senio
Latinismo adoperato da D. nel Convivio, precisamente nei capp. XXIII-XXVIII del IV libro, dove, sulla scorta di Alberto Magno (De iuventute et senettute), è svolta la teoria delle quattro età della vita umana, l'ultima delle quali sarebbe appunto il s.: avviene che oltre la senettute [ossia oltre il 70° anno] rimane de la nostra vita forse in quantitade di diece anni, o poco più o poco meno: e questo tempo si chiama senio (XXIV 5); v. ancora XXIII 4 e 13, XXIV 1, XXVI 12, XXVIII 1 e 15, dove il termine ricorre due volte a proposito di Marzia, che, vedova fatta - per lo quale vedovaggio si significa lo senio - tornò... a Catone, per che si significa la nobile anima dal principio del senio tornare a Dio.
Avendo riguardo alle quattro combinazioni delle qualità contrarie che sono nella nostra composizione (caldo e freddo, secco e umido), il s. sarebbe contraddistinto dal dominio del freddo e dell'umido. A tale età si convengono due cose: il tornare a Dio come al proprio porto, astraendosi dalle cose e dai pensieri mondani; il benedire il cammino fatto, però che è stato diritto e buono e sanza amaritudine di tempesta XXVIII 2). Cfr. B. Nardi, L'arco della vita, in Saggi di filosofia dantesca, Firenze 1967, 110-138.
V. anche SENETTUTE.