seguitare [seguitasse, imperf. cong. I singol.; seguiterieno, cond. pres. III plur.]
Frequentativo di ‛ seguire ' (v.), di cui ripete usi e accezioni, e di cui è sovente nei codici variante (E seguitò in luogo di E seguì, in Pd XV 49; cfr. Petrocchi, ad l.).
1. Soltanto in pochi casi il verbo significa " seguire " qualcuno o qualcosa in senso materiale, " tenergli dietro "; per lo più ricorre in contesti figurati, spesso come transitivo (ma anche intransitivo o assoluto o impersonale), e si presta a esprimere vari concetti che tuttavia si possono far risalire nella quasi totalità al valore primario di " tener dietro ", " venire dopo " nel tempo o nello spazio.
Gli esempi del primo tipo appartengono tutti alla Commedia, e si riferiscono a D. stesso (Io... seguitava l'orme del mio duca, Pg V 2; XXXII 29) o agli spiriti con i quali s'incontra (Io ti seguiterò quanto mi lece, afferma Marco Lombardo [XVI 34]), o a personaggi da essi rievocati (If XXVIII 57). Nelle parole di Cacciaguida - seguitai lo 'mperador Currado, Pd XV 139 - il verbo assume un significato più ampio, rilevato, per es., dal Porena (" Cacciaguida si mise al séguito di Corrado "; anche il Mattalia: " militai, fui al servizio di... ". Per i problemi inerenti all'identificazione dello 'mperador, cfr. Scartazzini-Vandelli e le voci Corrado II; Corrado III), che attribuisce il valore materiale di " seguire " al dietro li andai del v. 142. In If XXI 45 s. significa " inseguire ".
2. Assai più numerosi, si è detto, i contesti figurati, nei quali il verbo passa dal semplice " tener dietro ", senza implicare necessariamente idea di movimento, a significati più vari e complessi. Il primo valore si limita alle parole che seguitano a quelle allegate, di Vn XXX 2 (l'espressione ritorna quasi identica più oltre, nello stesso paragrafo); a Cv IV VI 19 quella [parola] che seguita, cioè il versetto dell'Ecclesiaste che " viene subito dopo " quello prima citato (così pare doversi intendere anche il passo di IV II 1, nella forma pronominale); a III XII 9, e a II VI 6: in quest'ultimo passo è in senso causativo, come in Pd VI 30 sua condizione / mi stringe a seguitare [a " far seguire "] alcuna giunta.
In Pd XXIII 119 non ebber li occhi miei potenza / di seguitar la coronata fiamma, si allude a un " seguire con lo sguardo ", mentre in VI 63 (le imprese del sacrosanto segno furono di tal volo, / che nol seguiteria lingua né penna) si chiama in causa l'impossibilità di descrivere quelle imprese.
Nel Paradiso terrestre D. procede pari di lei [Matelda], / picciol passo con picciol seguitando, " seguendo " ma, meglio, " secondando i brevi passi di lei con passi altrettanto brevi " (Scartazzini-Vandelli, a Pg XXIX 9; " E per questo dà ad intendere che la dottrina lo guidava parimente seco in verso Iddio ", chiosa il Buti); questo concetto di " assecondare " è presente anche altrove, per es. in Pg XXIII 65 (s. la gola; in Rime CXI 14 l'oggetto è sottinteso), in Pd XVIII 114 e in Cv I V 14 lo volgare seguita uso, " si conforma a " (cfr. Busnelli-Vandelli).
Con particolare pregnanza è detto del corpo, che a seguitare [" conformarsi ", in quanto ne subisce gl'influssi] la circulazione del cielo... è disposto (Cv IV II 7). Un'ulteriore estensione di significato porta il verbo a esprimere un concetto di ‛ proporzione ': la chiarezza del corpo, una volta risorto, séguita l'ardore, " cioè tanto sarà lo splendore che noi avremo d'intorno, quanto sarà l'ardore della carità che noi avremo nell'anima " (Buti, a Pd XIV 40; per la variante seguirà, v. Petrocchi, ad l.).
Isolato il passo di Vn XII 9 propuosi di fare una ballata, ne la quale io seguitasse [" eseguissi ", Pazzaglia] ciò che lo mio segnore m'avea imposto.
Ci sono poi dei casi in cui il " seguire " comporta adesione e conformità interiore all'oggetto che si segue. La canzone Amor che ne la mente (vv. 68 ss.) procede in loda di costei [la donna-Filosofia], gridando a la gente che la seguiti dicendo loro lo suo beneficio, cioè che per seguitare lei diviene ciascuno buono (Cv III XV 13, e cfr. IV I 5); analoghi gli esempi di III VII 14, IV IX 8, XXVI 14 basti che esso [il giovane] seguiti la legge [cioè, " le si uniformi "], e in quella seguitare si diletti; XXII 7, contrapposto a fugge; II III 3, per indicare l'adeguarsi di Aristotele all'opinione ‛ grossa ' de li astrologi. E ancora: Perché conoschi... quella scuola / c'hai seguitata, e veggi sua dottrina / come può seguitar la mia parola, Pg XXXIII 86 e 87. Procedendo ancora in questo campo semantico si arriva al concetto di ‛ imitazione ': mia intenzione è... lo modo de li poeti seguitare, Cv II I 4.
Il " seguire " può comportare anche servitù e assoggettamento, per es. al sommo poder di amore (Rime LXII 9) o all'avere di cui l'avaro si rende schiavo (CVI 67; v. SEGUACE).
Il passo di Pg I 10 si riferisce a un ‛ accompagnamento ' musicale: Calĩopè... surga, / seguitando il mio canto con quel suono / di cui... (che Benvenuto risolve in " idest, iuvando favore suo meum poeticum tractatum "). Valore analogo, nel senso di un accompagnamento corale, è attribuito a s. - per es. da Scartazzini-Vandelli e Casini-Barbi - anche quando è detto delle anime della valletta dei principi, che seguitar lei [l'anima che aveva recitato l'inizio dell'inno di s. Ambrogio, Te lucis ante] per tutto l'inno intero (VIII 17); ma si può intendere anche che le altre anime " continuarono a cantare ", facendo seguire al primo gli altri versi dell'inno (pseudo Boccaccio).
In un altro esempio, sempre nell'ambito della musica, si ha il valore di " accordare " (affine a quello di " assecondare "): a buon cantor buon citarista / fa seguitar lo guizzo de la corda, " bonus citharista concordat cum bono cantore " (Benvenuto, a Pd XX 143).
3. In qualche caso l'azione espressa dal verbo è vista soprattutto come ‛ effetto ' o ‛ conseguenza ': così quando D. parla delle tre cose... le quali seguitano [" come effetto o conseguenza ", Busnelli-Vandelli] questo volgare, e lo latino non avrebbero seguitato (Cv I VIII 2), o quando, per chiosare l'espressione Nomina sunt consequentia rerum, dice che li nomi ‛ seguitano ' le nominate cose (Vn XIII 4). Si aggiunga Pd II 72 quei [princìpi formali]... / seguiterieno a tua ragion distrutti, " dal tuo ragionamento ne conseguirebbe che... " (Porena); Cv IV I 7 e XIV 6, nel senso più esatto di " derivare ".
Questo rapporto di conseguenza è facilmente individuabile anche nel costrutto impersonale ‛ seguita che ' col congiuntivo (cfr. il classico sequitur ut) o l'indicativo: nel divino pensiero... essa [la Sapienza] era quando [Dio] lo mondo fece; onde seguita che ella lo facesse (Cv III XV 15; così anche II VIII 11 e 12, e cfr. il § 10 se tutti fossero ingannati, seguiterebbe [" deriverebbe "] una impossibilitade); E però seguita che l'animo che è diritto... non si disface (IV XIII 16; cfr. ancora III XV 5, IV XV 4 [a commento di Le dolci rime 69-70 segue di ciò che innanzi ho messo, / che siam tutti gentili o ver villani]; I VII 12, nella forma seguitasi). In IV XIV 1 (in integrazione) il nesso indica semplicemente il succedere di un'azione a un'altra; in If XXV 41 significa " avvenire ": ei seguette, / come suol seguitar per alcun caso, / che... (si noti la perfetta equivalenza di s. a ‛ seguire ').
4. Nell'altra accezione fondamentale, quella di " continuare ", si ha per lo più costrutto assoluto, specialmente quando s. indica la prosecuzione di un discorso: così nell'esordio del c. VIII dell'Inferno - Io dico, seguitando, v. 1 - il quale, per il fatto che D. " insino a qui non ha alcun'altra volta usato questo modo di continuarsi alle cose predette " (Boccaccio), fece diffondere nel Trecento l'opinione - ampiamente discussa dal Boccaccio nel suo commento - di una ripresa della composizione della Commedia appunto dall'VIII canto, dopo una lunga parentesi. Ma il Tommaseo (e in genere i critici moderni: cfr. Porena) respinge tale ipotesi, e vede nella forma dell'esordio " un vincolo strettissimo dell'un canto coll'altro ". Il Buti, dopo aver affermato che " l'autore seguita la materia cominciata ", sembra contraddirsi: " seguitando il processo del cammino ".
Analogamente in Pg XX 22 udi' " Dolce Maria! " / ... chiamar... / e seguitar: " Povera fosti... "; Pd XXIV 61, Cv III XIII 3 (anche Pg V 132 " Deh, quando tu... ", / seguitò 'l terzo spirito al secondo, " parlò di seguito " all'altro spirito); in Cv IV XX 1 soggetto del verbo è la canzone Le dolci rime, che appresso seguita: ‛ Dunque verrà... ' (con riferimento al v. 109; nel cap. XIX D. aveva commentato i versi precedenti); in tal senso si ricordi la variante Poi seguitaron in luogo di Poi si quetaro, in Pd XIX 100 (cfr. Petrocchi, Introduzione 239 e ad l.).
Sempre per " continuare ", s. si registra anche come transitivo (un alto corno / ... che, contra sé la sua via seguitando..., If XXXI 14) o seguito da proposizione: la canzone... seguita a confondere la... loro oppinione, Cv IV XV 1.