sembrare (sembiare; III plur. indic. pres. sembian e sembran; III plur. pass. rem. sembiar)
Di uso più raro ‛ sembrare ' (con due occorrenze in rima, su sei delle sicuramente dantesche), a norma del suo tramite lirico-siciliano. È vocabolo del linguaggio poetico, in pratica della sola Commedia, fuori della quale ricorre due volte nel Convivio (una nella prosa) e nel Fiore, una volta nella Vita Nuova.
In un gruppo di esempi esprime un ambito di corrispondenze facenti capo a un'interpretazione sostenuta dal criterio oggettivo della somiglianza (Fiore CCXXIII 10 un'imagine... / d'argento fin sembiava, sì lucea), e perciò è usato in similitudini o in pseudosimilitudini per indicare in che modo le qualità o il comportamento di una persona o di una cosa rammentino quelli di un'altra: If XVI 87 a fuggirsi / ali sembiar le gambe loro isnelle; Pg XIX 105 prova' io come / pesa il gran manto [papale]... / che piuma sembran tutte l'altre some; Pd XX 76 Quale allodetta... tace contenta / de l'ultima dolcezza che la sazia, / tal mi sembiò l'imago dell'aquila; XXVII 4 Ciò ch'io vedeva mi sembiava un riso / de l'universo; Rime dubbie XXIX 3.
In molti casi, non esprime contrapposizione fra il parere e l'essere, non nega cioè che la persona o la cosa sia veramente come si mostra, e si avvicina perciò al significato di " apparire ": Vn III 12 9 Allegro mi sembrava Amor; Cv IV Le dolci rime 38 vilissimo sembra, a chi 'l ver guata, / cui è scorto 'l cammino e poscia l'erra (ripreso in VII 5); If I 50 una lupa... di tutte brame/ sembiava carca; XVI 8 a l'abito ne sembri / essere alcun di nostra terra prava; XXXIII 12 fiorentino / mi sembri... quand'io t'odo; Pg IV 106 un di lor... mi sembiava lasso; IX 105 la soglia / ...sembiava pietra di diamante; Rime dubbie XXII 14.
Per indicare quanto i bassorilievi della prima cornice del Purgatorio superassero in perfezione le possibilità espressive dell'arte umana, D. dice che l'angel [Gabriele] ... / pareva sì verace / quivi intagliato... / che non sembiava imagine che tace (Pg X 39): " la figurazione plastica esprime con tanta intensità il sentimento, da suggerire anche le parole in cui questo si traduce " (Sapegno); di qua la sottile ambiguità del sintagma non sembiava, che significa sì che l'intaglio non dava l'impressione di essere un'immagine muta, ma contemporaneamente prelude al fatto dichiaratamente miracoloso del visibile parlare (v. 95) del terzo bassorilievo.
Diversa accezione s. assume in Pg X 113 quel ch'io veggio / muovere a noi, non mi sembian persone, / e non so che, sì nel veder vaneggio: qui la negazione dà rilievo alla difficoltà per D. a definire l'oggetto preciso della sua visione, a distinguere con precisione tra l'essere e l'apparire.
Del resto, il verbo allude a una possibilità di " giudicare ", " ritenere ", " credere " anche quando è usato impersonalmente con il soggetto logico in dativo: Cv IV VII 4 maraviglia mi sembra reducere a ragione [colui in cui è la luce di ragione] del tutto spenta. Può infine significare " parere opportuno ": Fiore CXLV 12 i' te dico ben ched e' mi sembra.