seguire (seguere)
Quanto alla morfologia, accanto all'infinito seguer (che costituisce la rima composta seguer de' con verde) di Rime XCV 14, va registrata, per la III singol. del pass. rem., anche la forma seguette (non soltanto in rima), e per l'imperativo anche seguisci. Nel Fiore si hanno seguor (III plur. indic. pres.) e sieva, III singol. cong. pres.; anche se lo scambio consonantico, attestato più frequentemente nel nord, non è ignoto in Toscana, la forma è più probabilmente per influenza del francese sive, che compare nel luogo corrispondente del Roman de la Rose (v. oltre). Al participio si ha pure la forma latineggiante ‛ sequente '. Non mancano alcune forme con il pronome enclitico.
Dal valore proprio di " tener dietro a ", " andar dopo " qualcuno o qualcosa (cfr. " Bull. " XV [1908] 56) derivano al verbo significati molteplici e vari, che ne rendono quanto mai articolato l'uso, specialmente nell'ambito del figurato. Il costrutto prevalente è il transitivo, cui si alternano quello intransitivo e quello assoluto, non sempre postulati dal senso.
Il verbo presenta numerose occorrenze; talora è accostato a ‛ seguitare ', di cui in molti casi è sinonimo. Si veda dunque anche questa voce.
1. Nel senso proprio di " andar dietro a ", " accompagnare " qualcuno, l'uso di s. è piuttosto limitato e quasi esclusivo della Commedia: all'inizio del poema Virgilio esorta D. al gran viaggio (per lo tuo me' penso e discerno / che tu mi segui, e io sarò tua guida, If I 113; cfr. anche XI 112, con il -mi enclitico, XVI 91 e Pg XIX 40, nonché la formula ‛ s. i passi ' di Pg I 112 e XII 10, analoga a seguire li vestigi di Cv IV VII 7), sicché l'espressione colui cu' io seguiva, con la quale il discepolo designa il maestro, travalica il puro senso letterale, tuttavia presente anche in questo luogo (Pg XI 47; per altri casi analoghi, v. oltre).
Ancora per " andar dietro a ", in Pg II 84, XXII 9, Pd XXIII 107, e anche nei contesti figurati del Fiore: Diletto e Compagnia seguian la schiera, LXXIX 5; CII 1. In Pd II 2 O voi che siete in piccioletta barca / ... seguiti / dietro al mio legno che cantando varca (l'accostamento a dietro, di cui non si hanno altri esempi, modifica un po' il valore del verbo) alcuni interpreti moderni - per es. Scartazzini-Vandelli, Chimenz, Sapegno -, unendo seguiti a siete, vedono nell'espressione un ricalco del latino secuti estis, e intendono come l'Ottimo: " siete seguitati ", cioè " avete seguito ". Ma si può anche considerare siete come verbo autonomo, nel senso di " vi trovate ", e dare a seguiti il valore di participio presente (come può avvenire anche in latino): " procedendo ". Cfr. infatti Benvenuto: " seguiti, idest, sequuti, ita quod est participium, et non verbum, ut multi ignoranter intellexerunt "; così anche il Buti. Un " seguire " più stretto è quello che si esprime in Pd XXVIII 91 L'incendio suo seguiva ogne scintilla: " ogni scintilla - cioè ogni angelo...-, seguiva... i cerchi fiammeggianti; ciascuna dunque delle scintille seguitava a girare come il cerchio suo attorno al punto " (Scartazzini-Vandelli).
Altrove il significato di s. si estende a quello di " mettersi al seguito " di qualcuno che si riconosce come guida (cfr. il già citato Pg XI 47), tanto vero che i martiri cristiani sono senz'altro la milizia che Pietro seguette (Pd IX 141; in XI 102 si allude agli Apostoli, per cui cfr. Ioann. 21, 19 [Iesus] " dicit ei [Petro]: Sequere me "); non diversamente, s. Tommaso afferma che qual segue lui [cioè il suo patriarca s. Domenico]... buone merce carca (XI 122; cfr. anche III 103; analogo il caso di fiore XCIII 10 que' che seguor mi' pennone, " le mie insegne " [Petronio]). Qui va considerato anche Cv IV VII 13 Colui... che non si fé discepolo, che non segue lo maestro, cui si può accostare, per l'analogia suggerita dal paragone, If XI 104 l'arte vostra quella [la natura] ... / segue, come 'i maestro fa 'l discente (v. SEGUACE).
Su questa linea, ma certo con maggior risalto al valore ideale della metafora, si pone l'immagine del ‛ seguire ' Cristo (Pd XIV 106 e XX 47), Dio (Fiore CXV 2, e 10 se Dio fé comanda / ch'on desse tutto a' poveri e po' ' l sieva: cfr. Roman de la Rose 11377 " E sachiez la ou Deus comande / Que li preudon quanqu'il a vende / E doint aus povres e la sive ").
In altri casi il verbo è piuttosto nel senso di " venir dopo " (sempre nello spazio), senza implicare necessariamente l'idea del moto, con costrutto sia transitivo che assoluto: 'l segno / che segue il Tauro è la costellazione dei Gemelli (Pd XXII 111); E quel che segue... per l'arco superno / ... L'altro che segue..., cioè i due spiriti collocati dopo quello di Traiano a formare il sopracciglio dell'aquila (XX 49 e 55; XXVIII 31). Detto di uno scritto, in Cv II XV 12 l'altro che segue poi di questa canzone, sufficientemente è... manifesto.
Vanno dunque posti qui i passi in cui ricorre il participio presente con funzione attributiva: Già eravamo, a la seguente tomba [cioè alla bolgia " che vien dopo " quella degli adulatori], / montati.., If XIX 7; Pd II 115; la figura santa / ... mi rispuose / nel modo che 'l seguente canto canta (V 139). Ancora con riferimento a parti di un'opera: Cv II VIII 16 e IX 8 (capitolo); XV 11 e III XIII 4 (trattato; in III VII 13 sequente trattato); IV XIX 1 e III IV 2 (parte e particula; in Vn XXI 5 a la precedente parte e a la seguente); Vn XIX 15 sequenti parole; Cv III I 13 (versi); le seguenti commendazioni (XIII 8) sono le lodi della Filosofia di cui D. parla subito dopo.
2. Come figurato, s. acquista i significati più vari. Conserva sempre il valore di " tener dietro " quando ha per oggetto il sacrosanto segno dell'Impero (mal segue quello /... chi la giustizia e lui diparte, Pd VI 104: qui più vicino al senso proprio, come in Cv II XV 6 non dee l'uomo, per maggiore amico, dimenticare li servigi ricevuti dal minore; ma se pur seguire si conviene l'uno e lasciar l'altro, lo migliore è da seguire; ancora un'occorrenza nello stesso paragrafo), o le imagini di ben (Pg XXX 131), l'Amore (Rime dubbie XVI 3), 'l caldo (Rime C 27: soggetto è l'augel). E anche: Chi dietro a iura... / sen giva, e chi seguendo sacerdozio, " prebende e prelationi ecclesiastiche " (Lana, a Pd XI 5; oppure, come intende il Buti, " seguitando gli ordini del sacerdozio, facendosi sacerdote o cherico per essere ricco "; le due espressioni ‛ gire dietro ' e s. sono perfettamente parallele). Sul punto di dare inizio alla santa orazione alla Vergine, s. Bernardo chiede a D. di ‛ seguirlo ' con l'affezione (Pd XXXII 149).
In un passo il s. implica assoggettamento: D. teme l'accusa di avere seguita - cioè " subita "; di " essersi lasciato prendere da " - tanta passione... quanta chi legge le rime composte dopo la morte di Beatrice è autorizzato a credere che lo abbia ‛ signoreggiato ' (Cv I II 16; v. l'ampia nota di Busnelli-Vandelli). In If XXIV 78 il verbo si risolve, contestualmente, in " adempiere ": la dimanda onesta / si de' seguir con l'opera, cioè " far seguire dall'opera, accoglierla e metterla in esecuzione " (Mattalia).
Anche con soggetto astratto: riso e pianto sono manifestazioni irrefrenabili di un sentimento, tanto vero che men seguon voler ne' più veraci (Pg XXI 108, connesso a seguaci del v. 106); secondo le previsioni di Cacciaguida, la colpa seguirà la parte offensa / in grido, cioè, contestualmente, " sarà attribuita dalla voce comune " ai Bianchi (Scartazzini-Vandelli, a Pd XVII 52); [l'affronto] de la gente verde [cioè della " gentile " donna " di aspetto vivace ": cfr. Contini] / parmi che la tua caccia [non] seguer de', Rime XCV 14 (per la lezione, controversa, cfr. Barbi-Pernicone). Si vedano ancora, con immagini diverse, Pd VI 2; Pg XXIV 129, al participio passato; Cv IV III 1 è da seguire lo trattato; III IV 4 e Pd XIV 81, con riferimento all'impossibilità di ripetere o ricordare cose che superano le capacità del parlare o della memoria. In Pd XXV 83 s. vale piuttosto " accompagnare ": s. Giacomo parla della carità come della virtù che mi seguette / infin la palma, " idest, nunquam deseruit me " (Benvenuto).
Un gruppo di esempi allude al s. con lo sguardo: due [lumi] ... seguì lo mio attento sguardo, / com'occhio segue suo falcon volando, Pd XVIII 44 e 45; Lo viso mio seguiva i suoi sembianti, / e seguì fin che..., XXVII 73 e 74; e così III 124 e XXI 30, If XXVI 37 nol potea... con li occhi seguire.
3. Il verbo può indicare anche il " perseguire ", il " cercar di realizzare " ciò che si ritiene moralmente valido. L'esempio più celebre è l'ammonimento di Ulisse ai compagni: fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza (If XXVI 120), cioè per agire secondo i dettami della virtù e dell'ardore di conoscenza; opportunamente il Torraca rimanda a VE I XII 4 Fredericus caesar et bene genitus eius Manfredus... humana secuti sunt, brutalia dedignantes.
Ma si veda anche Pg VII 36, e altri passi in cui s. significa più esplicitamente la stretta adesione a un ideale, come la verità e la giustizia (Cv IV VI 9, da accostare al seguire onesta e laudabile via e fruttuosa, detto di Enea [XXVI 8]; più attenuato in III X 10. In VE I XII 3, per contro, si parla di coloro che secuntur superbiam). Appunto la mancanza di adesione a questo ideale è lamentata dall'aquila del cielo di Giove, quando dice (Pd XIX 18) che gli uomini commendan lei [cioè la mia memoria, il ricordo delle mie imprese, v. 16], ma non seguon la storia, " non imitantur vestigia iustorum principum et ducum romanorum " (Benvenuto; il Chimenz: " lo lodano [il ricordo], ma poi non ne seguono l'esempio ad essi tramandato ").
4. In parecchi luoghi s. ha il valore di " assecondare ": materialmente, quale che sia il significato di ‛ invoglia ' (v.), in Pd XXVI 99 Talvolta un animal coverto broglia [" si agita "], / sì che l'affetto convien che si paia / per lo seguir che face a lui la 'nvoglia, ma più spesso in senso astratto. Questo atteggiamento configura il peccato di lussuria secondo natura ma eccessiva, proprio di coloro che non tennero conto della misura necessaria, dell'umana legge, / seguendo come bestie l'appetito (Pg XXVI 84), e determina l'errore di non fermare l'attenzione sul fondamento che natura pone (le inclinazioni proprie di ciascuno), mentre, seguendo lui, la gente sarebbe buona, " cioè valente nell'operare " (Scartazzini-Vandelli, a Pd VIII 144).
In senso analogo nelle parole di Beatrice, quando afferma che la volontà, se si piega assai o poco, / segue la forza (IV 80). Si veda ancora XXVIII 100 [i primi due cerchi angelici] Così veloci seguono i suoi vimi, / per somigliarsi al punto quanto ponno, " girano velocissimi intorno al punto luminoso... e assecondano con la rapidità del moto il vincolo d'amore che li lega a Dio " (Sapegno). Anche con riferimento all'influsso dei cieli: nullo effetto mai razïonabile, / per lo piacere uman che rinovella [" Si muta via via secondo l'influsso degli astri ", Scartazzini-Vandelli] / seguendo il cielo, sempre fu durabile, Pd XXVI 129; Cv II Voi che 'ntendendo 4 El ciel che segue lo vostro [delle intelligenze motrici del terzo cielo] valore, " che si muove secondo la vostra potenza e influsso " (Busnelli-Vandelli; il verso è ripreso in VI 5); V 16 quello cielo [di Venere] si muove seguendo lo movimento de la stellata spera; III V 6 e II IV 13 (per quest'ultimo passo, cfr. Mn III XV 12 Cum... dispositio mundi huius dispositionem inhaerentem coelorum circulationi sequatur...). Al problema dell'influsso dei cieli molti commentatori riferiscono anche la predizione di Brunetto Latini a D. (Se tu segui tua stella, / non puoi fallire a glorïoso porto, If XV 55); secondo il Bosco, però, " l'immagine del ‛ porto ', che compie questa della ‛ stella ', ci guida alla verità: non si ha qui un'immagine astrologica, ma semplicemente un'espressione corrente, desunta dall'esperienza nautica " (D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 102-103).
In qualche caso il valore di " assecondare " è particolarmente intenso, esprimendo il verbo una situazione in cui il soggetto finisce col fare tutt'uno con l'oggetto: nel processo che porta alla formazione delle ombre, come la fiammella / ... segue 'l foco là 'vunque si muta, così segue lo spirto sua forma novella, cioè " anima... portat semper secum formam noviter acquisitam " (Benvenuto, a Pg XXV 98 e 99; anche Cv II XIII 21, per cui v. SEGUACE).
Con minore pregnanza di significato e con immagine diversa, in Fiore LXXXIX 10 Po' vanno procacciando l'accontanze [le " amicizie "] / di ricche genti e vannole seguendo (" e le coltivano, queste amicizie ", Petronio).
È affine a questa l'accezione di " uniformarsi a ": Lealtade è seguire... quello che le leggi dicono (Cv IV XXVI 14); onorate lei [la Sapienza] ne' suoi amici e seguite li comandamenti loro (III XV 18; II III 4); le vicende dei beni mondani si mutano seguendo lo giudicio della Fortuna (If VII 83); nel Paradiso libero amore... / basta a seguir la provedenza etterna, " imperò che ogni beato spirito liberamente e con libero amore fa quello che Iddio provede " (Buti, a Pd XXI 75); più esattamente per " condividere il parere di ", in Cv IV V 16 seguire leronimo quando... dice che meglio è tacere che poco dire, e III V 3 (cfr. Mn II VII 12 Tullius... sententiam Crisippi sequens; VE II X 2).
5. Il " tener dietro a ", sempre traslato, può anche configurarsi come un " tener conto di ": lasciando stare quello che ne tocca Tullio... e seguendo solo quello che la ragione per sé ne puote vedere... (Cv IV XXIV 9; in XXIII 12 si parla dell'arco della vita che, seguendo le quattro combina[zioni] de le contrarie qualitadi che sono ne la nostra composizione, a le quali pare essere appropriata... una parte de la nostra etade [cioè, tenendone conto in base alla somiglianza tra le varie combinazioni delle qualità e l'età umana], in quattro parti si divide).
6. Ma il " tener dietro a " può diventare anche un " conseguire a ", quando s'instaura un rapporto di causa ed effetto; in questo senso si ha talora la forma assoluta. Parlando delle ricchezze, D. afferma l'animo diritto non mutarsi per loro transmutazione, il che dimostra quelle essere da nobilitade disgiunte, per non seguire l'effetto de la congiunzione, vale a dire " perché non si ha l'effetto che produrrebbe l'unione di animo diritto con le ricchezze, del mutarsi l'animo al mutarsi... delle ricchezze " (Busnelli-Vandelli, a Cv IV X 8; cfr. anche IV XV 2, I II 14); la miseria... seguì alla dimanda gorda del mitico Mida, perché, avendo il re chiesto " che ciò che elli toccasse diventasse oro... li avvenne che non potea mangiare, né bere, e moria di fame e di sete " (Buti, a Pg XX 107; per la leggenda, cfr. Ovid. Met. XI 85 ss.).
Questo rapporto, che ha particolare risalto in Pd XXIX 140 a l'atto che concepe / segue l'affetto, può esprimersi anche con una proposizione, in un costrutto che ricalca perfettamente il sequitur ut classico (cfr. anche Mn I XI 12 Ex quo sequitur quod Monarcha... possit; II VI 3; spesso - per es. I VII 3, VE II III 5, ecc. - seguito da un'infinitiva): segue di [" deriva da "] ciò che innanzi ho messo, / che siam tutti gentili o ver villani, Cv IV Le dolci rime 69. Il verso è ripreso nei capp. XIV (§ 2) e XV (§ I); al § 4 di quest'ultimo capitolo ritorna il v. 70, introdotto da ‛ seguitare ' (E questo dice, che di quello ch'è messo dinanzi seguita ‛ che siam tutti gentili o ver villani '), il che dimostra l'identità dei due verbi. Cfr. anche III VI 1, cui si può accostare - ma solo perché anche qui si ha una dipendente introdotta da ‛ che ', peraltro costruita con l'indicativo - If XXV 40 ei seguette [" avvenne "], / come suol seguitar per alcun caso, / che l'un nomar un altro convenette, ulteriore conferma dell'identità già segnalata.
Il valore di " conseguire " ora considerato porta di necessità che s. indichi un " venir dopo " nel tempo, non nello spazio (come negli altri numerosi esempi già citati). Una successione temporale è indicata dal verbo anche in Pg XVII 71 li ultimi raggi [del sole] che la notte segue, e, nella forma assoluta, in XIV 138 l'altra [voce]... somigliò tonar che tosto segua; inoltre in due casi di participio, uno presente - Giustiniano parla delle imprese compiute dall'aquila romana col baiulo seguente, cioè col " portatore che vien dopo Cesare ", Augusto (Porena, a Pd VI 73) - e l'altro passato: La prova che 'l ver mi dischiude, / son l'opere seguite, i miracoli che " tennero dietro " alla predicazione (XXIV 101).
7. Il verbo ha sempre costrutto assoluto quando significa " continuare " (dal contesto si desume facilmente l'azione che viene continuata).
Così nel congedo alla canzone (Rime CVI 158), cui il poeta raccomanda di recarsi presso la donna: prima con lei t'arresta, / prima a lei manifesta / quel che tu se' ... / poi seguirai secondo suo comando: " non ‛ eseguirai ' (Zonta), ma ‛ seguiterai ' ad andare e a manifestarti, come suggeriscono i vv. 155-56 " (Barbi-Pernicone); " O tu che se' di là dal fiume sacro " / ... [Beatrice] ricominciò, seguendo sanza cunta (Pg XXXI 4); la luce [Cunizza]... / seguette... / " In quella parte... ", ecc. (Pd IX 24; così anche XV 49 e XXV 48). Due volte, in questo senso, l'infinito sostantivato: Dal primo giorno cb 'i' vidi il suo viso [di Beatrice] / ... non m'è il seguire al mio cantar preciso [" idest, prosequi pulcritudinem Beatricis... non est ablatum... meae descriptioni poeticae ", Benvenuto]; / ma or convien che mio seguir desista / più dietro a sua bellezza, poetando, " idest, meum procedere ulterius in descriptione pulcritudinis eius... cesset ", Benvenuto (Pd XXX 30 e 31).