NANNINI, Sergio
NANNINI, Sergio. – Nacque a Finale Modena il 30 aprile 1906 da Pio, medico chirurgo, e da Annalia Lamborghini.
Portò a compimento gli studi laureandosi in scienze agrarie. S’iscrisse ai fasci di combattimento il 1° ottobre 1921 e, dopo la marcia su Roma, divenne segretario del fascio di Imola. Trasferitosi a Bologna, dal 1926 al 1929 fu vicesegretario del locale Gruppo universitario fascista e vicesegretario del fascio.
Il 13 aprile 1931 sposò Rossana Zamboni, dal matrimonio con la quale due anni dopo nacque Carla Giovanna (futura moglie di Galeazzo Ruspoli), seguita da Giancarlo (poi sposato con Elettra Mercuri) e da Cristiana (poi sposata con Emilio Pucci).
Deputato nella XXIX legislatura (1934-39), fu consigliere nazionale. Lavorò presso il ministero delle Corporazioni, per la corporazione zootecnia e pesca in rappresentanza degli agricoltori nel 1934-35, per quella vitivinicola nel 1936-39 e infine per quella cereali in rappresentanza del Partito nazionale fascista (PNF) nel marzo-ottobre 1939 (Missori, 1986, p. 247).
Nel gennaio 1935 fu nominato commissario per le Migrazioni interne, subentrando a Luigi Razza divenuto ministro dei Lavori pubblici. In tale veste, organizzò trasferimenti di gruppi di popolazione – per lo più lavoratori con famiglie – sia funzionali ai progetti di colonizzazione interna, come nell’Agro Pontino (promossi dall’Opera nazionale combattenti), sia verso l’estero, nella Germania del Terzo Reich o nelle colonie italiane in Africa. Gli spostamenti, che furono incoraggiati soprattutto da Veneto, Emilia e Puglia, comportavano la classificazione delle figure lavoratrici (braccianti, piccoli proprietari, affittuari ecc.) e l’individuazione di quelle più idonee alle necessità della colonizzazione rurale. Avrebbero dovuto essere interessate anche isole come la Sardegna, viste la bassa densità di popolazione e la disponibilità di terra incolta, e in ragione di ciò Nannini mantenne rapporti con varie società di bonifica (fra le quali le Bonifiche sarde), con l’idea di promuovere insediamenti analoghi a quelli in corso di realizzazione nell’Agro Pontino. Qui Nannini seguì da vicino l’esperimento della bonifica integrale, coordinando – relativamente ad alcuni aspetti – anche l’assistenza all’opera di urbanizzazione, seguita ai lavori di risanamento idraulico: «in ogni nucleo di alloggiamento operai dell’Agro Pontino gestiti da questo Commissariato – si legge in una sua comunicazione dell’aprile 1935 – vi [è] un ampio e decoroso locale adibito a dopolavoro, provvisto di radio e nel quale i lavoratori possono trovare giornali e recenti riviste del Regime» (cit. in Stampacchia, 2000, pp. 317 s.).
Non considerò la politica coloniale africana in antitesi ai progetti della bonifica integrale delle terre italiane, né ritenne che la destituzione del sottosegretario Arrigo Serpieri decisa da Mussolini nel 1935 indicasse un rallentamento delle operazioni e una vittoria conservatrice dei proprietari terrieri sul fascismo. Esercitò un forte potere di controllo sul mercato del lavoro dei braccianti e degli operai italiani: con l’idea di un «impero fascista», autarchico ed espansivo, nel gennaio 1936 inviò una circolare al prefetto di Modena, nella quale chiedeva di organizzare un contingente di mille operai modenesi da inviare in Africa Orientale (Fari, 2007, pp. 163-212), selezionandoli sia in ragione delle caratteristiche fisiche ed etniche, sia su base familiare, nell’idea complessiva «del miglioramento della razza» (Migrazioni interne e razza, in La difesa sociale, vol. 17, agosto 1938, pp. 713-717).
Se la politica del fascismo in Africa mirava a costruire vere e proprie colonie di popolamento, Nannini era altrettanto convinto delle politiche demografiche in favore delle famiglie numerose e si espresse a più riprese per quello che considerava un obiettivo fondamentale del regime (Rurali in Libia, in Rassegna sociale dell’Africa Italiana, settembre 1939, n. 9, pp. 1019-1022; Treves, 1976, p. 109; Ipsen, 2002, pp. 129 s.). Il fascismo puntava in questo modo a rafforzare il consenso presso le masse agricole, contando anche sull’uso della radio come strumento di propaganda presso i coloni. Intervenendo alla Camera dei fasci e delle corporazioni nel maggio 1939, nella discussione sul bilancio del ministero della Cultura popolare, ricordò la grande diffusione delle trasmissioni dell’Ente radio rurale, resa possibile grazie alla distribuzione di 21.143 apparecchi (Barbon, 2000, p. 42).
Grazie alle strette relazioni con le organizzazioni d'interesse e a un buon rapporto con Mussolini, il 31 ottobre 1939 subentrò come sottosegretario della Bonifica integrale a Giuseppe Tassinari, diventato ministro dell’Agricoltura. Divenne così uno dei 10 sottosegretari nativi dell’Emilia-Romagna nominati da Mussolini (il 16,4% dei 61 totali; Palla, 1997, p. 591). Con l’approvazione della legge istitutiva dell’Ente per la colonizzazione del latifondo siciliano nel 1940, si impegnò a dare sostanza all’‘assalto al latifondo’ annunciato da Mussolini, secondo le linee già tracciate da Tassinari. Lo Stato, secondo quella legge, avrebbe dovuto promuovere direttamente la colonizzazione, procedendo a espropriare i grandi proprietari terrieri: un obbiettivo che, in realtà, il fascismo non riuscì mai a raggiungere.
Sia come commissario alle migrazioni sia come sottosegretario, fu ripetutamente a fianco di Mussolini nelle visite ad aziende agrarie, in occasione di discorsi pubblici, nelle varie manifestazioni ufficiali del fascismo. Presenziò a fiere zootecniche, a convegni tecnici (per la produzione foraggera e ortofrutticola), a concorsi a premi per la maggiore produzione del grano; ispezionò stazioni sperimentali, campi agricoli e allevamenti, esaltando in ogni circostanza i progressi economici e scientifici del fascismo (cfr., per esempio, Mussolini saluta i rurali italiani, in La Stampa, 27 ottobre 1935; La Fiera veronese inaugurata da Sergio Nannini, ibid., 11 marzo 1940; I concorsi per la battaglia del grano, ibid., 20 gennaio 1941). Sempre come sottosegretario ebbe modo di controllare da vicino le politiche di bonifica e colonizzazione, rilevando entusiasticamente, nel 1940, una correlazione tra i progetti intrapresi dal fascismo e gli incrementi demografici: «Dieci anni di esperienza e d’indagine nei riguardi del problema demografico consentono di affermare che: 1) la percentuale della natalità è superiore tra le famiglie collocate in zone di bonifica che non nelle stesse famiglie prima dell’emigrazione; 2) che i nati in zone di colonizzazione non sono soltanto più numerosi ma presentano anche carattere di maggiore resistenza fisica e di vitalità» (Colonizzazione ed incremento demografico, in Il Lavoro, 1940; v. anche L’incremento demografico delle famiglie traslocate nelle zone di bonifica, in Stampa Sera, 8 marzo 1940).
Analogamente ad altri uomini vicini al duce, credette nella guerra lampo. Riferisce il direttore generale dell’Alimentazione Vittorio Ronchi (1977, p. 17; cit. anche in De Felice, 1990, p. 100) che nel 1939 incontrò Tassinari e Nannini e li trovò entrambi convinti che il conflitto iniziato con l'invasione tedesca della Polonia sarebbe stato di breve durata. Nei fatti, entrata l'Italia in guerra, le operazioni belliche rallentarono sensibilmente le opere di bonifica e tutte le attività del ministero dell’Agricoltura furono presto assorbite dall’emergenza alimentare. Nannini si dedicò a garantire i flussi alimentari tra città e campagne, nel tentativo di controllare i produttori e mantenere la disciplina degli ammassi. Presiedette allo scopo numerosi incontri, al ministero e tra i dirigenti delle varie organizzazioni sindacali ed economiche agricole.
Direttore della rivista Rassegna d’oltremare dal 1941, mantenne la carica di sottosegretario fino al 13 febbraio 1943, sostituito poi da Carlo Fabrizi e Guitierez Spadafora. Spostato alla direzione dell’Opera nazionale maternità ed infanzia per un breve periodo (maggio-luglio 1943), fu membro della direzione nazionale del PNF dal 25 aprile al 25 luglio 1943. Caduto il governo Mussolini, non aderì alla Repubblica sociale di Salò e si ritirò a vita privata.
Morì a Roma il 12 maggio 1980.
Oltre alle opere citate, si vedano: Le migrazioni e la colonizzazione, in La conquista della terra, dicembre 1935, pp. 88-98; Le migrazioni di operai nell’impero, Roma 1936; Migrazioni e colonizzazione, in La conquista della terra, ottobre-novembre 1937, pp. 137-142; Emigrazione, in Dizionario della politica, II, Roma 1940, pp. 47 s.; La colonizzazione interna e le opere di bonifica nei primi vent’anni di regime fascista, ibid. 1942.
Fonti e Bibl.: Per un inquadramento generale delle tematiche collegate all’attività di Nannini, cfr. La Merica in piscinara: emigrazione, bonifiche e colonizzazione veneta nell’Agro Romano e Pontino tra fascismo e post-fascismo, a cura di E. Franzina - A. Parisella, Abano Terme 1986, e S. Gallo, Senza attraversare le frontiere. Le migrazioni interne dall'Unità a oggi, Roma-Bari 2012. Notizie sono in: A. Treves, Le migrazioni interne dell’Italia fascista, Torino 1976, p. 109; V. Ronchi, Guerra e crisi alimentare in Italia (1940-50: ricordi ed esperienze), Salerno-Roma 1977, p. 17; M. Missori, Gerarchie e statuti del P.N.F. Gran Consiglio, Direttorio nazionale, Federazioni provinciali: quadri e biografie, Roma 1986, p. 247; R. De Felice, Mussolini l’alleato. Dalla guerra “breve” alla guerra lunga, II, Crisi e agonia del regime, Torino 1990, p. 100; M. Palla, Il fascismo, in Storia d’Italia. Le Regioni dall’Unità ad oggi. L’Emilia Romagna, a cura di R. Finzi, Torino 1997, p. 591; A. Barbon, Aspetti della privacy di un dittatore. Mussolini e i musicisti del suo tempo, Milano 2000, p. 42; M. Stampacchia, «Ruralizzare l’Italia!». Agricoltura e bonifiche tra Mussolini e Serpieri (1928-1943), Milano 2000, pp. 317, 348, 367, 377; C. Ipsen, Dictating demography: the problem of population in fascist Italy, Cambridge 2002, pp. 98, 115, 129; S. Fari, Una fatica dimenticata. Operai modenesi in Africa Orientale 1936-1941,in Sognando l’impero, Modena - Addis Abeba (1935-1941), a cura di P. Bertella Farnetti, Milano 2007, pp. 163-212.