SERGIO di Resaina
Celebre autore siriaco. Medico, fu archiatra a Resaina (Resh‛aynā, Teodosiopoli, ora Ra's al-‛Ayn), nell'alta Mesopotamia alla fine del secolo V e nella prima metà del VI. Fu scrittore enciclopedico, che contribuì molto a diffondere tra i Siri i migliori prodotti della filosofia e medicina greche. Studiò ad Alessandria d'Egitto, e la sua produzione letteraria è quindi calcata su quella dei Greci. Era monofisita, ma sembra aver avuto per lo meno simpatie per la dottrina nestoriana e finì per aderire alle formulazioni del concilio calcedonese. Dal patriarca Efrem fu incaricato in Antiochia di una missione presso il papa Agapito I, ma la morte lo colse a Costantinopoli nell'anno 536. La sua attività letteraria si svolse tanto nel campo delle versioni dal greco quanto in quello delle compilazioni più o meno originali, fatte sempre sulla falsariga di scritti in lingua greca. I manoscritti gli attribuiscono più o meno chiaramente ed esplicitamente anche opere che non possono essere affatto sue. Egli tradusse dal greco anzitutto gli scritti di Dionigi Areopagita. Speciale cura dedicò alle versioni in siriaco di scritti filosofici, e segnatamente di opere di Aristotele. È certamente lui il traduttore dello scritto falsamente attribuito ad Aristotele che passava sotto il nome di Sull'universo ad Alessandro. Egli scrisse inoltre un opuscolo Sulla causa prima dell'universo, che dedicò probabilmente a quel medesimo Teodoro di Merw cui dedicò anche il suo trattato maggiore sulle Categorie. In questo scritto Sergio risolve i seguenti quesiti che Teodoro gli aveva posti: sulla prima causa dell'universo; sulla sua attività; sul movimento del cielo, mosso dalla prima causa; sulla causa delle sue molteplici rivoluzioni; circa la possibilità che i corpi celesti abbiano conoscenza di tutto ciò che accade nel mondo sublunare. Di Sergio si è conservato inoltre un trattato sulle Categorie, che per distinguerlo da un altro sullo stesso argomento va chiamato maggiore, e che è diretto a Teodoro di Merw. Questo trattato è una specie di introduzione al suo libro sulla logica, che in sette trattati o mēmrē svolgeva tutto l'ambito della logica aristotelica. Del libro non si è conservato, oltre al trattato sulle Categorie, che quello Sullo scopo delle scritture di Aristotele. Il trattato è diviso in sette capitoli che hanno per argomento lo scopo del libro delle Categorie, la logica in genere, ciò che Aristotele ha scritto poi sui dieci generi generali, la quantità, il relativo, la qualità, le altre categorie e i Postpraedicamenta. Il trattato minore sulle Categorie, diretto a un certo Filoteo, è un estratto del maggiore. Sergio ha tradotto anche numerosi scritti di medicina. Si sono attribuiti inoltre a Sergio alcuni scritti e traduzioni che non hanno certamente lui per autore.
Mentre quasi tutti gli autori siriaci sono poco originali e non fanno che ripetere pedissequamente idee e pensieri altrui, per la maggior parte di autori greci, Sergio spicca per la sua capacità di elaborare la materia trattata secondo criterî proprî, di darle forma sistematica e di comporre scritti che anche nella forma dimostrano l'educazione scientifica del loro autore. Ma la sua educazione era prettamente greca.
Bibl.: R. Duval, La littérature syriaque, Parigi 1907, pp. 247-49; A. Baumstark, Geschichte der syrischen Literatur, Bonn 1922, pp. 167-69; G. Furlani, Sul trattato di Sergio di Rêsh‛aynâ circa le categorie, in Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi, III, pp. 135-72; id., Il trattato di S. di Resaynâ sull'universo, ibid., IV, pp. 1-22; id., Un trattato di S. di Rêsh‛aynâ sopra il genere, le specie e le singolarità, in Raccolta di scritti in onore di Giacomo Lumbroso (1844-1925), Milano 1925, pp. 36-44; id., in Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi, IV, pp. 215-216.