sesto
Aggettivo numerale ordinale di ‛ sei '. Ricorre nella descrizione dei luoghi visitati da D.: l'arco sesto (If XXI 108), il ponte che sovrasta la s. bolgia dell'ottavo cerchio; la ripa sesta, quella che separa la quinta dalla s. bolgia (XXI 65); il sesto giro (Pg XXII 2), cioè la cornice dei golosi; il sesto lume (Pd XX 17), la stella / sesta (XVIII 69), cioè Giove. Nella descrizione della struttura dei cori angelici che ruotano intorno a Dio il s. cerchio è occupato dalle Podestà (Pd XXVIII 30). Nella serie dei cieli lo sesto è quello di Giove (Cv II III 7); dei sette savi è lo sesto Biante (III XI 4); delle undici vertudi... La sesta si è Amativa d'onore (IV XVII 5). Nella successione dei libri di un'opera: Cv II XIII 6 nel sesto de l'Etica (ripetuto in IV XII 12, XXVII 5 e in III II 15, in integrazione); IV XXIII 15, XXVI 8, 9 e 13.
L'ora s. è, delle ore canoniche, quella corrispondente al mezzogiorno: Cv IV XXIII 11 dice Luca che era quasi ora sesta quando morio, che è a dire lo colmo del die, e 15; Pd XXVI 142, XXX 2; usato assolutamente, sottintendendo il termine ‛ ora ', in Cv III VI 2 E queste ore usa la Chiesa, quando dice Prima, Terza, Sesta e Nona, e IV XXIII 14. Con lo stesso valore nell'immagine di Pg XII 81 vedi che torna / dal servigio del dì l'ancella sesta. L'aggettivo accompagna il termine dì, in If XXXIII 72.
Nella schiera dei cinque spiriti magni D. si sente sesto tra cotanto senno (If IV 102); al v. 148, per ribadire che il gruppo è " formato da sei " (Omero, Orazio, Ovidio, Lucano, Virgilio e D. stesso), il poeta userà l'immagine la sesta compagnia.
Con valore partitivo, per indicare l'età della terra che al tempo di D. ha percorso un s. del cammino: Cv II XIV 13 dal cominciamento del mondo poco più de la sesta parte è volto.
Con valore di sostantivo maschile: per indicare ciascuna delle sei parti in cui è divisa la città di Firenze, D. dice di essere nato in quel punto di Firenze dove, per chi corre il palio nel giorno di s. Giovanni, comincia l'ultimo sestiere, quello di Porta San Pietro (Pd XVI 41 io nacqui nel loco / dove si truova pria l'ultimo sesto / da quei che corre il vostro annüal gioco). L'aggettivo è ancora sostantivato e ha valore generico di gusto proverbiale (si vedano le espressioni ‛ cento volte tanto ', ‛ per un cento ', in provenzale, citate dal Contini, ad l.; e gli esempi portati da Barbi-Maggini, ad l.), in Rime LXII 7 'l mal d'Amor non è pesante il sesto / ver ch'è dolce lo ben.