SEPINO (XXXI, p. 398)
Lo scavo della S. romana fu iniziato nel 1950 e da allora è stato proseguito senza interruzioni; l'indagine archeologica ha consentito d'integrare notevolmente i dati già noti circa la fisionomia e la storia di questo municipio. Sorta ad opera dei profughi dell'omonimo centro sannitico, dopo la distruzione del 293 a. C., S. ebbe in ogni momento la sua ragione di vita soprattutto nel tratturo che la traversava e nel quale, forse, costituiva un bivacco di transumanti. Tracce sino ad ora scarse ma sicure documentano il primo momento del nucleo urbano, da ritenere tuttora sannitico. Dopo la crisi delle guerre sociali - alle quali la sua partecipazione, seppure non nota, è probabile, per la vicinanza di Bovianum, più volte citata dagli storici nel corso di quelle vicende - e dopo i torbidi anni delle guerre civili e della dittatura di Silla, S. con tutto il Sannio Pentro entrò nella compagine del mondo romano con l'acquisizione della cittadinanza e fu eretta a municipio. Sullo scorcio del I sec. a. C., se ne intraprese la recinzione e, di conseguenza, la sistemazione urbanistica.
Le mura, alla cui costruzione erano stati interessati i figliastri di Augusto, Druso e Tiberio, furono inaugurate nel primo semestre del 4 d. C., come documentano le iscrizioni sovrapposte alle quattro porte, dette di Boiano, di Benevento, del Tammaro, e di Terravecchia. L'organismo urbanistico di S. nella fase romana è di estrema chiarezza: uno spazio trapezoidale, diviso in quattro settori dall'intersezione di due arterie - cardo e decumanus, quest'ultimo costituito dal tratto urbano del tratturo - all'incrocio delle quali è il foro. Per ragioni non chiare, data la natura pianeggiante del terreno, tale planimetria presenta notevoli irregolarità. Sul foro, pavimentato a grandi lastre, prospettano edifici pubblici e sacri: fra i primi è la basilica, fra gli altri, forse, il Capitolium. Lungo il decumano fra varî edifici privati, sono stati identificati un mercato e una grande aula, forse di carattere cultuale. La porta di Boiano, che con quella di Benevento è all'estremità del decumano, ed è l'unica sino ad oggi restaurata, può esemplificare anche le altre essendo tutte simili tra loro. È ad un fornice preceduto entro la città da un cavedio ed è affiancata da due torri rotonde. L'arco, che presenta nella chiave una testa di divinità barbata, è sormontato dall'iscrizione dedicatoria e fiancheggiato da due statue di barbari legati. Sulla sua spalla destra è inciso il celebre rescritto imperiale per la tutela dei transumanti. Nel settore tra le porte di Benevento e del Tammaro è il teatro. Lungo il tratturo sono i resti di numerosi mausolei: se ne sono potuti ricostruire uno a tumulo dedicato al magistrato C. Ennio Marso ed uno ad ara della famiglia equestre dei Numisi. Vedi tav. f. t.
Bibl.: V. Cianfarani, Guida alle antichità di Sepino, Milano 1958 (con la bibl. precedente).