Gerasimov, Sergej Apollinarievič
Regista e attore cinematografico russo, nato a Zlatoust (Russia) il 21 maggio 1906 e morto a Mosca il 28 novembre 1985. Uno dei primi esponenti del realismo socialista (v. realismo) cinematografico, G. si è sempre distinto per il rigore e l'attenzione alla complessità della costruzione filmica, creando costantemente uno spazio di sperimentazione linguistica, incentrato sulla predominanza della figura umana come elemento caratterizzante.
Subito dopo la Rivoluzione d'ottobre (1917), G. si trasferì a Pietrogrado. Studiò dapprima all'Istituto di arti sceniche per poi entrare nel 1935 nel gruppo della FEKS, la Fabbrica dell'attore eccentrico, dove iniziò a studiare recitazione e a lavorare come attore prima nei film di Grigorij M. Kozincev e Leonid Z. Trauberg e poi in quelli di altri registi. L'esordio nella regia (coregia di S.I. Bertenev) avvenne negli anni Trenta, con Dvadcat′ dva nesčast′ja (1930, Ventidue disgrazie). La sua attività, sia come attore sia come regista, risultava fortemente caratterizzata dalla formazione alla FEKS, con particolare attenzione alla recitazione degli attori vista come elemento imprescindibile del linguaggio filmico. Sin da Ljublju li tebja? (1934, Ti amo?), il primo film diretto interamente da G., sui comportamenti sessuali e morali della gioventù sovietica, e da Komsomol′sk (1938), sulle imprese di un gruppo di giovani comunisti, il regista concentrò l'attenzione sul mondo giovanile, costruendo un'immagine naturalistica e al tempo stesso epica, smussando gli eccessi recitativi della FEKS, ma mostrando subito sensibilità per la valorizzazione dei gesti e dei corpi come forme espressive del cinema. G. ottenne un crescente successo anche con il film successivo Učitel′ (1939; Il maestro). Rispettoso delle direttive estetico-ideologiche del realismo socialista, volle lavorare all'interno dei canoni ufficiali, come appunto in Učitel′, storia di un giovane insegnante in un villaggio di campagna, in cui la complessità e la ricchezza espressiva del protagonista si intersecano con la struttura narrativa spesso piatta e prevedibile.
Nel 1941 si iscrisse al Partito comunista sovietico e, durante la guerra, iniziò a ricoprire cariche istituzionali in URSS e a realizzare film di propaganda su commissione. Fu nominato vicepresidente del dipartimento per la cinematografia e responsabile, con il grado di generale e in rappresentanza del dipartimento, dei cinegiornali di guerra. Parallelamente all'attività di regista e di attore, G. portò avanti quella di insegnante di regia e recitazione al VGIK. Dopo la guerra e dopo la realizzazione di alcuni film su tematiche disparate, tornò a occuparsi di questioni giovanili e la sua attività di insegnante di recitazione sfociò in un film-saggio collettivo, Molodaja gvardija (1948; La giovane guardia), tratto dal romanzo di A.A. Fadeev. Nel film G. dirigeva gli allievi del suo corso, tra i quali spiccavano Sergej F. Bondar-čuk e Vjačeslav V. Tichonov, proponendo, attraverso la storia di un gruppo di giovani che prendono le armi contro gli invasori tedeschi, uno sguardo sulla guerra a misura d'uomo, vista da chi è coinvolto in prima persona. Considerato un film anticipatore del cinema del 'disgelo' degli anni Sessanta, Molodaja gvardija non è esente da irrigidimenti estetici e stilistici, dovuti anche al fatto che G. fu costretto a modificare il film più volte per ottenere l'approvazione ufficiale. Sempre più inserito nei meccanismi della produzione ufficiale, G. realizzò, negli anni Sessanta e Settanta, film diversi tra loro ma in linea con le tendenze dominanti: dal kolossal epico come Tichij Don (1958, Il placido Don; in Italia è stata distribuita solo la prima delle tre parti di cui è composto il film, con il titolo La carica dei cosacchi), tratto dal romanzo di M.A. Šolochov, a vicende più personali e soggettive, come Ljubit′ čeloveka (1972, Amare l'uomo) o Dočki-materi (1975, Figlie-madri). Negli ultimi anni di vita, G. lavorò a quello che sarebbe stato il suo film testamento, Lev Tolstoj (1984), in cui lo stesso regista interpreta lo scrittore offrendo il ritratto intenso e suggestivo di un uomo che, poco prima di morire, osserva un mondo in profonda trasformazione.G. aveva realizzato anche numerose opere su commissione, tra cui si segnalano Ljudi i zveri (1962, Uomini e bestie), Žurnalist (1967, Il giornalista), Gran premio al Festival di Mosca, Krasnoe i čërnoe (1977; Il rosso e il nero), dal romanzo di Stendhal.
O. Váňa, Sergej Gerasimov, Praha 1970.
L. Rybak, V kadre ‒ režissër. Iz nabljudenij za rabotoj Ju. Rajzmana i S. Gerasimova (Nell'inquadratura ‒ un regista. Osservazioni sull'opera di Ju. Rajzman e S. Gerasimov), Moskva 1974.
L. Parfenov, Sergej Gerasimov, Moskva 1975.
E. Vejcman, Ljudi 60-ch godov. Četyre fil′ma Sergeja Gerasimova (Uomini degli anni Sessanta. Quattro film di S. Gerasimov), Moskva 1976.
J. Leyda, Kino. A History of the Russian and Soviet Film, Princeton (NJ) 1960, 1983³, passim.
Kino. Enciklopedi-českij slovar′, Moskva 1987, ad vocem.
G. Buttafava, Il cinema russo e sovietico, Venezia 2000, passim.