SENONI (Senŏnes)
Popolo celtico, uno dei più potenti della Gallia, che occupava la parte meridionale della Champagne e quella settentrionale della Borgogna, i dipartimenti della Marna, della Senna e Marna, dell'Aube, dello Yonne e del Loiret. La sua capitale era Agedincum, detta Senones dal sec. IV in poi, oggi Sens. Furono alleati di Cesare nei primi tempi del suo proconsolato e nel 57 lo tennero informato di ciò che avveniva fra i Belgi. Essi avevano allora per re Moritasgo. Tre anni dopo, nel 54, suo fratello Cavarino, che li governava con l'appoggio di Cesare, fu cacciato da un'insurrezione popolare e da questo momento i Senoni furono sempre fra i più fieri nemici di Cesare. Nel 53 cospirano contro i Romani coi loro vicini, i Carnuti: il capo della congiura, il senone Acco, è ucciso per ordine di Cesare. Questo provvedimento severo fu una delle cause della rivolta generale del 52. Vercingetorige si trovò subito i Senoni al suo fianco: e uno di essi, Drappes (di cui Cesare non ha fatto cenno nel libro VII dei suoi Commentarii, ma di cui Irzio, nel libro VIII, ci svela l'attività) fino dall'inizio riunì un corpo di volontarî che recò molto disturbo alle comunicazioni di Cesare. Quando Vercingetorige fu assediato in Alesia, i Senoni fornirono 12.000 uomini all'esercito venuto in soccorso. Ma Cesare restò sempre padrone della capitale, che fu il suo quartiere generale durante la campagna del 52. Nel 51 Drappes, unitosi al capo cadurco Lucterio, intraprese l'invasione della provincia romana dalla parte di Tolosa: costretto a rinchiudersi in Uxellodunum, fu preso da Caninio durante una sortita e si lasciò morire di fame in carcere.
Oltre Agedincum, due oppida di Senoni sono nominati nel VII libro del De bello gallico: Vellaunodunum (Montargis), presa da Cesare all'inizio della campagna del 52, e Metlosedum o Melodunum (Melun), che ebbe una parte importante nella lotta di Labieno intorno a Lutezia. Inoltre dalle iscrizioni dell'epoca imperiale conosciamo parecchi altri oppida senoni, e particolarmente Autessiodurum (Auxerre), Intaranum (Entrains), Brivodurum (Briare).
Sotto l'impero la civitas Senonum fa parte della Gallia Lugdunensis. Alla fine del sec. III la riforma di Diocleziano attribuì i Senoni alla Lugdunensis prima (capitale Lione); nella seconda metà del sec. IV Sens diviene capoluogo di una nuova provincia, la Lugdunensis quarta, detta anche Senonia. L'influsso romano cominciò a farsi sentire sui Senoni prima della conquista di Giulio Cesare, come fanno fede alcune monete della prima metà del sec. I a. C., le cui diciture sono in caratteri latini. Numerose iscrizioni provano l'aumentare di questo influsso sotto l'impero. Esse ci mostrano il culto delle grandi divinità romane e il culto dell'imperatore associati a quello delle divinità locali, quali Marte Bolvinno, o la dea Clutoissa, o la dea Icauna (il fiume Yonne). I bastioni costruiti tutt'attorno Sens verso il 300 hanno fornito un gran numero di sculture funerarie del sec. II d. C., rappresentanti i defunti con i loro strumenti di lavoro: un documento assai istruttivo sulla civiltà galloromana.
Bibl.: Corpus Inscr. Lat., XIII, i, pp. 443-62; 4, Add., pp. 34-35; E. Espérandieu, Recueil des bas-reliefs de la Gaule Romaine, III e IV; C. Jullian, Histoire de la Gaule, II, Parigi 1909, pp. 525-527; Muret e Chabouillet, Catalogue des monnaies Gauloises de la Bibl. Nationale, Parigi 1889.