settore
In economia, campo in cui si suddivide e si articola un’attività, un’impresa e così via. Le attività vengono tradizionalmente distinte in s. primario (agricoltura, silvicoltura, pastorizia e miniere), s. secondario (industrie di trasformazione in senso lato, incluse le costruzioni) e s. terziario (commercio, credito, assicurazioni, trasporti e comunicazioni e altre attività). A questi s. si è poi aggiunto quello quaternario (o terziario avanzato), che comprende attività più complesse, quali la cultura e la ricerca (➔ società postindustriale).
Un’altra importante distinzione delle attività riguarda il s. pubblico e il s. privato. Nel primo rientrano i soggetti (la pubblica amministrazione) che, come funzione principale, producono servizi non commerciabili o intervengono nel processo di ridistribuzione (➔) del reddito e tutte le unità presenti nell’ambito della proprietà pubblica. Nel s. privato si considerano invece le famiglie e le società, finanziarie e non, escluse dal s. pubblico. Esiste anche il terzo s. che indica una serie di attività che si collocano tra lo Stato (s. pubblico) e il mercato, ma non sono riconducibili né all’uno né all’altro. Sono, per es., attività di questo tipo quelle svolte dalle aziende non profit, dal volontariato, dalle associazioni o dalle cooperative. Infine, ci si riferisce solitamente con il termine s. informale a quelle attività di carattere economico che non vengono regolamentate o che non sono rese ufficiali dallo scambio di impegni legali o contrattuali, impegni che riguardano anche il pagamento delle imposte, dei contributi e il rispetto degli altri adempimenti prescritti dalla regolamentazione.
Quest’ultimo s. è principalmente ma non esclusivamente presente all’interno di sistemi economici non del tutto sviluppati, in cui le regole informali dello scambio prevalgono ancora su quelle legali. I s., nelle disaggregazioni fornite, contribuiscono in maniera differente alla formazione del Prodotto Interno Lordo di un Paese (➔ PIL). Nel corso del 20° sec., il terziario e successivamente il terziario avanzato sono i s. che maggiormente stanno contribuendo alla crescita dei sistemi economici avanzati. In questi ultimi, infatti, prevalgono l’importanza dell’avanzamento tecnologico e un modello di produzione basato fondamentalmente sulla conoscenza e sullo sviluppo di capitale umano (➔) altamente professionalizzato.
Oltre alle definizioni fin qui fornite, si possono distinguere molti s. industriali che identificano diverse specializzazioni produttive a seconda della materia trattata o delle tecniche di produzione applicate. Confindustria (➔), la principale organizzazione italiana rappresentativa delle imprese manifatturiere e dei servizi, identifica 24 macro-s. (dall’industria estrattiva alle costruzioni) e per ognuno di essi identifica un elenco di sotto-categorie. La distinzione in s. industriali può aiutare le analisi economiche fatte per conoscere i vantaggi comparati dei Paesi nel panorama globale (➔ Ricardo, David).
Infine, ci si riferisce a un concetto diverso quando si parla di studi di s., ovvero gli studi effettuati periodicamente dal fisco per rilevare i parametri fondamentali di reddito percepito dai liberi professionisti, i lavoratori autonomi e le imprese. Gli studi di s. consistono, nello specifico, in una raccolta sistematica dei dati che caratterizzano le attività e il contesto economico in cui operano le imprese, in modo da poter valutare la capacità reale di queste di produrre reddito. La loro introduzione in Italia è avvenuta nel 1993. Gli studi di s., tra le altre funzioni, contribuiscono e facilitano l’operazione del fisco nei confronti dell’evasione fiscale e costituiscono un servizio per i contribuenti al fine di inquadrare le caratteristiche strutturali e la realtà geografica che influenzano la propria attività.