SERGIO VI, duca di Napoli
SERGIO VI, duca di Napoli. – Esponente della dinastia ducale (pervenuta al potere sotto Sergio I) che resse il Ducato napoletano sin dal IX secolo, fu console e duca di Napoli dal 1090 a prima del 1107; data e luogo di nascita sono tuttavia sconosciuti.
Figlio del senatore Giovanni, fu associato al potere dallo zio Sergio V (che non aveva figli) tra il 1067 e il 1075; a sua volta, associò il proprio figlio Giovanni VI (sposato con Anna, o Eva, figlia del duca normanno di Gaeta Goffredo Ridello). In data imprecisata sposò Limpiasa, figlia del principe normanno di Capua Riccardo I e sorella del principe Giordano I.
Queste alleanze familiari – cui va aggiunta la scelta di Sergio VI di dare Inmelgla (probabilmente sua sorella) in moglie a Landolfo, nuovo duca di Gaeta –, tutte pattuite con i Normanni e i loro alleati, provano il fatto che il Ducato bizantino di Napoli – pur conservando la propria dinastia, le proprie istituzioni e il proprio diritto (romano) – era diventato nella seconda metà dell’XI secolo, protettorato del Principato di Capua, così come quello di Gaeta; quanto a quello di Amalfi nel 1073 si era sottoposto all’autorità diretta del duca normanno di Puglia, Roberto il Guiscardo.
Sergio VI era parente, anche se non si conosce il grado preciso di parentela, di Marino di Amalfi (che aveva pure come antenato un conte longobardo), esponente della famiglia dei magistri militum, cioè della dinastia ducale napoletana, che era vissuto a Costantinopoli ove aveva ricevuto l’altissima dignità di sebastos.
Questa carica e quella ancora più prestigiosa di protosebastos, create da Alessio I Comneno, erano distribuite in maggior parte a esponenti della famiglia imperiale, ma negli ultimi due decenni dell’XI secolo l’imperatore se ne avvalse per compiere un’offensiva diplomatica presso i territori italiani una volta bizantini: nel 1082 il doge di Venezia, Domenico Silvo, ricevette l’altissima dignità di protosebastos, ancora conferita ai suoi successori fino all’inizio del XII secolo.
La prestigiosa dignità di protosebastos fu conferita proprio al duca napoletano Sergio VI tra il 1090 e il 1093, poi (prima del 1114) al figlio Giovanni VI, suo successore; e il governo di Amalfi (dal 1096 al 1100 ribellatasi perché la custodia delle fortificazioni era stata affidata a Longobardi e Normanni e tornata brevemente sotto l’autorità dell’Impero bizantino, che vi mandò un duca) fu affidato al citato sebastos Marino.
Tali dignità non significano che il Ducato napoletano aveva ripristinato la sua antica potenza, e nemmeno che l’Impero bizantino era pronto a impegnarsi per aiutarlo; ma Alessio I Comneno chiaramente condusse una coerente politica per ricordare i diritti teorici dell’Impero in Italia, dopo la spedizione balcanica di Roberto il Guiscardo (che aveva anche lui ricevuto dignità). Tale politica non fu invece proseguita dal suo successore Giovanni II Comneno, troppo impegnato nell’Asia Minore.
Nella realtà, Napoli era ormai un protettorato del Principato normanno di Capua: secondo Goffredo Malaterra, il principe Riccardo II avrebbe promesso a Ruggero I conte di Sicilia di concedergli Napoli, «che gli resisteva» (quae sibi recalcitrabat: De rebus gestis..., a cura di E. Pontieri, 1928, l. IV, 26, p. 104). Tuttavia nel 1113 i napoletani furono ancora in grado di partecipare, con gli amalfitani, alla resistenza vittoriosa di Salerno contro una scorreria araba.
Sono stati conservati alcuni documenti di Sergio VI a favore del monastero di S. Gregorio Armeno (la cui badessa Stefania era imparentata con lui); egli sottoscrisse pure un documento della congregazione di S. Restituta. In questi atti Sergio VI conservava l’intitolazione di consul et dux e di magister militum, e sottoscrisse sotto la forma «Sergius consul et dux et protosebasto» (B. Capasso, Monumenta..., 1881-1892, a cura di R. Pilone, 2008, II, 2, n. XIX, p. 61 e n. XX, p. 65): egli dunque apprezzava la dignità imperiale conferitagli. L’importanza delle mura della città e il titolo imperiale del suo dirigente costituiscono le ultime peculiarità del Ducato.
Non si conosce la data precisa di morte di Sergio VI, ma essa è di certo antecedente al 1107.
Fonti e Bibl.: B. Capasso, Monumenta ad Neapolitani ducatus historiam pertinentia, I-III, Napoli 1881-1892, poi a cura di R. Pilone, Salerno 2008, II, 2, pp. 62-65; De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis et Roberti Guiscardi ducis fratris eius auctore Gaufredo Malaterra, a cura di E. Pontieri, in RIS, V, 1, Bologna 1928, l. IV, 26, p. 104.
M. Schipa, Il Mezzogiorno d’Italia anteriormente alla monarchia. Ducato di Napoli e Principato di Salerno, s.l. 1892-1894, a cura di M. Napoli, Salerno 2002, pp. 162, 192, 196-198; M. Fuiano, Napoli dalla fine dello Stato autonomo alla sua elevazione a capitale del «Regnum Siciliae», in Archivio storico per le province napoletane, n.s., XXXV (1956), pp. 111-258 (in partic. p. 135); G. Cassandro, La fine del ducato, in Storia di Napoli, II, 1, L’Altomedioevo, Napoli 1969, pp. 307-352; The Oxford Dictionary of Byzantium, I-III, a cura di A.P. Kazhdan, New York-Oxford 1991, s.v. protosebastos e sebastos (rispettivamente pp. 1747 s., 1862 s.); J.-M. Martin, Guerre, accords et frontières en Italie méridionale pendant le haut Moyen Âge, Roma 2005, p. 95; T. Stasser, Où sont les femmes? Prosopographie des femmes des familles princières et ducales en Italie méridionale depuis la chute du royaume lombard (774) jusqu’à l’installation des Normands (env. 1100), Oxford 2008, ad ind.; J.-M. Martin, De l’usage des dignités impériales en Italie (fin du VIIIe-début du XIIe siècle), in Travaux et mémoires, XVI (2010), pp. 533-548 (in partic. pp. 538, 545).