SERGIO IV, duca di Napoli
SERGIO IV, duca di Napoli. – Esponente della dinastia ducale (pervenuta al potere sotto Sergio I) che resse il Ducato napoletano sin dal IX secolo, figlio del duca Giovanni IV, nacque nella seconda metà del X secolo.
Fu console e duca di Napoli in due distinti periodi (1003-27, e successivamente 1029-30, 1033-34); ma già prima del 1003 era stato associato al potere dal padre. Era fratello di Sikelgaita, moglie del duca di Gaeta Giovanni IV e poi del conte normanno di Aversa Rainolfo; una sua figlia, Anna, sposò forse un figlio di Pandolfo VI di Teano, un tempo principe di Capua. Fu imparentato pure con Maria, badessa del monastero napoletano di S. Gregorio Armeno.
Il periodo di governo di Sergio IV (documentato in particolare dalla Storia de’ Normanni di Amato di Montecassino) segna l’inizio della progressiva crisi del Ducato autonomo di Napoli.
Il Ducato costituiva (con i Ducati di Gaeta e di Amalfi, staccatisi da Napoli nel IX secolo) una delle entità politiche di tradizione bizantina che erano sopravvissute alla conquista longobarda; la popolazione viveva secondo il diritto personale romano e i curiales napoletani datavano i documenti (fino al 1139) secondo gli anni dei basileis. Il Ducato comprendeva non solo il litorale intorno alla città, dal lago di Patria fino a Massa Lubrense, ma nella sua porzione settentrionale il territorio della Liburia (una zona militare nella quale l’exercitus capuano aveva condiviso da tempo diritti con la militia napoletana).
Durante la prima parte del suo governo, nel luglio 1014, Sergio IV partecipò, con altri detentori del potere civile ed ecclesiastico della regione (ma è nominato al primo posto; dopo di lui vengono l’arcivescovo di Capua, l’abate di Montecassino Atenolfo, il vescovo di Gaeta, il duca di Fondi e alcuni Gaetani), al placito del castrum Argenti (Monte d’Argento) che risolse in favore di Montecassino un conflitto territoriale con un conte del Ducato di Gaeta a proposito di terre e foreste nel territorio di Aquino. È probabile che Sergio, nell’occasione, fosse favorevole a Gaeta.
Nel decennio successivo, Sergio IV accolse a Napoli Pandolfo VI di Teano (principe di Capua insediato da Enrico II e sostenuto dal catepano d’Italia), scacciato da Capua dal competitore Paldolfo III di Capua; ma costui s’impadronì di Napoli (con la complicità degli abitanti), e per la prima volta in età medievale la città fu conquistata da un potere esterno. Sergio IV si rifugiò a Gaeta dove, nel febbraio 1029, alla presenza delle duchesse Hemilia e Sikelgaita (sua sorella), del duca Giovanni V e di numerosi Gaetani, concesse alla città un privilegio di esenzione fiscale, impegnandosi inoltre a effettuare una corretta amministrazione della giustizia una volta tornato a Napoli; nel testo si qualifica consul, dux, e anche magister militum (Martin, 2005, p. 223).
Durante l’esilio di Sergio IV a Gaeta, Sorrento si emancipò dall’autorità napoletana per diventare un ducato indipendente, che comprendeva Massa Lubrense, Piano di Sorrento, Vico Equense e una parte del territorio di Stabia. A partire da allora, il Ducato napoletano non ebbe più continuità territoriale con il Ducato di Amalfi.
Tornato a Napoli nel 1029-30, probabilmente grazie ai Gaetani e forse in seguito a una promessa fatta durante l’esilio a Gaeta, edificò nella Liburia la città nuova di Aversa, protetta da fossati e da palizzate, e la concesse con una buona parte della Liburia al normanno Rainolfo Drengot al quale diede in moglie Sikelgaita, vedova del duca di Gaeta. Aversa fu forse il primo centro politico normanno nell’Italia meridionale; e sembra che rapidamente i Normanni fossero arrivati ancora più vicino a Napoli.
Con questa operazione, Sergio IV chiaramente intendeva assicurarsi una protezione efficace da parte dei Normanni contro i Longobardi capuani. Ma poco dopo il 1034 Rainolfo, dopo la morte di Sikelgaita, sposò una nipote del principe Paldolfo III di Capua (figlia del duca di Amalfi e di una principessa capuana), nemico di Sergio IV, e cambiò dunque alleanza: di conseguenza, il Ducato di Napoli perse la Liburia.
Come ultimo atto, nel 1038, l’imperatore Corrado II il Salico concesse ai Normanni la contea di Aversa, definitivamente staccata da Napoli; la contea strinse un’alleanza con Guaimario IV di Salerno nel 1043-44; nel 1058 (e definitivamente nel 1062) il conte normanno di Aversa conquistò Capua e ne diventò principe: la Liburia era passata a Capua.
Il Ducato napoletano, mutilato territorialmente dalla perdita di Aversa e di Sorrento, non ebbe più rilievo fra le potenze regionali, anche se sopravvisse fino al 1139. Tuttavia Sergio IV fu ancora in grado di inviare nel Principato capuano un contingente armato che portò a Napoli l’abate di Montecassino Teobaldo (insediato da Enrico II ma tenuto a Capua quasi prigioniero dal principe per quasi quattro anni sin dall’agosto 1032).
Ammalato, Sergio IV lasciò nel 1033-34 il potere al figlio Giovanni V (già associato nel 1016) e si monacò nel monastero di S. Salvatore in insula maris (che sorgeva sul sito del Castel dell’Ovo). Ma nel 1036, mentre il figlio e successore era a Costantinopoli, Sergio prese di nuovo parte al governo con il giovane nipote Sergio V, associato al potere dal padre: insieme, i due promulgarono un documento a favore del monastero di S. Salvatore, nel quale Sergio IV si ritirò poi di nuovo fino alla morte, occorsa nell’aprile 1053.
Sono conservati documenti di Sergio IV (con il padre) in favore del monastero di S. Salvatore (1002), di Sergio IV da solo per i monasteri di S. Gregorio Armeno (1009 e 1033, oltre a quello già segnalato) e dei Ss. Teodoro e Sebastiano (1016). Sergio IV è stato considerato (da Capasso, 1884) autore del pactum Sergii, che ora si tende piuttosto ad attribuire al duca Sergio VII (v. la voce in questo Dizionario).
Fonti e Bibl.: B. Capasso, Monumenta ad Neapolitani ducatus historiam pertinentia, I-III, Napoli 1881-1892, poi a cura di R. Pilone, II, 2, Salerno 2008, pp. 20-29; Codex diplomaticus Cajetanus, I, Montecassino 1887 (ed. anast. Montecassino 1969), pp. 244-252, 306-308; Storia de’ Normanni di Amato di Montecassino volgarizzata in antico francese, a cura di V. De Bartholomaeis, Roma 1935, l. I, 31-35, pp. 52-56; Chronica monasterii Casinensis, a cura di H. Hoffmann, in MGH, Scriptores, XXXIV, Hannover 1980, ad indicem.
B. Capasso, Il Pactum giurato dal duca Sergio ai Napoletani (1030 ?), in Archivio storico per le province napoletane, IX (1884), pp. 319-333, 530-562, 710-742; M. Schipa, Il Mezzogiorno d’Italia anteriormente alla monarchia. Ducato di Napoli e Principato di Salerno, s.l. 1892-1894, poi a cura di M. Napoli, Salerno 2002, pp. 128-146; M. Merores, Gaeta im frühen Mittelalter (8. bis 12. Jahrhundert). Beiträge zur Geschichte der Stadt, Gotha 1911, pp. 34 s.; G. Cassandro, La fine del ducato, in Storia di Napoli, II, 1, L’Altomedioevo, Napoli 1969, pp. 307-352; J.-M. Martin, Guerre, accords et frontières en Italie méridionale pendant le haut Moyen Âge, Roma 2005, pp. 91-94, 222-224; T. Stasser, Où sont les femmes? Prosopographie des femmes des familles princières et ducales en Italie méridionale depuis la chute du royaume lombard (774) jusqu’à l’installation des Normands (env. 1100), Oxford 2008, ad ind.; A. Feniello, Napoli. Società ed economia (902-1137), Roma 2011, ad ind.; A. Thomas, Jeux lombards. Alliances, parenté et politique en Italie méridionale de la fin du VIIIe siècle à la conquête normande, Roma 2016, pp. 330-332, 388 s.