sepolcro (sepulcro)
Il significato è sempre in D. quello di " tomba "; in tale accezione il termine ricorre in If IX 115 Sì come ad Arli... / sì com' a Pola... / fanno i sepulcri tutt' il loco varo, in cui D. allude alle sepolture dell'epoca romana, che sorgevano, ancora ai suoi tempi, nelle vicinanze di Arlì e Pola, e che rende vano il suolo ineguale; e in X 7 La gente che per li sepolcri giace / potrebbesi veder?, in cui indica le arche dove sono puniti gli eretici (la giuntura è epigrafica: hic iacet).
Tutte le altre occorrenze, pur mantenendo il significato di " tomba ", rientrano sempre nell'ambito della citazione di auctoritates scritturali e, in un caso, sapienziali.
Si osservi: Cv IV VII 4 reducere in vita colui che quattro di è stato nel sepulcro è riferimento alla resurrezione di Lazzaro (Ioann. 11, 17 " Venit itaque Iesus et invenit eum quattuor dies iam in monumento habentem "); XII 11 onde Seneca dice: " Se l'uno de li piedi avesse nel sepulcro, apprendere vorrei " è citazione diretta di un monitum sapienziale attribuito a Seneca ma in realtà riferibile a Salvio Giuliano (" Et si alterum pedem in sepulcro haberem, adhuc addiscere velim "; cfr. Toynbee sub v. Seneca); If VII 56 questi resurgeranno del sepulcro, detto della resurrezione nel giorno del giudizio degli avari e prodighi, calca letteralmente la sequenza del tempo pasquale relativa alla resurrezione di Cristo (" Surrexit Dominus de sepulcro "). È interessante rilevare che soltanto qui s. appare in rima (con pulcro e appulcro, verbo questo che sembra coniato da D. - come rilevano giustamente molti commentatori - per la necessità della rima difficile). infine Pd XXIV 126 tu che vincesti / ver' lo sepulcro più giovani piedi, detto di Pietro che precorre Giovanni nel s. di Cristo ormai risorto, è citazione di Ioann. 20, 4 (" Currebant autem duo simul, et ille alius discipulus praecucurrit citius Petro et venit primus ad monumentum ").