SEMIEN (A. T., 116-117)
Regione dell'Etiopia, nell'Amhara settentrionale, che rappresenta il nucleo più elevato dell'altipiano ed ha un'estensione di circa 6000 kmq., ed è limitata a nord e a est dal corso del fiume Takkazé e rispettivamente a sud e a ovest dai suoi affluenti Balagas e Dequiquó. La sua altitudine media può valutarsi a circa 3000 m., mentre nel centro sorgono le vette più elevate, caratteristiche per le loro forme a torrioni quali il Ras Dascian, considerata come la sommità, di cui A. T. D'Abbadie determinò un'altitudine di 4685 m., di poco inferiore a quella del Monte Bianco, e così il Buahit (4510 m.), l'Abba Yared (4483). Le cime di questi monti si ricoprono di neve nella stagione invernale; non pare tuttavia che vi si trovino né ghiacciai né nevi permanenti. Il freddo vi è peraltro assai crudo (onde il nome di Semien, che vuol dire paese del freddo) e da quanto riferisce il D'Abbadie nel 1848 trecento persone ne sarebbero perite. Le pendici esterne di questo cospicuo baluardo montano sono solcate da numerosi torrenti interrotti da frequenti e considerevoli cascate che riversano le loro acque tutte nel Takkazé. Al pari di tutto il nucleo principale dell'altipiano la zona centrale del Semien risulta costituita da rocce eruttive, più generalmente espandimenti basaltici, mentre al margine affiorano le arenarie dette di Adigrat e verso il solco del Takkazé i terreni metamorfici. Secondo la diversa altitudine il territorio si ricopre di coltivazioni di cereali o di pascoli che alimentano un ricco bestiame. Numerosi villaggi sono disseminati nella regione, abitata da Amhara; taluni dei maggiori sono feudi di monasteri; uno dei principali è Debarek sulla via carovaniera Gondar-Adua, villaggio, secondo riferisce M. Rava, di una settantina di case e mercato assai frequentato. La provincia fu occupata dall'esercito italiano nella primavera 1936 dopo la battaglia del Lago Ascianghi e l'occupazione di Gondar.