Selgiuchidi
Dinastia turca musulmana, che nel sec. 11° riunì sotto il suo dominio l’Iran, la Jazirah, parte dell’Anatolia e la Siria, prima di spezzarsi in vari rami tra loro indipendenti. Capostipite della dinastia fu Toghril Beg, nipote dell’eponimo Saljuq, che, provenendo dall’Asia centrale, giunse a formare un principato in Iran e nel 1055 entrò vittorioso a Baghdad, ricevendovi dal califfo al-Qa’im l’investitura sultanale. Il movimento di conquista continuò sotto i suoi successori, Alp Arslan e Malikshah, che insieme a lui sono noti col nome di Grandi Selgiuchidi. Dopo la morte di Malikshah, divampò la guerra fra i suoi eredi e diversi rami dei S. ottennero un’indipendenza di fatto in differenti regioni dell’impero. La linea principale conservò comunque ancora per alcuni decenni una formale supremazia. La serie dei Grandi S. termina, infatti, col sultano Sanjar, i cui discendenti, col solo titolo di S. dell’Iraq, non ne furono che uno dei vari rami, fino al 1194. Accanto a questi vi furono: i S. del Kirman, sino al 1186; i S. di Siria, stabilitisi a Damasco, dove si mantennero sino al 1109 (1117 ad Aleppo); più duraturo, e politicamente e culturalmente importante, il ramo dei S. dell’Anatolia, o di Iconio o di Rum, fondato da Sulaiman ibn Qutulmish, che nel 1077 ebbe dall’imperatore Michele VII la cessione definitiva delle regioni conquistate in Anatolia e, prima a Nicea e poi a Iconio (Konya), iniziò una dinastia mantenutasi sino circa al 1300. Il dominio selgiuchide ha avuto grande importanza per la storia dell’islam nell’Asia anteriore. Esso segnò infatti il consolidamento dell’ortodossia sunnita contro lo sciismo, che aveva trionfato in Egitto con i Fatimidi ismailiti. Contemporaneamente, esso consacrò lo stabilirsi dell’egemonia etnica turca sull’elemento arabo nelle regioni orientali del mondo musulmano, al quale i S. fornirono la forza militare sufficiente a resistere all’urto delle crociate. Ma i S. seppero anche assimilare e dare impulso alla cultura musulmana, araba e persiana, che in ambedue le lingue ebbe alle loro corti grande sviluppo, mentre una grande fioritura monumentale e artistica accompagnò in Persia, Iraq e Anatolia l’epoca selgiuchide, con caratteri stilistici particolari nei quali il patrimonio artistico e architettonico iranico si fondeva con quello turco.