selettivita
selettività [Der. dell'ingl. selectivity, da to select "scegliere", che è dal part. pass. selectus del lat. seligere, da eligere "scegliere", con s- rafforzativa] [LSF] La proprietà di una sostanza, un fenomeno, un dispositivo di essere selettivo nei riguardi di qualcosa, cioè di comportarsi in modo diverso a seconda di qualche caratteristica di questo qualcosa. ◆ [CHF] S. di un catalizzatore: la caratteristica di un catalizzatore di dare luogo, a preferenza, a un determinato processo chimico (processo principale) tra i vari possibili; è misurata dal rapporto, di solito percentuale, tra la quantità di sostanza convertita secondo il processo principale e quella totale trasformata. ◆ [EMG] [MCC] S. di un filtro: la capacità che ha un filtro passa-banda o, analogamente un risonatore o, generic., un dispositivo la cui uscita vari con la frequenza del segnale d'entrata (amplificatore elettrico, ricevitore radio, ecc.) di rispondere molto più ampiamente a grandezze con una frequenza pari o vicino alla frequenza di risonanza che non a grandezze con frequenza diversa, in un certo senso separando le prime dalle altre. Si esprime in relazione alla curva di risposta del risonatore, cioè al diagramma dell'ampiezza A del segnale d'uscita del risonatore in funzione della frequenza f della grandezza di eccitazione (curva di s.); per un'eccitazione di frequenza f, diversa dalla frequenza propria f₀ del risonatore, il coefficiente di s., o selettanza, vale Af/ A₀, essendo Af l'ampiezza alla frequenza f e A₀ quella alla risonanza; a parità di scarto di frequenza dalla risonanza, Δf=|f-f₀|, è tanto maggiore quanto più acuta è la risonanza (fig. 1). Un altro ed equivalente criterio per definire la selettanza è quello di assumere per essa l'intervallo di s., come tale intendendosi l'intervallo di frequenze corrispondente a un'ampiezza non minore di un prefissato valore (spesso si tratta dell'intervallo a metà ampiezza, cioè al livello di -6 dB rispetto all'ampiezza di risonanza A₀, fig. 1); è questo il criterio seguito, per es., per la s. di ricevitori radio per radiodiffusione (v. oltre). ◆ [ELT] S. di un ricevitore radio: la proprietà che ha il ricevitore di separare segnali di data frequenza da altri di frequenza diversa; è definita in vari modi, secondo norme dettate dal CCIR per le varie categorie di ricevitori (radiofonici, radiotelevisivi, radiotelegrafici, ecc.); per es., per ricevitori radiofonici a modulazione d'ampiezza si valuta l'intervallo di s. (v. sopra: S. di un filtro), fissato a ± 4.5 kHz al livello d'uscita di -6 dB (fig. 2) per una potenza sonora d'uscita di 50 mW con segnali radio modulati al 30 %.