sepsi
Stato di infezione generalizzata. Il concetto di s. è argomento complesso e dibattuto, e la difficoltà di una definizione non generica nasce dalla complessità degli eventi fisiopatologici che la caratterizzano e dall’estrema eterogeneità delle sue presentazioni cliniche. Nel 1991 lo statunitense Roger C. Bone (1943-1996), specialista nella patologia del polmone, suggerì di utilizzare il termine per identificare la reazione sistemica dell’organismo in risposta a una infezione; basandosi su specifici criteri clinici introdusse inoltre il concetto di sindrome settica, riferito allo stato di s. associato a ipoperfusione d’organo, e riconobbe l’esistenza di un’identica sindrome scatenata da stimoli infiammatori non infettivi, successivamente denominata SIRS (Systemic Inflammatory Response Syndrome). L’American college of chest physicians e la Society of critical care medicine (ACCP/SCCM) nel 1992 hanno infine ufficializzato la terminologia introdotta da Bone.
Dal punto di vista generale, non esistono stime soddisfacenti dell’incidenza di s. poiché si tratta di una condizione eterogenea e difficilmente inquadrabile epidemiologicamente: i tassi di incidenza variano in relazione a fattori ambientali e a fattori legati all’ospite, anche se si stima che negli USA si verifichino 400.000 casi/anno. I decessi precoci sono correlati principalmente al numero di organi coinvolti, mentre quelli tardivi sono attribuibili a complicanze della malattia di base del paziente. Gli agenti eziologici correlati a maggiore mortalità sono Candida e Pseudomonas aeruginosa.
Per la diagnosi di s. è attualmente in uso il sistema di definizioni dell’ACCP/SCCM; la risposta sistemica (SIRS) a un focolaio infettivo viene identificata dai seguenti criteri clinici: temperatura corporea maggiore di 38 °C o minore di 36 °C; frequenza cardiaca maggiore di 90 battiti/min; frequenza respiratoria maggiore di 20 atti/min o PaCO2 minore di 32 mmHg; globuli bianchi superiori a 12.000/mm3 o inferiori a 4.000/mm3, o presenza di forme immature maggiore del 10%.
La terapia della s. si basa su antibiotici a largo spettro, drenaggio chirurgico di raccolte infette, somministrazione di liquidi e supporto adeguato della disfunzione d’organo. Il supporto può consistere nella dialisi nell’insufficienza renale, nella ventilazione meccanica nell’insufficienza respiratoria, nell’infusione di liquidi, emoderivati e farmaci vasoattivi nell’insufficienza circolatoria. Inoltre, soprattutto se tale stato si protrae nel tempo, è importante assicurare un’adeguata nutrizione, eventualmente parenterale.