sene
Latinismo adoperato due volte nel Paradiso, a designare in entrambi i casi s. Bernardo, con una connotazione di maestà e venerabilità che distingue il vocabolo dal comune ‛ vecchio ': XXXI 59 vidi un sene / vestito con le genti glorïose, e 94 E 'l santo sene: " Acciò che tu assommi... ". È stata additata da qualche studioso (cfr. per es. Pagliaro, Ulisse 597; E. Raimondi, in Lect. Scaligera II 16) la progressione ‛ vecchio-veglio-sene ' a proposito dei tre personaggi di Caronte, Catone e s. Bernardo: " Vecchio (dell'uso italiano), Caronte in Inf. III, 83; veglio, dal francese, lingua letterariamente già illustre, Catone in Purg. I, 31; sene, dal latino, lingua di massima nobiltà, San Bernardo " (Mattalia).
Ma i tre termini, più che come indici di un diverso grado stilistico delle tre cantiche (il gran veglio di Creta è infatti in If XIV 103, e due vecchi saranno s. Luca e s. Paolo in Pg XXIX 134, un vecchio solo s. Giovanni al v. 143), andranno considerati nell'ambito dei concreti contesti narrativi a cui appartengono.