WITTE, Sergej Jul′evič
Uomo politico russo, nato il 17 giugno 1849 a Tiflis, morto il 13 marzo 1915 a Pietrogrado. Entrato nell'amministrazione delle ferrovie di Odessa, nel 1885 fu chiamato a far parte della commissione imperiale per lo studio del problema ferroviario. Nel febbraio del 1892 fu nominato ministro delle Comunicazioni; l'11 settembre dello stesso anno succedette al Vyšnegradskij nella carica di ministro delle Finanze. La sua nomina iniziò l'"era Witte" nella storia dell'economia russa.
Nella sua qualità di ministro delle Finanze, del Commercio e delle Industrie, il W. con una sistematica politica economica e finanziaria avviò lo stato agrario russo al primo stadio del capitalismo, consolidando contemporaneamente la potenza dello stato all'interno, sì da consentirgli di resistere alla prima rivoluzione. I mezzi usati dal W., e che gli conferirono per più di un decennio una grande influenza sulla politica interna ed estera russa, furono la riorganizzazione dei dazî doganali protettivi, il facilitare l'afflusso di capitali esteri sotto forma di prestiti o promuovendo imprese private straniere, la statizzazione delle ferrovie, l'unificazione delle tariffe, l'istituzione di nuove entrate statali fra le quali il monopolio dell'alcool. La sua riforma monetaria sostituì alla base cartacea quella aurea (legge del 10 settembre 1897), con corso parificato del rublo all'interno e all'estero. Il bilancio dello stato salì da 965 milioni di rubli (1892) a 2 miliardi nel 1903, il debito pubblico da 5,3 miliardi agl'inizi del 1892 a 6,6 miliardi ai primi del 1904. La politica finanziaria del W., specie i provvedimenti per la stabilizzazione della moneta (eseguiti basandosi sulla preparazione teoretica e sul consiglio di Adolph Wagner), provocarono violenti attacchi nella stampa contro il "sistema Witte". L'industrializzazione, mentre veniva trascurata la questione agraria, ebbe per conseguenza la fomazione di un proletariato urbano industriale incline alle influenze socialiste e rivoluzionarie, continuamente accresciuto dall'afflusso di mano d'opera a buon mercato proveniente dalle classi rurali proletarizzate. L'aumento del debito estero e il conseguente obbligo di accrescere l'esportazione del grano danneggiò i comtadini.
Il W. vide nell'alleanza franco-russa un mezzo potente per far collaborare la Borsa di Parigi al risanamento delle finanze russe, alla costituzione di un'industria russa forte e autonoma, allo sviluppo della rete ferroviaria (1892: 31.000 km., 1902: 64.200 km.) e alla politica di colonizzazione pacifica dell'Asia. La ferrovia siberiano-manciuriana e la ferrovia della Cina orientale Čita-Vladivostok appoggiate alla Banca russo-cinese, la cessione da parte della Cina di Port Arthur ottenuta dal W. con la corruzione, furono gli strumenti atti all'affermazione economica, politica e militare della Russia nell'Estremo Oriente. Dopo che il veto russo opposto alla pace di Shimonoseki ebbe respinto i Giapponesi dalla Manciuria meridionale, la politica russa di espansione nell'Estremo Oriente entrò in una fase risolutiva con la decisione del W. di costruire il tratto orientale della ferrovia (Irkutsk-Vladivostok) non già lungo la riva sinistra dell'Amur, ma attraverso la Manciuria, cioè in territorio cinese. Tuttavia per ragioni di ordine interno e per la sicurezza della frontiera occidentale il W., come del resto Lambsdorff e Kuropatkin, era contrario a una guerra con il Giappone. Cedette alla pressione dei sostenitori di un'attiva politica nell'Estremo Oriente (Bezobrazov, Abaza, Alekseev, Plehve) che spingevano alla guerra, mirando a una definitiva occupazione russa della Corea. Il 29 agosto 1903 il W. lasciò la sua carica: la sua nomina a presidente del comitato ministeriale significava la sua liquidazione politica. L'esito infelice per la Russia della guerra russo-giapponese riportò il W. in primo piano: acquistando il favore dell'opinione pubblica negli Stati Uniti per sé stesso e per la sua abilità di plenipotenziario russo, consentì alla Russia di conservare sostanzialmente con la pace di Portsmouth (5 settembre 1905) la sua posizione preminente nell'Estremo Oriente e le evitò il pagamento di una indennità di guerra. Nominato conte, assunse la presidenza del consiglio; tuttavia, seguace delle teorie assolutiste nello spirito di Alessandro III, non gli riuscì di trasformare il regime assoluto in un regime costituzionale. Il "Manifesto d'ottobre" (30 ottobre 1905), che istituiva in Russia un costituzionalismo nominale, non fu nelle sue mani che una manovra tattica. Nonostante la rotta militare in Asia orientale e la crescente confusione interna, il W. riuscì a ottenere ancora nella primavera del 1906 un grande prestito francese che impedì il fallimento economico dello stato, contribuendo in modo decisivo al consolidamento dell'autorità statale. Il 3 maggio 1906 lo zar licenziò il ministro, a lui personalmente antipatico, nominandolo membro del consiglio dell'impero; suo successore fu Goremykin.
Tutta la vita il W. accarezzò l'idea di una lega continentale tedesco-franco-russa, la cui realizzazione però era insormontabilmente ostacolata dal contrasto franco-tedesco e dalla dipendenza della Russia dal mercato monetario parigino. Nel 1905 il W. riuscì ad annullare l'accordo di Björkö perché inconciliabile con l'alleanza franco-russa; nel 1913, egli non fu estraneo alla caduta del suo successore al Ministero delle finanze, il Kokovcev. Dopo lo scoppio della guerra mondiale gli fu rimproverato di essersi adoperato in favore di un accordo possibilmente rapido con gl'Imperi Centrali, sì da sembrare ai rappresentanti diplomatici dell'Inghilterra e della Francia capo degl'intrighi germanofili in Pietroburgo.
Nelle sue concezioni economiche, esposte particolareggiatamente in uno scritto sulla Economia politica e Federico List e nelle sue Letture sull'economia popolare e statale tenute nel 1900-o2 al granduca Michail Aleksandrovič, considerazioni commerciali e politico-nazionali si fusero in un sistema di capitalismo di stato inquadrato in un regime autocratico.
Scritti: Vospominanija. Carstvovanie Nikolaja II, voll. 2, Berlino 1922 (ed. americana e francese 1921 e tedesca con introduzione di O. Hoetzsch 1923); Vospominanija. Detstvo. Carstvovanie Aleksandra II i Aleksandra III, 1849-1894, Berlino 1923; Principy železnodoroznych tarifov po perevozke gruzov, 1883, 3a ed. Pietroburgo 1910; Po povodu nacionalizma. Nacional′ naja ekonomija i Fr. List, 1889, 2ª ed., Pietroburgo 1912; Samoderžavie i zemstvo, Pietroburgo 1908 (con prefazione di Čerevanin), 2a ed. con prefazione di P. Struve, Stoccarda 1903; Zapiska po krestjanskomu delu, Pietroburgo 1905; Erzwungene Aufklärungen aus Anlass des Berichtes des Generaladjutanten Kuropatkin über den Krieg gegen Japan, Vienna e Lipsia 1911 (ed. russa, Pietroburgo 1909 e Mosca 1911, ed. francese, Parigi 1911); Vorlesungen über Volks- und Staatswirtschaft, voll. 2, Berlino e Stoccarda 1913 (con introduzione di Melnik; 2ª ed. russa, Pietroburgo 1912); Po povodu nepreloznosti mkonov gosudarstvennoj žizni, ivi 1914. Numerosi documenti del periodo della sua attività ministeriale nelle ultime annate dei Krasnyj Archiv e Istorik Marksist.
Bibl.: Fra altri articoli sulla politica finanziaria del W. citiamo: E. De Cyon, 1895; D. Kol′cov, 1897; P. A. Badmaev, 1902; P. Rohrbach, 1902; P. B. Struve, 1903; A. Anspach, La Russie économique et l'oeuvre de M. de Witte, Parigi 1904; K. Helfferich, Das Geld im russisch-japanischen Kriege, Berlino 1906; L. G., S. Ju. Vitte i padenie russkago gosudarstvennago kredita, Pietroburgo 1907.
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