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settenario

di Claudio Ciociola - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
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settenario

Claudio Ciociola

Definizione e tipi

Il settenario è un verso imparisillabo di sette sillabe ‘metriche’ (➔ metrica e lingua), con accento principale obbligato in sesta posizione (Beltrami 20024: 199-200; Menichetti 1993: 673; per l’uso dantesco, Baldelli 1976). Dopo l’➔endecasillabo, è il verso più importante della tradizione lirica e il più frequentemente adottato nella ➔ versificazione italiana. Prevede in genere la presenza di almeno un secondo accento ritmico, in posizione libera nelle prime quattro sillabe metriche (molto raro è l’accento di sesta isolato; eccezionale l’accento di quinta; diffusi invece gli schemi con accenti di 2ª 4ª 6ª o di 1ª 4ª 6ª; la tradizione melica settecentesca tende a rifiutare l’accento di terza).

Settenario è l’incipit dell’imitatissima canzone petrarchesca “Chiare, fresche et dolci acque”, dal peculiare schema ritmico (1ª 3ª 5ª 6ª), laddove la codificazione dantesca del De vulgari eloquentia (➔ Dante) richiedeva che l’inizio di canzone elevata fosse sempre endecasillabico. Il settenario può variamente alternarsi all’endecasillabo, del quale condivide la varietà e libertà accentuativa, in alcune forme strofiche, come la ➔ ballata o il madrigale cinque-secentesco, e tipicamente nella ➔ canzone (nelle sue varie forme: dalla canzone petrarchesca, alla canzone-ode, alla canzone leopardiana).

Il primo emistichio del cosiddetto endecasillabo a maiore può considerarsi del resto l’equivalente ritmico di un settenario; così come equivalente di un settenario è il secondo emistichio di un endecasillabo a minore, se l’accento di quarta cada su parola tronca. Nel ➔ sonetto il settenario è utilizzato nelle forme rinterzate (i cosiddetti sonetti doppi), o come verso di collegamento tra testa e coda (o code) dei sonetti caudati e delle sonettesse (non più di curiosità sono i sonetti settenari e i sonetti non rinterzati di endecasillabi e settenari). Settenari tronchi (con accento di sesta sull’ultima sillaba) e sdruccioli (con accento di sesta sulla terz’ultima) sono adottati frequentemente, a partire da Gabriello Chiabrera, nell’ode-canzonetta (o anacreontica): una forma caratterizzata dalla predilezione per i versi brevi e per la commistione di rime piane, tronche e sdrucciole.

Ambiti

Per il tramite dell’ode-canzonetta, il settenario è verso privilegiato della poesia per musica (➔ musica e lingua): l’anacreontica divenne la forma tipica della cantata e dell’aria del melodramma (➔ melodramma, lingua del), come nelle opere di Pietro Metastasio e di Lorenzo Da Ponte, laddove il recitativo, al pari di altre forme sceniche, è un discorso libero di endecasillabi e settenari. Nell’arco del Settecento l’ode-canzonetta si adattò anche a temi seri, ricorrendo per es. nelle Odi di Giuseppe Parini: così, in strofe di tutti settenari piani sono, tra l’altro, “La salubrità dell’aria” e “La educazione”; in strofe di settenari piani, sdruccioli e tronchi “La vita rustica”:

Perché turbarmi l’anima,

O d’oro e d’onor brame,

Se del mio viver Atropo

Presso è a troncar lo stame?

E già per me si piega

Sul remo il nocchier brun

Colà donde si niega

Che più ritorni alcun?

Notevole fu anche la fortuna della quartina cosiddetta savioliana – perché adottata negli Amori di Ludovico Savioli –, formata da quattro settenari, dei quali i dispari sdruccioli, i pari piani e in rima tra loro: fu ripresa, tra gli altri, da Parini e da Vincenzo Monti.

Il settenario è ancora verso non infrequente nella poesia di ➔ Giosuè Carducci e di ➔ Giovanni Pascoli. Nella poesia antica il distico di settenari a rima baciata, equivalente del distico di hexasyllabes oitanico, è adottato sporadicamente nella poesia didattica: per es. nel Tesoretto e nel Favolello di Brunetto Latini. Nel Detto d’amore attribuito al giovane Dante le rime dei distici monorimi di settenari sono sempre equivoche e spesso ricche (➔ rima). Versi di doppi settenari possono considerarsi sia gli alessandrini che i martelliani.

Studi

Baldelli, Ignazio (1976), Settenario, in Enciclopedia dantesca, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1970-1978, 6 voll., vol. 5º, ad vocem.

Beltrami, Pietro G. (20024), La metrica italiana, Bologna, il Mulino (1a ed. 1991).

Menichetti, Aldo (1993), Metrica italiana. Fondamenti metrici, prosodia, rima, Padova, Antenore.

Vedi anche
settenàrio Verso composto di sette sillabe metriche, con accento principale fisso sulla sesta e uno o due altri su una delle prime quattro sillabe, da cui una grande varietà di armonia. Prevale il ritmo giambico, con accenti sulla 2ª, 4ª e 6ª sillaba ("Rettor del cielo, io cheggio", F. Petrarca). È il verso più ... endecasillabo Verso composto di 11 sillabe, il più importante e vario della tradizione poetica italiana per le sue molteplici soluzioni metriche (in base al numero degli accenti e delle pause); di largo impiego nel poema in terzine (Dante, che lo definì superbissimum carmen) e in ottave (L. Ariosto, T. Tasso), nella ... melodramma In letteratura, il testo poetico destinato alla musica, soprattutto nei casi in cui tale testo ha importanza rilevante rispetto alla musica o ha avuto una sua vita indipendente (come nel caso dei m. di P. Metastasio); negli altri casi, si parla correntemente di libretto d’opera. Per il significato del ... ode Componimento lirico con strofe monometre o polimetre che, di solito, contano non più di 6 o 7 versi e ripetono lo stesso schema. È per lo più d’ispirazione amorosa o morale-civile. La parola appare nell’antica Grecia con riferimento a un componimento lirico (monodico o corale) accompagnato dalla musica. ...
Categorie
  • METRICA in Letteratura
Tag
  • DE VULGARI ELOQUENTIA
  • GABRIELLO CHIABRERA
  • PIETRO METASTASIO
  • GIOVANNI PASCOLI
  • LORENZO DA PONTE
Vocabolario
settenàrio
settenario settenàrio agg. e s. m. [dal lat. septenarius, der. di septeni, distributivo di septem «sette»]. – 1. a. Nella metrica accentuativa, verso di sette sillabe (o, più propriam., di sette «posizioni metriche»: v. senario), con accento...
sonettéssa
sonettessa sonettéssa s. f. [der. di sonetto]. – 1. Sonetto (detto anche sonetto con la coda o caudato) nel quale all’ultimo endecasillabo fa séguito un settenario rimante con esso e poi un distico di endecasillabi a rima baciata indipendente....
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