Vedi SERRA ORLANDO dell'anno: 1966 - 1997
SERRA ORLANDO
SERRA ORLANDO (v. vol. VII, p. 215).
La cittadella. - L'esplorazione della cittadella sita nella città greca arcaica ha portato nuovi dati di stratigrafia archeologica e di conoscenza del rapporto tra livelli indigeni e livelli greci; di particolare interesse la trincea 29 della collina inferiore, la cui revisione ha restituito una sequenza di sette strati con livelli di abitazioni che vanno dalla fase «Morgetica» II, chiusa da un violento incendio e caratterizzata da ceramica di impasto nelle forme carenate e ceramica piumata dipinta in rosso (metà IX sec. a.C.), a quella del VII-VI sec. e a quella dell'insediamento greco poco prima della metà del VI sec. a.C.
Un'altra capanna della prima Età del Ferro (fase Morgetica II, metà del IX sec. a.C.) è stata scoperta sulle pendici O della cittadella; si tratta di un'abitazione ben conservata di forma rettangolare allungata e divisa in due ambienti, il maggiore dei quali con banchina su uno dei lati lunghi, su cui dovevano essere collocati i pìthoi trovati nello spesso strato di bruciato.
Sull'altura della moderna fattoria è stato scoperto un naìskos dalla struttura allungata di 23 m con resti di decorazione architettonica, tra cui palmette e antefìsse a testa gorgonica e leonina, databile nel terzo venticinquennio del VI sec. a.C.
Sulle pendici della cittadella si estende la necropoli a inumazione e a cremazione: nel primo caso sono tombe a fossa, tombe con tegole disposte alla cappuccina, tombe a camera con dròmos tagliate nella roccia tufacea; nell'altro caso, cremazioni in tomba a camera, databili tra il terzo venticinquennio del VI e i primi anni del V sec. a.C.
Prospiciente alla cittadella è la contrada S. Francesco che occupa l'estremità S della collina di S. O., articolata in terrazzamenti dominanti l'ampia gola che la montagna forma in questo punto, all'esterno della linea di cinta muraria tradizionalmente indicata. Sono stati scoperti, disposti a schiera su tre terrazzi, edifici di carattere sacro con sacelli e naìskoi bipartiti talora con banchina sulla parete di fondo (V sec. a.C.), a pianta rettangolare allargata (IV sec. a.C.), bòthroi e favisse, basamenti di statue, di cui sono stati recuperati notevoli frammenti in terracotta. Si tratta, pertanto, di un'importante area sacra, costituitasi alla fine del VI sec. a.C., prima della monumentalizzazione del complesso nel V sec., le cui caratteristiche rituali potrebbero riferirsi a culti ctoni originariamente officiati all'aperto.
In contrada Agnese è stato scoperto un complesso sacro forse ad Afrodite, che copre un'area di 100 X 50 m circa con due thòloi, di cui quella Ν destinata a bagno, e stanze disposte intorno, databile nel III sec. a.C.
In corso di definizione è la situazione architettonico-urbanistica dell'intera area di S. O., dove si sviluppò la città ellenistica, in particolare nel settore degli edifici pubblici, quale il bouleutèrion; sono stati scoperti lunghi tratti dell'importante plàteia A e dello stenopòs II lastricati, al cui incrocio si trova un complesso di edifici databili al III-II sec. a.C. e distrutti nei primi anni del I sec. d.C.
Area dell'agorà. - L'agorà rettangolare (circa 126 x 128 m) è inserita nel reticolato di un impianto ortogonale risalente alla seconda metà del V sec. a.C., anche se il suo assetto architettonico si colloca in piena età ellenistica.
Nell'agorà inferiore - la zona SE dello spazio pubblico, già nota come legata alla vita economica della città - al grande granaio E si è aggiunto un secondo granaio consistente in un edificio rettangolare conservato per una lunghezza di 32 m, diviso all'interno in compartimenti uguali e rafforzati all'esterno da contrafforti, in funzione tra la fine del IV e la fine del III sec. a.C.; la sua area risulta riutilizzata in parte come santuario nel II sec. a.C. Sotto la piattaforma rocciosa del granaio O furono scavate cinque stanze rettangolari che si aprivano sull'agorà, interpretate come complesso di botteghe commerciali, datate nel III sec. a.C. e, a quanto sembra, riutilizzate per la macellazione di animali dopo la presa della città nel 211 a.C.
All'angolo NE dell'agorà, nel punto di contatto tra la plàteia A e la stoà E, è stata scavata una fontana monumentale (11,50 X 7,50 m) con portico ligneo, fronteggiante l'agorà, e bacini di raccolta, il cui l'impianto è databile nella seconda metà del III sec. a.C., anche se successive fasi di uso si distinguono nel corso del II e del I sec. a.C., allorché viene costruita un'edicola di 4 X 3 colonne con trabeazione dorica e cornice a dentelli sull’epikranìtis del muro divisorio dei bacini.
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(E. De Miro)