VARAGNOLO, Sergio
– Nacque a Chioggia il 30 novembre 1925 da Silvio e da Regina De Ambrosi.
Il padre Silvio, fratello di monsignor Amedeo Varagnolo, parroco del duomo di Chioggia, si dedicava alla pesca lagunare seguendo la tradizione familiare del nonno e degli zii che erano molecanti, ossia dediti all’allevamento delle mollecche, i granchi dal carapace molle.
Varagnolo frequentò il corso ginnasiale presso il seminario vescovile di Chioggia, che abbandonò dopo qualche anno. Nel luglio del 1945, a Rovigo, ottenne il diploma di maestro di scuola elementare. Iniziò a insegnare presso l’istituto dei Salesiani di Chioggia, quindi nelle scuole elementari di alcune frazioni della città e poi del centro storico. Dal 1957 fu maestro presso la scuola elementare Giuseppe Marchetti di Chioggia fino alla pensione, conseguita nel 1978.
Nel 1956 si sposò con Maria Veronese, collega di scuola elementare, da cui ebbe quattro figli. A Chioggia, nella calle dove abitavano, Varagnolo allestì quello che chiamò un grande Ittios murales con calchi in gesso aventi come soggetto pesci di specie differenti. Vi figurava anche un riquadro dove erano tracciati gli stadi di sviluppo di uova pelagiche. L’opera è ancora esistente, anche se molti calchi sono andati perduti (un repertorio fotografico è stato presentato in L’Ittios murales del maestro Sergio Varagnolo, fotografie di Marco Salvagno, in Chioggia. Rivista di studi e ricerche, 2019, n. 55, pp. 116-119), e testimonia la sua azione di ricercatore e di educatore.
A Chioggia fece anche una breve esperienza politico-amministrativa divenendo, agli inizi degli anni Settanta, dapprima consigliere e poi assessore per la Democrazia cristiana. Abbandonò presto la politica perché poco congeniale al suo temperamento. Non cessò tuttavia di interessarsi alle problematiche della città. Nel novembre del 1971 fece pervenire all’onorevole Giuseppe Togni, presidente dell’VIII commissione Lavori pubblici del Parlamento, una lunga lettera in cui fece presente, per motivi di «equilibrio biologico» e «igienico-sanitari», l’inopportunità di creare delle ‘chiuse’ presso le bocche di porto di Chioggia, Malamocco e Lido di Venezia.
Dal 1960, su invito del professor Umberto D’Ancona, fondatore della stazione idrobiologica dell’Università di Padova con sede a Chioggia, Varagnolo iniziò la sua attività di collaboratore in ricerche di biologia marina. Nel 1962 D’Ancona lo incoraggiò a concorrere per una borsa di studio alla stazione zoologica Anton Dhorn di Napoli. L’esito fu favorevole e la commissione selezionatrice gli assegnò un tavolo di ricerca e una borsa di studio di 160.000 lire. Si traferì dunque per i due mesi estivi nella città partenopea. Qui continuò le sue ricerche sugli stadi larvali dei Teleostei, avviando un confronto tra le forme presenti in Adriatico e nella laguna di Venezia e quelle del golfo di Napoli. Dopo l’improvvisa morte di D’Ancona (24 agosto 1964), Varagnolo entrò in contatto con Bruno Battaglia, suo successore nella direzione della stazione di idrobiologia. Dell’esperienza scientifico-culturale di Varagnolo presso la stazione si ricorda la sua partecipazione (dal 12 settembre al 31 ottobre 1963) a una crociera oceanografica nel Tirreno sulla nave Bannock, organizzata dal Centro nazionale di studi talassografici del CNR. Tra il 1964 e il 1968 svolse attività didattica all’interno dei corsi estivi di biologia marina organizzati a Chioggia dall’Università di Padova. Collaborò (1965) al programma del CNR Risorse marine e fondo marino e con organizzazioni internazionali quali il Consiglio generale della Pesca marittima della FAO e la Commissione internazionale per l’Esplorazione scientifica del mare Mediterraneo. Dal 1964 al 1972 fu presente a numerosi congressi scientifici nazionali e internazionali. Durante la crociera sulla nave oceanografica Bannock collaudò un sampler (campionatore) per la raccolta del plancton ad alta velocità. Lo strumento era stato progettato dallo stesso Varagnolo e fatto realizzare da un artigiano di Chioggia. I suoi lavori scientifici rappresentarono un punto di partenza per gli studiosi che si occupavano di ictioplancton.
La linea di ricerca scientifica seguita da Varagnolo ha riguardato principalmente la riproduzione dei Teleostei marini e lo sviluppo delle loro uova. La sua pubblicazione Calendario di comparse di uova pelagiche di Teleostei marini nel plancton di Chioggia (in Archivio di oceanografia e limnologia, XIII (1964), 2, pp. 249-279) rappresentò un punto di riferimento per lo studio degli stadi giovanili delle specie ittiche, tanto da ottenere moltissime citazioni a livello internazionale ed essere oggetto di tesi di laurea.
Nello studio venivano indicati i periodi riproduttivi delle specie commerciali che depongono nell’area antistante Chioggia, descritte e disegnate con dovizia di particolari le uova e le larve di alcune specie di cui, fino a quel momento, erano disponibili pochissime informazioni. Inoltre, Varagnolo determinò il periodo di riproduzione dei Teleostei e constatò che le uova di engraulis encrasicholus (acciuga) fra tutte le specie sono quelle più numerose. Infine, stabilì che le uova dei Teleostei presenti nell’area nord-occidentale sono convogliate dalle correnti di marea entro la laguna di Venezia, per cui tale zona rappresenta un’importante area di riproduzione di questo gruppo di pesci.
Sempre nel 1964 apparve il lavoro Variazioni diurne della presenza degli stadi di sviluppo di alcuni Teleostei marini nel plancton di Chioggia (in Bollettino di zoologia, XXXIII (1964), pp. 1037-1047) dove si metteva in evidenza che ogni specie ittica depone a un orario prestabilito della giornata. Nel 1965, Varagnolo presentò al XXXIV Convegno dell’Unione zoologica italiana tenuto a Pallanza Alcune osservazioni sulla distribuzione delle uova galleggianti di Teleostei nell’alto Adriatico (ibid., XXXII (1965), pp. 849-858). A partire dal 1965 iniziò una serie di studi sulla riproduzione del pesce azzurro e in particolare dell’acciuga, che era la specie più presente in Adriatico e dalla quale riteneva dipendesse l’equilibrio delle altre specie ittiche: ipotesi formulata sulla base della conoscenza degli studi di D’Ancona, coautore della legge sull’equilibrio preda-predatore con il suocero Vito Volterra. Parallelamente agli studi sulla riproduzione di specie ittiche, Varagnolo si occupò anche della produzione ittica della città di Chioggia. Sull’argomento pubblicò L’analisi della produzione ittica dei mercati di Chioggia e di Venezia (in Archivio di oceanografia e limnologia, XV (1968), Suppl., pp. 201-235). Un altro lavoro che ha fatto conoscere Varagnolo nel campo della biologia marina è quello sulla moleca, il granchio molle, prodotto nelle lagune dell’alto Adriatico ma il cui centro principale di produzione è stato per decenni la città di Chioggia. Si tratta di Pesca e coltura del granchio Carcinus maenas L. nella laguna di Venezia (ibid., pp. 83-96; trad. inglese Fishery of the green crab (Carcinus maenas L.) and soft crab cultivation in the lagoon of Venice, in FAO Studies and Reviews, XXXVII (1968), pp. 1-13).
Negli anni Sessanta Varagnolo, oltre a essere un apprezzato biologo marino, era considerato il massimo specialista in Italia sul tema dell’ictioplancton. Tra i suoi lavori sono da citare le Osservazioni sulla riproduzione dell’acciuga (Engraulis encrasicholus L.) nell’alto Adriatico, presentate nel 1966 a Rovigno al convegno Problemi biologici del mare Adriatico (in Archivio di oceanografia e limnologia, XV (1968) pp. 71-81); la relazione sull’Influenza dei clupeoidei sull’equilibrio biologico dei Teleostei marini dell’alto Adriatico, presentata al II Congresso di biologia marina tenutosi a Bari nel 1969; le Osservazioni sulla biologia del Pleuronectes flesus var. italicus GTHR nel golfo di Venezia, studio approfondito sulla biologia della passera o passarin presentato allo stesso congresso; le Osservazioni sulla riproduzione in natura di alcune specie di Teleostei marini della Laguna di Venezia (in Bollettino di zoologia, XXXI (1964), pp. 351 s.), presentate alle Journées d’etudes plantologiques di Montecarlo nel 1968. Dal 1972 la sua attività di ricerca cominciò a declinare. In molte circostanze fu convocato, in particolare da enti privati, come esperto di biologia marina, ma non ebbe più incarichi dal CNR e non operò più in seno alla stazione idrobiologica di Chioggia.
Morì a Chioggia il 30 luglio 2008.
Fonti e Bibl.: Per la ricostruzione del profilo biografico di Varagnolo ci si è valsi di documenti raccolti e conservati dal biologo, gentilmente messi a disposizione dal figlio Maurizio.
S. Varagnolo, Esperienze di un maestro d’altri tempi, in 1957-2007. La scuola “Giuseppe Marchetti” compie 50 anni, a cura di E. Boscolo Bibi, Chioggia 2007, pp. 96-99; M. Varagnolo - R. Ciriello, S. V. (1925-2008). Educatore e ricercatore di biologia marina, in Chioggia. Rivista di studi e ricerche, 2009, n. 34, pp. 75-82; C. Gibin, L’impronta galileiana nella ricerca di biologia marina del maestro S. V., ibid., 2019, n. 55, pp. 101-112.