SÉGUR, Louis-Philippe, conte de
Diplomatico e storico, figlio di Filippo-Enrico maresciallo di Francia (1724-1801), nacque a Parigi il 10 dicembre 1753, morì ivi il 27 agosto 1830. Entrò nell'esercito all'età di 15 anni. Molto mondano, amico dei "filosofi", frequentò i salotti di madame du Deffand, di madame Geoffrin, fu intimo di Marmontel, La Harpe, Voltaire. Parente di La Fayette, combatté negli Stati Uniti nel 1782, alla fine della guerra d'indipendenza. Dopo aver lavorato al Ministero della guerra, sotto la direzione del padre, fu nominato ambasciatore in Russia e seppe trattare in modo mirabile con Caterina II, per quanto non riuscisse a imbastire la quadruplice alleanza, che la zarina meditava allo scopo di distruggere la Turchia e spartire la Polonia. Rientrato in Francia nel novembre 1789, sostenne con i suoi scritti la causa della monarchia liberale, fu designato nel marzo 1791 come successore a Roma del cardinale di Bernis, ma non gli fu possibile arrivare oltre Firenze, poiché il papa Pio VI rifiutava di riceverlo nei suoi stati. Incaricato allora di allontanare la Prussia dalla coalizione antifrancese in formazione, fu accolto malissimo da Federico Guglielmo II, al quale presentò le sue credenziali il 12 gennaio 1792. Dopo il suo ritorno a Parigi (marzo 1792), restò in disparte, si rifugiò con la famiglia a Châtenay presso Sceaux durante la bufera rivoluzionaria, e sotto il Direttorio cominciò a pubblicare alcune delle sue opere. Deputato della Senna nel Corpo legislativo (27 febbraio 1801), sotto il Consolato fu nominato il 25 dicembre 1802 consigliere di stato, fu gran maestro delle cerimonie, gran croce della Legion d'onore, conte dell'impero, senatore. Durante la campagna di Francia (1814), gli fu affidata la 18ª divisione militare. Tuttavia egli votò la caduta di Napoleone I, si recò incontro a Luigi XVIII, fu nominato pari di Francia (4 giugno 1814): durante i Cento giorni riebbe pure le sue cariche imperiali. Escluso dalla dignità di pari con decreto del 24 luglio 1815, riebbe di nuovo quella dignità il 21 novembre 1819. D'altronde egli continuò a votare con i liberali e salutò con entusiasmo la rivoluzione del 1830.
Spirito piacevole, di fine gusto, scrisse delle opere che sin dal 1803 gli valsero di entrare all'Académie française, e molte delle quali, per le note personali che racchiudono, hanno un notevole interesse documentario. In particolare questo è vero per il Tableau historique et politique de l'Europe de 1786 à 1796, Parigi 1801, voll. 3; e per i Mémoires, apparsi nel 1824, ripubblicati nel 1842 (voll. 2). Scrisse pure parecchie commedie, racconti e numerosi articoli in riviste e giornali, che non sono stati raccolti nelle sue Øvres Complètes (Parigi 1834 segg., voll. 34).