SERRA
. Famiglia genovese di origine viscontile, discendente cioè da uno dei figli del visconte Ido che a metà del sec. X rappresentava l'autorità dei marchesi Obertenghi. Come ramo autonomo appare nel sec. XII, derivato da uno dei figli di Ottone De Mari che prese nome da una località di Val Polcevera, e si divise più tardi in numerose branche stabilite, oltre che a Genova, in Sardegna, nel Regno di Napoli (con gli appellativi di Cassano e Gerace) e nella Spagna. La famiglia, che aveva dato numerosi magistrati e ambasciatori alla repubblica (specialmente notevole Giovanni, 1397-1471, più volte ambasciatore a Milano e a Londra e in complessi rapporti con Francesco Sforza), nel 1528 fu unita all'Albergo Lercari; riprese il proprio nome nella riforma del 1576 e da allora acquistò maggiore importanza. Figli dell'Antonio che aveva partecipato come rappresentante dei nobili vecchi alla pace di Casale appunto nel '76, furono: Battista, ambasciatore a Milano e a Madrid per le questioni del Finale, Girolamo, ambasciatore pure a Milano e a Torino, e Giacomo (1570-1623), cardinale nel 1611, nunzio in Ungheria, legato a Ferrara. Gian Francesco di Girolamo (1608-1656) fu valoroso generale al servizio di Spagna in molte guerre in Italia e fuori: da lui ebbe origine il ramo di Napoli nel quale furono particolarmente notevoli: Giuseppe duca di Cassano, che partecipò alla Repubblica Partenopea e fu poi gran cacciatore di Gioacchino Murat e decurione della città di Napoli nel 1821, e suo fratello Gennaro, vittima della reazione borbonica, giustiziato il 20 agosto 1799. Alla fine del sec. XVIII i S. di Genova appaiono divisi nei due rami tuttavia esistenti che, dal luogo di dimora, si dissero della Porta dei Vacca e di via Serra. A questo appartennero: Domenico (morto nel 1813), che aprì a proprie spese la strada, e suo figlio Gian Carlo (1766-1844) maire di Genova nel dominio napoleonico, conte dell'Impero, insignito di cariche e onori dopo l'annessione al Piemonte. Più importante, politicamente, l'altro ramo rappresentato da Giacomo, che si oppone alla cessione della Corsica, e dai numerosi figli, dei quali più notevoli: Gian Francesco (1776-1854), scienziato e scrittore; Vincenzo (1778-1846, che fu sindaco e rettore dell'università; Giambattista (1768-1855), dapprima entusiasta della rivoluzione sino a farsi chiamar Serra il Giacobino, poi ammiratore, come i fratelli, di Napoleone, importante per caratteristici accenni unitarî; Giancarlo (1700-1813), fautore di una cospirazione antioligarchica, detto perciò il duca d'Orléans, partecipe del primo governo della repubblica democratica ligure, ambasciatore a Parigi e Madrid per la repubblica e poi per Napoleone in Spagna e in Polonia, assassinato a Dresda, autore di commentarî storici; e, maggiore di tutti, Girolamo (v.).
Bibl.: F. Federici, Abecedario delle famiglie genovesi, ms. Biblioteca Missioni Urbane, Genova; Giscardi, Origine e fasti delle nobili famiglie di Genova, ms. Bibl. Berio, Genova; V. Spreti, Enciclopedia storica nobiliare italiana, VI, Milano 1932. Sui diplomatici: V. Vitale, Diplomatici e consoli della rep. di Genova, in Atti Soc. lig. st. pat., LXIII (1934). Sul cardinale Giacomo: la vita scritta da G. Serra in appendice a L.T. Belgrano, La vita e i tempi di Gerolamo S., Genova 1859. Su Gian Francesco: L. Grillo, Elogi ai liguri illustri, II, p. 191 segg., Genova 1846. Su Gian Carlo di Domenico Gazzetta di Genova, 19 maggio 1841. Sui figli di Giacomo: Giornale degli studiosi 1869 e 1870; G. Bigoni, La caduta della rep. di Genova nel 1797, in Giornale lingustico, 1897, p. 249 segg.; V. Vitale, Onofrio Scassi, ecc., in Atti Soc. lig. st. pat., LIX (1932) e Un giornale della rep. ligure, ibid., LXI (1933); P. Nurra, La coalizione europea contro la rep. di Genova, ibid., LXII (1933). I dispacci di Gian Carlo dalla Polonia pubblicati da M. Handelsman, I e II, Varsavia 1914.