De Gregorio, Sergio
Italia • Roma, 24 febbraio 1946 - Brema, 28 gennaio 1966 • Specialità: 200 m, staffetta 4x200 m stile libero
Sergio De Gregorio era avviato a diventare uno dei più forti duecentisti europei di tutti i tempi quando scomparve nel disastro aereo del 1966 a Brema. Era in quel momento la punta di diamante di una squadra nazionale di nuoto tra le migliori che l'Italia avesse mai avuto, della quale facevano parte atleti come Dino Rora e Daniela Beneck, Paola Saini, Giampiero Fossati, Amedeo Chimisso e Pietro Boscaini. Il diciannovenne stileliberista romano, pupillo di Paolo Costoli alla Roma Nuoto, era tuttavia in qualche modo speciale. Il suo talento gli aveva consentito di affermarsi giovanissimo, al punto che il primo titolo nazionale fu da lui vinto a soli sedici anni. Ne aveva poi totalizzati cinque nei campionati assoluti estivi e sei nei campionati italiani primaverili, migliorando contemporaneamente otto primati assoluti a livello individuale e altrettanti in staffetta. Era stato finalista olimpico nel 1964 a Tokyo con gli azzurri della 4x200 m stile libero (Boscaini, Bruno Bianchi e Giovanni Orlando i suoi compagni), quartetto nel quale gli spettava il ruolo di numero uno e che lanciò migliorando in prima frazione il record italiano con 2′03,3″. Nel 1965 fece parte della rappresentativa azzurra vittoriosa nel prestigioso Torneo internazionale delle Sei nazioni. L'obiettivo del 1966 erano i Campionati Europei di Utrecht, che si preparava ad affrontare da protagonista, forte del terzo tempo europeo nei 200 m stile libero (2′01,1″) ottenuto nella stagione 1965. L'importante meeting internazionale di Brema era una tappa in quella direzione.
Al suo nome fu intitolata una delle più forti società italiane degli anni Settanta e Ottanta, la Sergio De Gregorio di Roma, per la quale nuotarono Revelli, Dell'Uomo, Quintarelli, Mauro, Zei, Urbani, Papini, Notturni: tutti campioni e primatisti italiani che si riconoscevano nel suo nome e nel suo esempio.