Sete
Il termine sete indica, nell'accezione comune, la sensazione del bisogno di acqua da parte del corpo. Quello della sete è, insieme a quelli del sesso e della fame, un esempio tipico di comportamento appetitivo che, cioè, rimane attivo finché non è soddisfatto dalla relativa fase consumatoria. Tali comportamenti sono sostenuti dai corrispondenti meccanismi fisiologici della riproduzione e della nutrizione, quest'ultima includente anche il bisogno di acqua. L'acqua è un nutriente specifico, essenziale per la vita non solo come costituente di strutture e come solvente unico del corpo, ma anche quale responsabile di regolazione e controllo della pressione osmotica nel corpo mediante l'equilibrio dinamico fra concentrazione di acqua e soluti, primo fra i quali il sodio. Pertanto, la risposta comportamentale alla sete è specifica e diversa da quella alla fame, anche se i due sistemi sono in parte interagenti. Nell'uomo, i fenomeni appetitivi dimostrano la cooperazione attiva fra i meccanismi corporei, con il controllo deterministico genetico, e le funzioni cerebrali corticali, con l'infinito numero di gradi di libertà. Anche in questi casi entra in gioco la permissività ambientale, dalla quale dipende l'effettiva disponibilità del partner sessuale, degli alimenti e dell'acqua. Si tratta quindi, ancora una volta, di riconoscere nel comportamento dell'uomo l'integrazione fra corpo, corteccia cerebrale e ambiente. L'acqua rappresenta un nutriente essenziale per la vita. In media, un uomo adulto sedentario ne deve introdurre quotidianamente circa 2,9 l e una donna circa 2,2 l, sotto forma di liquidi. Gli alimenti solidi forniscono circa 1 l di acqua, oltre a circa 250 ml provenienti dalle reazioni di ossidazione nel metabolismo del corpo. Una lieve disidratazione può verificarsi per varie ragioni: insufficiente meccanismo della sete, consumo di alcol e caffeina, che sono diuretici, attività fisica e condizioni climatiche ambientali. Una disidratazione corrispondente al 2% del peso corporeo può già danneggiare significativamente risposte fisiologiche e prestazioni fisiche. La sete è sotto il controllo di strutture cerebrali sottocorticali, che regolano direttamente le funzioni viscerali; fra queste, un ruolo particolare è svolto dall'ipotalamo, come si riscontra anche nel caso di lesioni di precise parti di questa struttura, che diminuiscono o aboliscono l'introduzione di liquidi, talvolta senza modificare l'introduzione di alimenti, mentre l'effetto opposto è prodotto dalla stimolazione elettrica dell'ipotalamo. L'ingestione di acqua è regolata dalla pressione osmotica del plasma (detta 'osmolale' se espressa per chilogrammo di solvente, 'osmolare' se espressa per litro di soluzione) e dal volume del liquido extracellulare (LEC), sostanzialmente con lo stesso meccanismo renale su cui agisce la vasopressina, l'ormone antidiuretico (ADH, Antidiuretic hormone). L'ingestione di acqua è accresciuta dall'aumento della pressione osmotica del plasma, dalla diminuzione del volume del LEC, come pure da fattori psicologici o di altra natura, che possono modificare l'attivazione o la percezione degli stimoli fisiologici. Le variazioni della pressione osmotica si attuano tramite osmocettori, cellule recettrici localizzate nell'ipotalamo anteriore; le variazioni del volume del LEC determinano la stimolazione di tensocettori posti negli atri cardiaci e nei vasi del sistema a bassa pressione. Pertanto, un'emorragia che determini una situazione di ipovolemia, cioè di diminuzione della massa sanguigna, può provocare aumento di ingestione di acqua, anche se non si verifica una modificazione della osmolalità del plasma.
L'effetto sulla sete di una deplezione di volume del LEC è mediato in parte dal sistema renina-angiotensina. La secrezione di renina è aumentata dall'ipovolemia, che a sua volta fa aumentare l'angiotensina II circolante. Questa agisce sull'organo sottofornicale e sull'organo vascolare della lamina terminale, aree specializzate recettrici del diencefalo che stimolano le aree nervose implicate nella sete. Entrambe queste strutture fanno parte degli organi circumventricolari (CVO) localizzati all'esterno della barriera ematocerebrale, e dunque facilmente accessibili all'influenza di tutti i fattori ambientali, endogeni ed esogeni. Osmocettori che controllano la sete sono localizzati, oltre che in queste regioni del cervello anche in visceri sistemici come il rene. Ogniqualvolta la sensazione di sete è ridotta, o per lesioni dirette del cervello, o per uno stato di coscienza depresso oppure alterato, i pazienti non bevono a sufficienza; ne consegue disidratazione se non si applicano opportuni provvedimenti, che siano atti a mantenere corretto il bilancio di acqua e soluti. Quando vi è elevata introduzione di protidi, i prodotti del loro metabolismo inducono una diuresi osmotica, cioè la necessità di allontanare soluti dal corpo al fine di conservare la concentrazione entro i limiti fisiologici, facendo quindi aumentare la quantità di acqua necessaria per mantenere l'equilibrio idrico. La maggior parte dei casi di ipernatriemia (eccesso di ioni sodio nel sangue) è dovuta effettivamente a semplice disidratazione, in pazienti che, in seguito a psicosi o malattie cerebrali, non cercano, o non sono capaci, di bere a sufficienza quando il loro meccanismo della sete è stimolato. L'ingestione di acqua può variare anche per fattori psicologici o di altra natura, che possono modificare la percezione degli stimoli sensoriali fisiologici. Le risposte comportamentali all'insufficiente contenuto di acqua e di sodio nel corpo si accompagnano nell'uomo alle sensazioni di sete e di appetito per il sale. Queste sensazioni vengono soddisfatte mediante ingestione di acqua e di alimenti salati. Le risposte comportamentali a perdite di liquidi del corpo, insieme con le risposte riflesse endocrine e neurali, sono fondamentali per ristabilire l'omeostasi. Come avviene per i corrispondenti fenomeni neuroendocrini, anche questi aspetti comportamentali sono sotto il controllo di influenze sia eccitatorie sia inibitorie, le quali traggono origine da variazioni di parametri fisici come la osmolalità, di fattori endocrini come gli ormoni angiotensina e aldosterone, nonché di segnali nervosi come quelli che vengono forniti dai barocettori per bassa e alta pressione presenti in luoghi critici del sistema cardiocircolatorio. Le influenze eccitatorie e inibitorie, endogene o esogene, che giungono al cervello, richiedono la capacità integrativa di una rete neuronale che comprende numerose strutture, localizzate in differenti regioni cerebrali. Queste strutture svolgono il loro ruolo ricevendo afferenze sensitive ed elaborando le informazioni relative al bilancio idrominerale. Angiotensina e aldosterone agiscono tramite la lamina terminale, che è lo strato di cellule nervose che chiude anteriormente l'encefalo, e l'amigdala per stimolare sete e appetito di sodio, in condizioni di ipovolemia. Il nucleo del tratto solitario (NTS) e il nucleo parabrachiale laterale (LPBN, Lateral parabrachial nucleus) ricevono segnali nervosi dai barocettori e sono responsabili dell'inibizione dell'ingestione di liquidi in condizioni di aumento di volume e pressione del sangue; di contro, essi stimolano la sete in condizioni di ipovolemia e di ipotensione. L'insieme delle multiple interazioni facilitatorie nel cervello può essere sintetizzato come interazione fra sistemi angiotensinergici e sistemi adrenergici. Anche ossitocina e serotonina costituiscono ulteriori messaggeri neurochimici per azioni inibitorie centrali e con ruoli essenziali nell'integrazione generale delle afferenze sensitive all'interno della rete neuronale che è destinata a mantenere normale il bilancio idrico nonché quello minerale. Molti altri fattori ben definiti contribuiscono al controllo della introduzione di acqua; anche fattori psicologici e sociali sono importanti. La secchezza della mucosa orofaringea provoca sete, e pazienti nei quali l'introduzione di acqua deve essere necessariamente ridotta ottengono un certo sollievo succhiando pezzi di ghiaccio o un panno bagnato. Cani, gatti, cammelli e altri animali bevono rapidamente acqua in quantità esattamente sufficiente per riparare il deficit; siccome essi cessano di bere prima che l'acqua sia stata assorbita, e mentre quindi il loro plasma è ancora ipertonico, deve essere coinvolto qualche sistema 'di misura' orofaringeo o gastrointestinale. Esiste qualche prova che anche l'uomo possieda un'analoga capacità di misura, anche se non ben sviluppata.
bibliografia
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