Vedi SENTINO dell'anno: 1966 - 1997
SENTINO (v. vol. VII, p. 200)
Nuovi scavi eseguiti a S. dal 1974 hanno confermato le notizie delle fonti sulla distruzione violenta della città durante il conflitto tra Antonio e Ottaviano (bellum Perusinum). La ricostruzione e la conseguente monumentalizzazione del centro avvenne verosimilmente in età augustea. Saggi mirati presso l'angolo NO della cinta muraria in opus vittatum con torri circolari hanno infatti permesso la datazione della struttura alla tarda età augustea. Con la medesima tecnica edilizia in conglomerato e con doppio paramento in opera listata, assai diffusa tra repubblica e prima epoca imperiale, risulta costruita la maggioranza delle strutture murarie sentinati. Un tratto di muro in grossi blocchi parallelepipedi di travertino locale, disposti in filari a secco, rinvenuto a circa 20 m dal ciglio settentrionale del pianoro, è stato messo in relazione con una cinta muraria più interna, di epoca repubblicana; in essa forse si apriva una porta ad arco, alla quale è stato riferito un blocco tagliato a cuneo.
L'impianto urbanistico presenta isolati rettangolari di 2 χ 2,5 actus, delimitati da strade lastricate di larghezze variabili (tra 3,8 e 5 m circa) e servite da una complessa rete fognaria. Sul limite S del cardo principale, asse primario della viabilità esterna, divenuto anche l'arteria più importante del centro urbano, sono state rinvenute parti di una porta urbica; oltre l'estremità Ν erano già segnalate murature del ponte sul Sentino. Tra i numerosi resti di strutture vanno segnalati quelli di un complesso termale, di una grande aula absidata con pavimento in marmi policromi, di due ambienti adibiti a fonderia, di varie abitazioni e forse di una fornace per la lavorazione del vetro, oltre che di una grande villa suburbana.
Abbandonata in epoca tardoantica, la città fu riscoperta da Ciriaco di Ancona, che per primo qui trascrisse alcune epigrafi; negli stessi anni Flavio Biondo mostra di conoscere il sito. Numerosi blocchi con iscrizioni e con rilievi vennero prelevati dall'area della «Civita» e riutilizzati nel Medioevo per la costruzione di alcuni edifici nelle vicinanze e in particolare nella chiesa di S. Croce. Risale alla metà del Cinquecento la scoperta del cammeo, oggi a Boston, con le nozze di Amore e Psiche firmato da Tryphon (v. vol. VII, p. 1025). Rilevante è anche il ritrovamento delle terrecotte di Civitalba (v.).
Alle antichità recuperate nei secoli precedenti e in parte raccolte nel Palazzo Comunale si sono aggiunti materiali rinvenuti nei primi decenni di questo secolo, che hanno contribuito alla formazione di un piccolo museo nel Palazzo dei Priori, ulteriormente incrementato negli anni '70 e dotato di un moderno allestimento nel 1980. Nel museo sono esposti i materiali provenienti da S., tra cui una serie di sculture e di teste-ritratto in marmo. Da segnalare un busto loricato e una statua acefala di divinità, databili al II sec. d.C.; dei tre ritratti maschili uno, ornato da corona, è di età flavio-traianea. Sono presenti anche alcuni frammenti di statue marmoree e testine votive, tra cui una di divinità barbata e una testa di fanciulla; di buona fattura è un piccolo busto alabastrino della dea Iside. Da segnalare parte di un frontoncino in marmo col rilievo di un Erote desinente in girali di acanto, un frammento di fregio con decorazione follata (II sec. a.C.), una serie di capitelli corinzi, databili tra il II e il IV sec. d.C., un puteale marmoreo con fregio dorico, zampe fitomorfe di trapezoforo e un frammento con centauro nell'atto di scoccare una freccia. Nel pavimento della prima sala è inserito un mosaico con Europa sul toro, uno tra i tanti scoperti nella città. L'insieme è completato da un'esposizione di instrumentum domesticum con numerosi oggetti metallici, in oro, in vetro e in terracotta. L'età preistorica è rappresentata da alcuni oggetti del Neolitico (ceramica e punte di selce), quella protostorica da bronzetti votivi del VI-V sec. a.C. (Marte, Ercole, offerenti). È esposta anche una collezione di arỳballoi di officina etrusco-italica, una coppa daunia e statuette di terracotta di età ellenistica.
Bibl.: L. Brecciaroli Taborelli, Nuovi scavi a Sentinum (1974-1976), in Miscellanea seminate e picenate, 1976, 1-3, pp. 41-56; G. Paci, Dedica da Sentinum in onore del giurista «Celsius filius», in AnnMacerata, IX, 1976, pp. 375-390; L. Brecciaroli Taborelli, Sentinum. La città. Il Museo, Ancona 1978; L. Mercando, in Umbria-Marche (Guide archeologiche Laterza, 4), Roma-Bari 1980, pp. 217-220; M. Boy, A. Mazzucotelli, L. Taborelli, Elementi per l'individuazione di un'officina vetraria e della sua produzione a Sentinum, in ArchCl, XXXII, 1980, pp. 138-156; G. Paci, Materiali epigrafici inediti del Museo Civico di Sassoferrato, in L. Gasperini (ed.), Scritti sul mondo antico in memoria di F. Grosso, Roma 1981, pp. 395-463; G. Nonni, Le nozze mistiche di Amore e Psiche. Storia di una gemma ellenistica ritrovata a Sentinum nel XVI secolo, in Studi Umanistici Piceni, XV, 1995, pp. 169-178; M. Luni, Inter antiques antiquissimus. Ciriaco di Ancona e la scoperta dell'antichità classica nelle regioni medioadriatiche, in Ciriaco di Ancona e la cultura antiquaria dell'umanesimo. Atti del Convegno, Ancona 1992, Reggio Emilia 1996, pp. 314-315.