serrature
Strumenti a prova di ladro
Le serrature e i catenacci sono strumenti, noti sin dall’antichità, che servono a proteggere mobili, case e in generale la proprietà privata. In particolare, ogni serratura ha una propria chiave, senza la quale è impossibile accedere al locale o al mobilio così custodito
La prima serratura di cui si abbia notizia è oggi conservata al Museo Egizio di Torino e risale addirittura al 1600 a.C. Il faraone Antef V la fece costruire da un suo artigiano di corte. Quando la serratura era chiusa, la porta era bloccata da un’assicella di legno che si infilava nello stipite e non poteva scorrere perché fermata da un gruppo di asticelle di legno (dette cavicchi) infilate in una cavità al suo interno. Introducendo nella cavità una tavoletta di legno fatta come un ‘negativo’ della disposizione dei cavicchi, era possibile sollevare questi ultimi e liberare il chiavistello: la tavoletta era in pratica un prototipo delle moderne chiavi.
Dispositivi simili erano molto diffusi anche nell’antica Grecia, mentre le prime serrature aperte da chiavi in metallo furono fabbricate in epoca romana, verso il 100 d.C., quando si perfezionò la lavorazione del bronzo. Nel Rinascimento si cominciarono a costruire serrature e chiavi sempre più elaborate, spesso decorate con disegni ornamentali.
Per assicurare l’efficacia di questa tecnologia, erano previste pene severissime per i fabbri che avessero fabbricato due serrature uguali. Un semplice tipo di chiusura dall’interno diffuso in questo periodo – e adoperato tuttora – è il catenaccio, ossia una sbarra fissata sulla porta che va a incastrarsi in un foro praticato nello stipite sul muro e che viene talvolta assicurata con un lucchetto.
Un primo passo verso le moderne serrature fu effettuato dal fabbro inglese Robert Barron, che inventò nel 1778 la serratura a doppio cilindro. In questo dispositivo un cilindro, detto rocchetto, è posto all’interno di un altro cilindro: per aprire la porta il rocchetto deve potere ruotare in modo da muovere, attraverso l’uso di una leva, il catenaccio o chiavistello che impedisce l’apertura della porta. Il ‘trucco’ escogitato da Barron è che la chiave, mentre viene inserita nella serratura, attraversa una serie di meccanismi interni (lamine, pistoncini o altro) che passano sia nel cilindro esterno sia nel rocchetto. Solo se la chiave li allinea secondo uno schema prestabilito si crea l’aggancio che permette la rotazione del rocchetto.
La prima vera serratura moderna si deve allo statunitense Linus Yale che la inventò nel 1848. Anche in questo caso si trattava di un doppio cilindro, che era montato però all’interno della porta e non più all’esterno. Quando la serratura è chiusa, una doppia serie di pistoncini sovrapposti è mantenuta spinta verso l’interno da molle presenti nel cilindro esterno, in modo da occupare lo spazio tra il cilindro esterno e quello interno e impedire la rotazione di quest’ultimo. Quando la chiave corretta entra nella serratura, spinge i cilindri in modo che lo spazio tra le due serie coincida perfettamente con la fessura tra i due cilindri, consentendo la rotazione di quello interno. La yale è ancora oggi il modello di serratura più diffuso nel mondo e da essa sono derivati almeno 150 tipi diversi, tutti regolarmente brevettati.
Nessuna serratura, tuttavia, è completamente sicura. Quelle più semplici possono essere forzate con un trapano, o con un semplice grimaldello (un tondino di ferro ritorto a un’estremità); quelle più complesse possono essere aperte se il ladro riesce a fare un calco dell’interno della serratura e da quello ricavare una copia della chiave. Per questo i produttori di serrature continuano a studiare nuove soluzioni, soprattutto per aumentare il numero di combinazioni possibili nella fabbricazione delle chiavi e per creare serrature in cui anche solo una differenza di qualche frazione di millimetro nella forma della chiave impedisca l’apertura.
In molti contesti, le tradizionali serrature meccaniche sono sempre più spesso sostituite da serrature elettroniche, in cui al posto della chiave normale viene usata una tessera magnetica, simile a quelle delle carte di credito. Quando viene inserita in un apposito lettore (che sostituisce la serratura), la tessera sblocca automaticamente la chiusura della porta, come avviene in moltissimi alberghi.