selenio
Elemento chimico, semimetallo. Il s. nativo è rarissimo; è invece abbastanza diffuso come seleniuro associato con lo zolfo e con diversi solfuri; le acque del mare ne contengono 0,004 g/t, e alcune piante assorbono s. dal terreno e possono contenerne fino all’1,5%. In tracce, il s. svolge un ruolo fisiologico indispensabile; è presente in alimenti di origine vegetale (cereali) e animale (pesci, frattaglie) dai quali esso viene assimilato per lo più sotto forma di selenometionina, selenocisteina e altri selenoamminoacidi; è un costituente essenziale di alcuni enzimi coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione e che svolgono funzioni antiossidanti (glutationeperossidasi). Il s. ha la capacità di sostituirsi allo zolfo in alcuni amminoacidi essenziali (cistina, cisteina, metionina); tale fenomeno è all’origine degli effetti tossici che si verificano in seguito all’assunzione di s. in dosi eccedenti il fabbisogno (55 μg/die). Il solfuro di s. è utilizzato nel trattamento della forfora, dell’acne, degli eczemi e di altre dermatiti. Intossicazioni da s. (seleniosi) si osservano tra gli operai addetti a particolari lavorazioni in cui si usa s., nell’industria elettronica e vetraria: si manifestano con l’odore agliaceo dell’alito, fragilità degli annessi cutanei (capelli, unghie) e disturbi dell’apparato digerente e respiratorio.