POLIAKOFF, Serge (russo, Poljakov, Sergej)
Pittore, nato a Mosca l'8 gennaio 1900, naturalizzato francese nel 1962, e morto a Parigi il 12 ottobre 1969. Trascorre la giovinezza col padre e le sorelle in un ambiente raffinato, coltivando la musica con cui, lasciata la Russia all'inizio della rivoluzione, si guadagnerà da vivere in periodi d'incertezza. Giunge a Parigi nel 1923, dopo aver soggiornato a Istanbul, Sofia, Belgrado, Varsavia, Vienna, Berlino; e, a Parigi, comincia a dedicarsi alla pittura: frequenta l'Académie Frochot e la Grande Chaumière (1928-29) ed espone per la prima volta in una collettiva presso la Galerie Drouant (1931). Per due anni a Londra (1935-36) frequenta la Slade School of Art e ha la possibilità di approfondire la conoscenza dell'arte antica, attratto in particolare dalla pittura dei sarcofagi egizi e dai primitivi italiani. Tornato a Parigi, inizia un periodo molto fecondo per la maturazione della sua arte: conosce V. V. Kandinskij, frequenta S. e R. Delaunay, è particolarmente impressionato dall'arte di O. Freundlich, è legato all'ambiente di J. Lacasse e del suo laboratorio-galleria-teatro L'Équipe. È da un'elaborazione del tutto personale e profonda del materiale, delle idee, delle teorie, delle proposte di questi ambienti culturali che nasce la nuova pittura di P. (scarsa è la documentazione sull'attività precedente; sembra abbia dipinto soprattutto nudi). Il suo primo quadro astratto è esposto nel 1938 alla Galerie Le Niveau. Da questo momento espone regolarmente al Salon des Indépendents e, dopo la guerra, al Salon des Réalités Nouvelles, al Salon de Mai, al Salon des Surindépendents. Nel dopoguerra comincia anche ad affermarsi fuori della Francia e riceve numerosi riconoscimenti, dal premio Kandinskij (1947) al premio Lissone (1956), al premio internazionale della Biennale di Tokio (1965), al gran premio della Biennale di Mentone (1966). In questi anni P. ha approfondito la sua ricerca che appare una sottilissima sequenza di variazioni sul tema: la costruzione di quadri che non hanno alcun riferimento a realtà che non siano il colore e lo spazio da esso costruito, spazio nato dalla contrapposizione di vaste zone cromatiche che s'incastonano suggerendo, e nello stesso tempo negando, forme geometriche, e dalla decantazione e sovrapposizione dell'impasto che va da sottili velature a spessori materici. Vedi tav. f. t.
Bibl.: M. Ragon, Poliakoff, Parigi 1956; D. Vallier, Serge Poliakoff, ivi 1959; F. Meyer, La technique de Serge Poliakoff, in XX Siècle, n. 12, maggio-giugno 1959; J. Cassou, Serge Poliakoff, Amriswil 1963; Catalogo dell'esposizione Serge Poliakoff, Musée National d'art moderne, Parigi 1970; G. Marchiori, Serge Poliakoff, ivi 1976.