SELEUCO l'Omerico (Σέλευκος ὁ ‛Ομηρικός)
Grammatico greco, nativo di Alessandria e colà formatosi, visse a Roma: appartenne alla cerchia cui l'imperatore Tiberio soleva a tavola proporre problemi eruditi, per lo più futili. Accusato di aver indotto i servi a rivelargli prima quali questioni Tiberio gli avrebbe presentate per potere così far migliore figura, fu dall'imperatore prima allontanato e poi spinto a darsi la morte.
Famoso, oltre che per contributi esegetici a tutto, si può dire, Omero e per un'opera sui segni aristarchei, per commenti a Simonide, ai lirici, alle leggi di Solone, per una raccolta di glosse. Una di queste mostra interesse per materiale linguistico non greco: citazioni da un'opera "sui proverbî alessandrini" un interesse per la lingua attuale ch'è raro negli eruditi antichi, volti tutti verso il passato. L'opera Intorno agli dei spiegava nomi mitologici, raccolti in gruppi (influsso stoico?). Quanto a Omero, fu, quale aristarcheo, critico conservativo.
Ediz. e bibl.: I frammenti sono cresciuti molto negli ultimi tempi per citazioni in papiri e in ispecie negli Etimologici, sicché la raccolta di frammenti contenuta nella dissert. di Max Müller, De Seleuco homerico (Gottinga 1891) è ormai insufficiente. Fondamentale, oltre questo lavoro, R. Reitzenstein, Geschichte der griechischen Etymologika, Lipsia 1897, p. 157 segg. Orienta bene su Seleuco B. A. Müller, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, col. 1251 segg., ma il più rimane ancora da fare.