Vedi SERRA ORLANDO dell'anno: 1966 - 1997
SERRA ORLANDO (Μοργαντίνα, Μοργαντίνη; Morgentia, Murgantia)
Contrada in Sicilia, distante 6 km da Aidone verso N-E, in provincia di Enna. Il nome è ricordato in parecchie variazioni, come Sella d'Orlando, Villa Orlando, Sadduran e Saddorano, quest'ultima adoperata sulla carta al 25.ooo dell'Istituto Geografico Militare, ed. 1940 (1951). La contrada, oggi soltanto sporadicamente abitata, si estende sotto varie denominazioni, come Palazzo, Pirillo, S. Francesco per quasi 3 km in direzione SO-NE e termina in guisa di promontorio con una collina conica alta 595 m, chiamata Cittadella. Tutto il tratto di terreno si alza considerevolmente sopra le vallate circostanti di cui una è quella del fiume Gornalunga, anticamente Eryces, sopra le fonti del quale è situato il paese di Aidone. S. O. è il sito della antica città greco-sicula di Morgantina, nota nelle fonti antiche con varianti di questo nome.
Le antichità di S. O. furono saltuariamente esplorate per un mese nel 1884 (L. Pappalardo) e per brevi saggi eseguiti nel 1912 e 1920 (P. Orsi). Dal 1955 sono in corso scavi sistematici, intrapresi dalla Missione Archeologica dell'Università americana di Princeton. L'identificazione del luogo, originariamente suggerita nel 1957 da K. Erim, membro della stessa missione, ed in seguito confortata dai ritrovamenti degli scavi, è stata confermata nel 1962 da un'epigrafe, mutila ma leggibile, recante il nome dell'antica città. Altre identificazioni, suggerite nel passato, come Herbita, Piakos, Ergetion, possono così essere considerate sorpassate.
I risultati degli scavi illustrano la storia della città e gettano luce anche su periodi, anteriormente poco conosciuti, della zona centro-orientale della Sicilia. L'inizio dello stabile insediamento risale al periodo castellucciano, e cioè al XVIII sec. a. C. (v. sicilia); a questo insediamento sono stati riconosciuti fondi di capanne circolari, strati di rifiuto e tombe distrutte. La tarda Età del Bronzo vide l'arrivo, nell'XI sec. a. C., di immigranti appenninici, caratterizzati dalla loro tipica ceramica denominata Ausonia II (v. Appenninica, civiltà). S. O. è finora l'unico posto nella Sicilia centrale ove tale ceramica è stata trovata, fatto questo che dà particolare rilievo alla notizia mitografica di Strabone (vi, i, 6 e vi, 2, 4), della migrazione della tribù dei Morgeti dal Bruttium alla Sicilia, i quali avrebbero dato il loro nome a Morgantina, da essi fondata.
La civiltà urbana di S. O. ebbe inizio con l'arrivo di coloni greci dalla costa orientale, e probabilmente da Catane calcidica (Catania) intorno al 560 a. C. Come centro della piccola pòlis scelsero l'odierna cittadella dove gli scavi hanno portato alla luce considerevoli rimanenze di una cinta muraria, una fortezza, dei naìskoi con decorazioni fittili. L'architettura domestica consiste di case a cortile semplice, le quali sembrano essere orientate, grosso modo, secondo una rete stradale ortogonale. La ceramica consiste di tre categorie distinte: materiale importato dalla Grecia (attica, ionica, corinzia), vasi di tipo indigeno siculo, e ceramica prodotta localmente dai coloni stessi, cosiddetta arcaico-coloniale, fabbricata a imitazione di forme attiche e ioniche. Le tombe del periodo arcaico sono del tipo "a camera".
Nell'anno 459 a. C. Morgantina fu presa e distrutta da Ducezio (Diod., xi, 78). Con tale data coincide la distruzione violenta dell'intero abitato arcaico di Serra Orlando. La vita urbana tardò a riprendere dopo la catastrofe, e le tracce della seconda metà del V sec. e della prima metà del IV, sono scarse. Con la generale rinascita sotto Timoleonte dopo il 340 a. C., Morgantina riprende vigorosamente. Il centro dell'abitato non fu più la cittadella, ma il terreno più accessibile ad O, cioè S. O. stessa. Alla fine del IV sec. l'urbanizzazione raggiunse un ritmo accelerato per l'incoraggiamento del re Agatocle di Siracusa (cfr. Diod., XIX, 6, 2-3), ed il lungo regno di Gerone II (275-216 a. C.) significò un prospero sviluppo della città. Al periodo pre-agatocleo appartiene la nuova cinta muraria, lunga più di 6 km, il piano urbanistico ortogonale, e l'inizio delle costruzioni pubbliche e private intorno all'agorà. Durante il regno di Agatocle (317-289 a. C.) fu realizzata la maggior parte dell'agorà, con l'ekklesiastèrion (luogo per pubbliche riunioni) in forma di una grande scalea poligonale, il teatro, e due ampi portici. Nel III sec. a. C. furono costruiti il Prytaneion, un ginnasio e un grande magazzino pubblico per il grano ed altre derrate, edificio che fu a base del sistema erariale di Gerone II (lex Hieronica). Con questi monumenti si completava la zona dell'agorà.
La vita religiosa si manifesta in forma di due semplici santuarî dedicati a Demetra e Kore, ad un tèmenos aperto, sacro alle divinità ctonie di Gea, Ploutos ed Hermes. I due primi si datano al periodo timoleonteo.
Alla metà del III sec. a. C. appartengono parecchie case private. Sono residenze ampie con cortili colonnati, pavimenti a mosaico, ed intonaci del primo stile pompeiano. Due necropoli dei secoli IV e III a. C. contengono tombe ad epitymbion e semplici fosse.
Durante la seconda guerra punica negli anni 214 e 211 a. C., Morgantina si associò alla parte dei Cartaginesi, ribellandosi contro i Romani. La città fu esemplarmente punita e donata, insieme con il suo territorio, a certi legionari mercenari spagnoli sotto il loro capitano Moericus (Liv., xxvi, 21, 9-I 7). Gli scavi di S.O. dànno ampia testimonianza della gravità del colpo. Pochi sono i monumenti importanti iniziati o completati durante l'egemonia degli Hispani, ma la vita continuava, sebbene su un tenore più modesto. In tale epoca fu coniata a Morgantina una moneta, esistente in sette serie, con l'iscrizione Hispanorum. Le guerre servili della fine del II sec. a. C. e l'arbitraria amministrazione romana, esemplificata da Verre, nel I sec. a. C., fecero diminuire sempre più la vitalità economica della città. L'effetto fu una emigrazione della popolazione proletarizzata, continuata con ritmo accelerato fino alla materiale estinzione di Morgantina come organismo urbano. Strabone (vi, 2, 4) intorno all'anno 20 a. C. può constatare che a suo tempo essa non esisteva più. Gli scavi di S. O. confermano il suo detto. Gli ultimi ritrovamenti tra gli strati archeologici di S. O. consistono di pochi cocci di ceramica aretina e di monete di Sesto Pompeo e di Marco Antonio.
Bibl.: L. Pappalardo, La contrada di Serra Orlando presso Aidone, Caltanisetta 1884; P. Orsi, in Bull. Pal. It., 1898, p. 307; Not. Scavi, 1912, pp. 449 ss.; 1915, p. 233; B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica, I, Roma 1935, pp. 313; 374; E. Sjöqvist, in Am. Journ. Arch., LXII, 1958, pp. 155-164; LXIII, 1959, pp. 275-277; LXIV, 1960, pp. 78-83; 125-135; LXVI, 1962, pp. 135-143; id., in Rend. Lincei, S. VIII, vol. 14, 1959, pp. 39-48; 15, 1960, pp. 291-300; id., in Ill. Lond. News, 9 nov., 1957, pp. 788-791; id., in Kokalos, IV, 1958, pp. 107-118; id., in Atti VII Congr. Int. Arch. Class., 1958, II, Roma 1961, pp. 61-68; id., in Am. Numism. Soc. Museum Notes, IX, 1960, pp. 53-63; L. Breglia, in Ann. Ist. It. Numism., V-VI, 1958-59, pp. 336-344; A. Stazio, ibid., pp. 344-347; K. Ziegler, in Pauly-Wissowa, XVI, 1933, c. 299, s. v. Morgantina (con riferimenti agli autori antichi); R. Stillwell, in Am. Journ. Arch., LXI, 1957, pp. 151-159; LXIII, 1959, pp. 167-173; LXV, 1961, pp. 278-281; K. Erim, ibid., LXII, 1958, pp. 79-90; M. T. Piraino, in Kokalos, V, 1959, pp. 174-189; R. R. Holloway, in Americ. Numism. Soc. Museum Notes, IX, 1960, pp. 65-73; K. M. Phillips Jr., in Art. Bullet., XLII, 1960, pp. 245-262; A. García y Bellido, in Bolet. de la R. Acad. de la Hist., CL, 1962, pp. 7-23.