Seul
La tigre asiatica globalizzata
Come molte città delle ‘tigri asiatiche’ – i paesi di recente industrializzazione nell’Asia orientale – anche Seul, a prima vista, presenta caratteri urbani ben poco orientali. Quello che colpisce subito è l’enorme numero di grattacieli, di automobili, di luci, cioè la modernità occidentale. Poi ci si rende conto che proprio questa è la globalizzazione, e che Seul ne è uno degli esempi più evidenti
Capitale della Corea del Sud, Seul (in coreano Sŏul) è una città grandissima e moderna, molto industrializzata e dall’aspetto decisamente occidentale.
Quasi un coreano su quattro vive a Seul (9.854.000 abitanti nella città, ma molti di più nell’area urbana intorno), a metà della penisola di Corea e quindi a breve distanza dal confine che separa le due Coree. Si tratta di un confine ancora oggi ermeticamente chiuso. Questa prossimità non consente nessun contatto con la Corea del Nord: al contrario, è sentita dagli abitanti di Seul come una costante minaccia, data la forte militarizzazione della frontiera, e per il ricordo delle gravi distruzioni che la città subì nel corso della guerra di Corea (1950-53), quando la capitale fu occupata e il governo dovette trasferirsi altrove.
La città è sorta lungo il corso del fiume Han, sul versante occidentale della penisola coreana, a una quarantina di chilometri di distanza dal Mar Giallo, probabilmente nel 1° secolo a.C.; a lungo venne contesa fra i tre regni che allora si dividevano la penisola.
Dal 1392 all’Ottocento fu la capitale del regno – e poi impero – di Corea. Quando il Giappone, nel 1910, conquistò il paese – sottoponendolo a un regime coloniale molto duro – la città fu scelta come sede dell’amministrazione giapponese, e tale rimase fino alla sconfitta subita dal Giappone nel 1945. Fu allora che il nome prese la forma attuale di Seul, mentre sotto i Giapponesi la città era nota come Kyŏngsŏng, e in precedenza come Chŏson, nomi che alludevano sempre alla sua funzione di capitale.
Divenuta (1948) capitale della Corea del Sud, Seul riprese a svilupparsi solo dopo il 1953, in seguito alla fine della guerra di Corea e dopo la prima ricostruzione urbana. Soprattutto in conseguenza dei forti investimenti statunitensi si ebbe una prima fase di intensa industrializzazione: produzioni alimentari, tessili, chimiche, meccaniche. Si realizzò un grande porto moderno a Inch˘on, che è lo sbocco al mare di Seul e oggi è collegato con una metropolitana alla capitale.
Una nuova fase prese avvio con l’arrivo di capitali giapponesi, che rapidamente sostituirono quelli statunitensi. Le industrie di Seul, generalmente impianti piccoli e medi, producevano componenti e semilavorati per le industrie giapponesi, ormai molto ben piazzate sui mercati mondiali della meccanica, dell’ottica, della chimica e di altri settori. Un’ultima fase – quella attuale – ha poi visto aumentare il numero di aziende con produzioni autonome: i settori più sviluppati sono il tessile, l’automobilistico e l’elettronico. Il porto di Inch˘on è stato ancora potenziato e, su un’isola nei suoi pressi, nel 2001 è stato aperto un nuovo aeroporto internazionale, che affianca quello di Kinpo.
L’abbondanza di manodopera dotata di una buona istruzione, ma poco costosa e debolmente sindacalizzata, permette alle imprese industriali di Seul di mantenere bassi i prezzi di vendita dei prodotti, e quindi di competere con le imprese giapponesi, europee e americane. La città, così, è diventata sede di moltissime multinazionali, spesso di grandi dimensioni.
Notevole importanza anche economica ha poi l’insieme delle attività amministrative e di quelle commerciali; ma è soprattutto il settore finanziario ad avere avuto il maggiore impulso, facendo di Seul una delle principali ‘piazze’ del mondo.
A causa del forte popolamento della città, però, il governo coreano ha proposto di spostare le funzioni di capitale in una città più piccola, proposta che per il momento non è stata accolta.
Malgrado le dimensioni, stupisce che Seul abbia addirittura una trentina di istituti universitari e centinaia di istituti scolastici superiori; moderne sono le attrezzature sportive e davvero estese le aree verdi che sono state create tutt’intorno alla città: sei grandi parchi, compreso un vasto bosco, che hanno anche lo scopo di impedire che Seul continui a ingrandirsi in tutte le direzioni. Molti sono anche i musei, mentre delle antiche costruzioni rimane ben poco: due porte dell’antica cinta di mura e qualche edificio molto restaurato.