self-publishing
loc. s.le m. inv. Edizione di una pubblicazione a proprie spese, per proprio conto.
• Malgrado l’invadenza degli e-book non siamo nel Salone della lettura smaterializzata o solo «self-publishing». (Alessandro Zaccuri, Avvenire, 11 maggio 2012, p. 24, Agorà) • Uno dei «topoi» della storia editoriale è quello dell’autore che, bussato alle porte di infiniti editori, solo dopo anni e anni o addirittura post mortem diventa famoso. L’e-book ha cambiato l’esito di questo copione: oggi chi si vede rifiutato può ricorrere al self-publishing e, complice bontà del libro o astuzia pubblicitaria, diventare un best seller, alla faccia di chi prima aveva rimandato la storia al mittente. (Maria Serena Palieri, Unità, 30 aprile 2013, p. 22, Culture) • Di cosa parla il romanzo [«Fallire» di Beppe Sebaste]? Di clandestini, appunto, di marginali, di uno scrittore di horror, di perdita, di ritorni, del nostro paese, di letteratura, di fatti privati e di politica, alla Carrère. Un marziano nell’oceano del self-publishing, insomma, e consapevole di esserlo. (Loredana Lipperini, Repubblica, 14 giugno 2015, p. 48, RCult).
- Espressione inglese composta dal prefisso self- e dal s. publishing ‘editoria’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 9 maggio 2005, Corriere Economia, p. 21 (Carlo Formenti).
> autopubblicazione.