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SETH

di S. Donadoni - Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)
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SETH

S. Donadoni

Divinità egiziana di carattere assai complesso per il fiorire del suo mito e che, dopo un periodo arcaico di splendore e una ripresa del culto durante l'epoca ramesside, diviene divinità esecranda in Bassa Epoca. Il suo aspetto più antico è quello di un quadrupede ad alte zampe, con coda rigida e forcuta, lunghe orecchie a punta mozza e lungo muso sporgente verso il basso.

L'identificazione di questo animale è stata oggetto di molte discussioni vi si è voluto vedere una giraffa, un asino, un okapi, un cane levriero. Anche se all'origine essa forse è connessa con uno di tali animali, in epoca storica è indipendente, ed ha una sua personalità fantastica, come il grifone e la sfinge. È difatti rappresentata come favolosa belva del deserto in scene che ne raffigurano gli animali selvaggi. Più tardi la figura del dio fu antropomorfizzata, e la testa belluina fu adattata su un corpo umano. Sotto il Nuovo Regno, la sua identificazione con i Ba῾al siriani conferisce in taluni casi elementi semitici alla sua rappresentazione in tale epoca. In molte scene rituali la figura di S., come divinità rappresentante dell'Alto Egitto, è frequente in tempi più antichi e fa coppia con Horus. In epoca più recente al dio si sostituisce la figura di Thoth (o più raramente di altra divinità) la cui immagine somigli vagamente a quella del dio caduto in disgrazia.

Bibl.: E. Meyer, Seth Typhon, Lipsia 1875; e sul culto di S., P. Montet, Le Drame d'Avaris, Parigi 1940; E. Kees, Horus und Seth als Götterpaar, Lipsia 1923.

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