraintendente generale dello Stato pontificio, ne assunse i poteri il cardinale segretario di Stato. Con la riforma di Pio X (costituzione apostolica Sapienti consilio, 1908) la segreteria di Stato risultò composta di tre sezioni: Sacra congregazione degli affari ecclesiastici straordinari, Ufficio degli affari ordinari e Cancelleria dei brevi apostolici. L’ordinamento è profondamente mutato con le costituzioni apostoliche Regimini ecclesiae universae di Paolo VI e Pastor bonus (28 giugno 1988) di Giovanni Paolo II. Presieduta dal cardinale segretario di Stato e suddivisa in due sezioni (la Cancelleria dei brevi apostolici è stata abolita), la segreteria di Stato «coadiuva da vicino» il papa sia nella cura della Chiesa universale sia nei rapporti con i dicasteri della Curia romana.