sette teste
Spuntano, tre sul timone e una per ciascun lato, al carro che simboleggia la Chiesa nella processione del Paradiso terrestre (Pg XXXII 142 ss.), dopo che esso ha subito trasformazioni che alludono alle degenerazioni temporalistiche del Papato seguite alla donazione di Costantino; le prime hanno due corna, le altre un corno solo. D. s'ispira all'Apocalisse, dov'è descritta " bestiam coccineam, plenam nominibus blasphemiae, habentem capita septem et cornua decem " (17, 3), che simboleggia l'Impero romano: le sette teste rappresentano i colli di Roma. Questo stesso luogo dell'Apocalisse, interpretato però come se riguardasse la Chiesa, è citato in If XIX 106-111; ivi, al v. 109, le sette teste assumono peraltro un significato positivo giacché indicano le virtù o i sacramenti, di cui la Chiesa fu santa ministra finché i papi rimasero virtuosi e disinteressati.
Ma nel passo sopra citato del Purgatorio le sette teste simboleggiano, come risulta evidente dal contesto, i vizi capitali (o altra simile entità negativa) che pullulerebbero nella Curia romana con l'assunzione del potere temporale; le teste con due corna, secondo Benvenuto, significherebbero i tre vizi peggiori, superbia, invidia e ira. Quanti, come Pietro, pensano invece alle virtù o ai doni dello Spirito Santo, o, come il Buti e il Landino, ai sacramenti, sono fuorviati dall'apparente analogia con If XIX 109 dove, come si è visto, il rapporto con l'antecedente scritturale e l'intenzione di D. sono sostanzialmente diversi.